Poke House, catena italiana di fast food specializzati sul poké californiano (un piatto a base di pesce crudo fresco e colorato), ha acquistato Sweetfin, conosciuto come il precursore del poke e leader delle bowl plant-based negli Stati Uniti (si veda qui il comunicato stampa). A venderla sono stati i fondatori Seth Cohen, Alan Nathan, Brett Nestadt e Dakota Weiss.
L’operazione è stata gestita dall’avv. Giulia Bergamasco per Poke House con il supporto di Matterhorn Legal. Cooley ha invece assistito Sweetfin e i suoi fondatori.
Sweetfin, fondata nel 2017 a Santa Monica e nota per aver importato per primo negli Stati Uniti il tipico poke hawaiano, è considerato un local hero con un ampio e affezionato pubblico. La sua offerta si distingue per una combinazione unica di ingredienti di ispirazione californiana nonché per la qualità e la sostenibilità delle materie prime, fornite da selezionati produttori locali. Inoltre anche via delivery, con Postmates e Ubereats, Sweetfin è uno dei brand più amati e apprezzati della California.
Cohen, cofondatore di Sweetfin, ha commentato: “Questa operazione ci consentirà di triplicare il numero di punti vendita e penetrare in nuovi mercati. Le soluzioni tecnologicamente all’avanguardia di Poke House saranno un vero boost per implementare le nostre strategie di acquisizione clienti. Non vediamo l’ora di espandere l’esperienza gastronomica di Sweetfin in tutti gli Stati Uniti con l’aiuto di Poke House perseguendo la nostra missione di fuel life through freshness”.
Matteo Pichi, cofondatore e ceo di Poke House, ha spiegato: “Entriamo nel mercato americano passando per la porta principale, e attraverso un marchio iconico e molto amato in loco, che ha reso il poke di ispirazione californiana una vera e propria istituzione. La partnership con Sweetfin rappresenta la nuova pietra miliare di un percorso che ci ha visti crescere a una velocità esponenziale. In soli 3 anni siamo passati da 0 a oltre 40 milioni di euro di fatturato, abbiamo aperto più di 70 negozi e abbiamo visto la nostra squadra superare le 800 persone. L’operazione su Sweetfin dà ulteriore slancio alla nostra crescita, mettendo le fondamenta per un percorso che porterà in futuro alla quotazione di Poke House”.
Vittoria Zanetti, cofondatrice di Poke House, ha aggiunto: “L’operazione con Sweetfin non ha solo un forte valore strategico per Poke House, ma anche una grande valenza simbolica. L’idea da cui nasce Poke House prende proprio ispirazione dai miei viaggi tra la California e la Florida e dove ho avuto modo già nel 2017 di conoscere e provare Sweetfin. Uno stile unico e riconoscibile sia sul piano culinario che architettonico: bowl fresche, gustose e di alta qualità servite in un contesto progettato per trasmettere, in ogni dettaglio, quel mood positivo e solare tipico della West Coast. È un cerchio che si chiude”.
Con Sweetfin, Poke House ha portato a 90 le insegne del gruppo, un numero destinato a crescere ulteriormente in previsione delle nuove 80 aperture tra Europa e Stati Uniti previste nel prossimo anno, portando così il brand del pesciolino a 170 negozi diretti e un fatturato superiore ai 100 milioni di euro. Poke House, che ha chiuso il 2021 con un fatturato superiore ai 40 milioni di euro, sosterrà lo sviluppo di Sweetfin negli Stati Uniti attraverso un piano di sviluppo che prevede imminenti 40 nuove aperture nei prossimi anni tra la West Coast (dove Sweetfin è già presente con 14 locali tra Los Angeles, San Diego e Orange County) il Texas e l’Arizona, e attraverso la condivisione di know-how tecnologico, uno degli asset strategici più importanti del modello di business di Poke House, insieme al delivery. L’home delivery, una delle leve del successo di Poke House in Europa, avrà un ruolo centrale anche negli Stati Uniti.
Quella di Sweetfin è la seconda acquisizione per Poke House in meno di 2 anni, dopo quella della concorrente olandese Pokè Perfect, avvenuta lo scorso luglio (si veda altro articolo di BeBeez). Entrambe le operazioni sono state messe a segno dopo che lo scorso aprile Poke House ha incassato un round di serie B da 20 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha guidato Eulero Capital, fondo di permanent capital nato nel giugno 2020, al suo secondo investimento dopo quello nel gruppo Exacta (ex Team Group), attivo nei servizi di gestione del credito per la pubblica amministrazione locale (si veda altro articolo di BeBeez). Al round di Poke House hanno aderito anche FG2 Capital (holding milanese guidata a Fulvio Gregorace e Fabio Luigi Gallucci, che organizza club deal di coinvestimento in private equity e venture capital in Italia e Usa insieme ad alcuni family office) e Milano Investment Partners sgr (MIP), la società di gestione di cui è anchor investor Angelo Moratti, erede della famiglia di petrolieri della Saras. Malgrado la pandemia, la società ha raggiunto un valore d’impresa pari a 100 milioni contro i 20 all’epoca del primo round, risalente al giugno 2020, del valore di 5 milioni di euro. Quel round era stato guidato proprio da MIP, che insieme ad altri investitori aveva acquisito così il 25% della società (si veda altro articolo di BeBeez).
Poke House, nata a fine 2018 da un’idea di Pichi e Zanetti, e già presente in Italia, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Francia con oltre 75 locali, adotta un modello ibrido, a metà strada tra retail e digital, dove la componente tecnologica svolge un ruolo fondamentale: un sistema omni-channel è stato sviluppato in casa (click & collect, APP, sistemi di pagamento), e un software CRM proprietario con un programma di fidelizzazione data-driven che conta migliaia di utenti ha permesso all’azienda di intercettare velocemente i trend di consumo e adattare rapidamente la propria offerta in cinque paesi diversi. Inoltre, Poke House ha un approccio profondo agli ordini digitali: analizza i dati delle piattaforme di consegna di terze parti per capire come variabili come le valutazioni, il tempo di preparazione e la durata media dell’ordine impattano sui volumi di business di ciascun negozio.