Kiko Milano, controllata al 100% dal gruppo Percassi, attraverso la holding Odissea ha archiviato il 2022 con 671 milioni di euro di ricavi, in crescita del 42% rispetto ai 474 milioni del 2021 e del 14% in confronto ai 588 milioni del 2019. L’ebitda è stato pari a 75 milioni (+350% rispetto ai 22 milioni del 2021, e +30% rispetto ai 57 milioni del 2019 – si veda qui il comunicato stampa).
“I risultati 2022 sono stati i migliori di sempre, battendo tutti i record dei principali indicatori economico-finanziari precedenti alla pandemia, grazie alla trasformazione da una catena di negozi make-up principalmente regionale a global beauty brand presente in oltre 60 Paesi”, ha detto Simone Dominici, ceo di Kiko Milano da fine 2021, quando ha preso il posto dell’ex ad Cristina Scocchia, andata a guidare Illycaffé (si veda altro articolo di BeBeez).
Ha continuato Dominici: “Il nostro modello di creazione del valore, fondato sul miglioramento costante della marginalità, che ci consente di investire in innovazione, servizio ed espansione geografica omnichannel, sta dimostrando di poter generare una crescita profittevole e sostenibile nel tempo di molto superiore al mercato. Entro la fine del 2023 apriremo altri 120 store, arrivando a oltre 1.100 negozi dislocati in 75 Paesi con l’obiettivo di superare gli 800 milioni di ricavi con un ebitda record oltre i 100 milioni“.
E ha aggiunto: “Nella seconda parte dell’anno lanceremo inoltre una nuova piattaforma di Unified Commerce che integrerà tutti i canali e i sistemi, migliorando ulteriormente il modo in cui serviamo i nostri clienti e allo stesso tempo guadagnando in efficienza e capacità di crescita. Il piano di sviluppo punta inoltre a raggiungere, entro la fine del 2027, 2mila punti vendita, entrando in nuovi Paesi e rafforzando la nostra presenza in Asia, America Latina e Africa con l’obiettivo di raggiungere ricavi pari a 1,25 miliardi“.
Dati i numeri del 2022 e soprattutto il prospettico del 2023, è ragionevole ipotizzare ora una valutazione del gruppo superiore a un miliardo di euro, considerato che lo scorso anno si dice che Peninsula Capital sia uscito dall’investimento con una valutazione di Kiko attorno ai 700 milioni di euro, quindi più che triplicando la valutazione all’ingresso nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Per Peninsula si trattava dell’ennesima exit molto redditizia dopo altre operazioni già realizzate come Italo.
Ricordiamo infatti che lo scorso ottobre 2022 la famiglia Percassi ha appunto ricomprato la quota del 38% del capitale della società allora detenuta da Peninsula Capital. I Percassi in tal modo sono tornati a controllare il 100% di Kiko direttamente e indirettamente tramite la holding Odissea srl. Il riacquisto della quota di Peninsula in Kiko era avvenuta dopo l’importante incasso (stimato intorno ai 275 milioni di euro) ottenuto da Antonio Percassi nella cessione del 47,3% dell’Atalanta Calcio a una cordata guidata dal finanziere Stephen Pagliuca (si veda altro articolo di BeBeez).
Peninsula era entrato come socio di Kiko nel 2018, periodo in cui la società si trovava in tensione finanziaria, soprattutto per le difficoltà della controllata statunitense. L’operazione era avvenuta sulla base di un valutazione di Kiko attorno ai 220 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). La società nel 2020 aveva poi sofferto pesantemente le conseguenze del lockdown con ricavi che erano crollati a 368 milioni e l’ebitda andato in negativo a fronte di un debito finanziario netto di 230 milioni circa (si veda qui il report di Leanus, una volta registrati gratuitamente). Il debito includeva un prestito da 270 milioni di euro che era stato erogato nell’estate di quell’anno da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banca Nazionale del Lavoro con il quale aveva rifinanziato, delistandolo, il bond da 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) emesso dalla società nel 2014, quotato sull’Irish Stock Exchange, sottoscritto da Generali (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai numeri 2022, tra i mercati che hanno performato meglio l’anno scorso, l’America è quello che ha ottenuto i maggiori risultati (+55% rispetto al 2021) con il Brasile che ha più che raddoppiato il fatturato e gli Stati Uniti che sono tornati a crescere a doppia cifra dopo anni difficili, grazie alla spinta dell’e-commerce. Ottima, fanno sapere dall’azienda, anche la partenza in Centro America con l’apertura di nuovi mercati come Martinica, El Salvador e Honduras.
Quanto all’Europa, l’area geografica più grande, è cresciuta del 46% sulla spinta di Francia (+58%), Spagna (+50%) e Italia (+40%) con il Regno Unito che ha registrato l’incremento più importante (+60%).
L’Asia, invece, ha assorbito bene la difficile situazione in Cina, mettendo a segno un +21%, con i Paesi del Medio Oriente a +90% e l’ingresso in nuovi mercati come la Tailandia e le Filippine. Il 2022 ha visto anche il rafforzamento in Africa, con l’entrata in Egitto e Marocco, con risultati raddoppiati rispetto alle aspettative.
Tra gli impegni di Kiko Milano rimane alta l’attenzione verso ambiente, società e governance, sancita dal primo sustainability report realizzato con Kpmg. L’azienda è impegnata nei confronti dei dipendenti attraverso programmi di formazione articolati e il lancio di un programma di wellbeing e bonus straordinario; ma anche nelle comunità in cui opera con partnership che coinvolgono diverse associazioni e fondazioni italiane a difesa della salute e della lotta contro la povertà. Sul fronte della sostenibilità, invece, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente va dalla raccolta degli imballaggi di plastica alla sostituzione delle luci tradizionali con quelle a Led nei negozi del brand per favorire il risparmio energetico.
I giovani sono un altro argomento su cui la società si sta concentrando: il 66% dei clienti appartiene infatti alle Gen Z e Y. E proprio sull’interazione con i giovanissimi l’azienda ha cambiato l’uso dei social passando dall’essere produttore di contenuti in cerca di follower a ispiratore di creator. “Kiko lancia una conversazione in cui fornisce degli spunti, per stimolare la loro creatività. Supportiamo e investiamo sui migliori creator che pubblicano delle cose potenzialmente virali”, ha spiegato ancora l’amministratore delegato. Al 2022 i social media di Kiko Milano contavano oltre 13 milioni di follower su entrambi i profili, globale e locale. Il canale Instagram è quello cresciuto di più in assoluto (+12,4%).