Industrie De Nora, gruppo controllato oggi dalla famiglia De Nora e partecipato al 35,6% da Snam, attivo nella progettazione, produzione e fornitura di tecnologie elettrochimiche e per il trattamento delle acque, sbarcherà domani in Borsa con una capitalizzazione di 2,723 miliardi di euro, dopo aver collocato le azioni in offerta a 13,5 euro (si veda qui il comunicato stampa), il minimo della forchetta di prezzo 13,50-16,50 euro fissata la scorsa settimana (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che, nell’ambito dell’offerta, Credit Suisse e Goldman Sachs International agiscono in qualità di joint global coordinators e joint bookrunners, BofA Securities, Mediobanca e UniCredit in qualità di joint bookrunners. Mediobanca agisce inoltre in qualità di sponsor ai fini dell’ammissione a quotazione delle Azioni. Latham & Watkins agisce in qualità di advisor legale della Società, mentre Clifford Chance è l’advisor legale dei joint global coordinators e joint bookrunners.
L’offerta, che è stata comunque sottoscritta circa 3,5 volte a quel prezzo, come noto riguardava, nel caso di prezzo minimo di collocamento, 35,075 milioni di azioni, di cui 14,81 milioni di nuove azioni, rinvenienti da un aumento di capitale, e altri 20,26 milioni di azioni messe in vendite dai soci Federico De Nora spa, Asset Company 10 srl (gruppo Snam) e Norfin spa. A queste si aggiungono altri 5,26 milioni di azioni messe a disposizione dai tre soci venditori, in caso di esercizio dell’opzione greenshoe. Il ricavato complessivo derivante dall’offerta ammonterà a circa 474 milioni, di cui 200 milioni in aumento di capitale e 274 milioni spettanti ai venditori. In caso di integrale esercizio della greenshoe, invece, il ricavato complessivo sarà di 545 milioni.
Ricordiamo che una buona fetta dell’offerta è stata coperta da due cornerstone investors, che hanno sottoscritto azioni per 100 milioni di euro ciascuno (si veda altro articolo di BeBeez). Il primo di questi è SQ Invest spa, società di investimenti che appartiene interamente a San Quirico spa, holding di partecipazioni della famiglia Garrone Mondini che controlla anche ERG, produttrice di energia da fonti rinnovabili quotata su Euronext Milan, si è impegnata ad agire come cornerstone investor nell’ambito dell’offerta. Ricordiamo che pochi giorni fa San Quirico ha siglato un accordo con il fondo australiano IFM Investor che prevede la creazione una newco alla quale farà capo il 62,5% di ERG. Di questa nuova holding, il 35% sarà controllato da IFM, che a quel punto possiederà circa il 22% della società quotata a Piazza Affari, per un investimento di oltre un miliardo di euro, in linea con la quotazione di Borsa di ERG, che capitalizza attorno ai 4,6 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez). Il secondo cornerstone investor è invece 7-Industries Holding BV, family office di Ruthi Wertheimer specializzato in investimenti di minoranza a lungo termine in aziende industriali a tecnologia avanzata guidate da famiglie e imprenditori. Il numero totale di azioni dell’offerta acquistate dai cornerstone investors è di circa 13,3 milioni di azioni oggetto dell’offerta, il che li porterebbe a controllare il 3,67% ciascuno. Quanto alla famiglia De Nora e Snam, si diluiscono, rispettivamente, al 56,73% e al 25,88%, mentre il management all’1,77% e il mercato il 10,05%. Se l’opzione greenshoe sarà interamente esercitata, allora il flottante sarà quindi del 20%, considerando come flottante quanto sottoscritto dai due cornerstone investor e dal mercato.
Industrie De Nora spa nel 2021 ha realizzato ricavi totali per 616 milioni di euro (dai 500 milioni del 2020), un ebitda di 121 milioni (da 81 milioni del precedente esercizio) e un utile d’esercizio di oltre 66 milioni di euro sostanzialmente raddoppiato dai circa 33 milioni del 2020, il tutto a fronte di un indebitamento finanziario netto 189 milioni, incrementatosi di 94 milioni da fine 2020, dopo investimenti complessivo nell’anno per circa 34 milioni (si veda qui il bilancio 2021 di De Nora). Nel primo trimestre del 2022 ha poi già quasi raddoppiato i ricavi (da 111 a 200 milioni di euro) e quasi quadruplicato l’ebit. Inoltre lo scorso maggio ha rifinanziato il debito esistente, assicurandosi due linee di credito, rispettivamente, da 200 milioni e 100 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez).
Sulla base dei numeri 2021, De Nora è stata valutata 20,8 volte l’ebitda, quindi molto di più che negli ultimi deal sul capitale che hanno riguardato il gruppo. Ricordiamo, infatti, che nell’aprile 2017 nel capitale di De Nora era entrato il fondo Blackstone Tactical Opportunities con una quota allora di circa il 33% (si veda altro articolo di BeBeez). Il valore del deal allora non era stato reso noto, ma nei mesi precedenti, quando ancora De Nora stava ipotizzando la quotazione in Borsa, si era parlato di un enterprise value di circa 900 milioni. Nel novembre 2020, invece, quando a Blackstone è subentrato Snam, il gruppo era stato valutato 1,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).