Marcegaglia Steel, holding industriale del gruppo Marcegaglia controllato da Antonio ed Emma Marcegaglia, ha sottoscritto un contratto di finanziamento con Banca Monte dei Paschi di Siena,del valore di 66,8 milioni di euro, assistito dalla garanzia Green di SACE. L’obiettivo è finanziare il piano di investimenti green di alcune società del gruppo (si veda qui il comunicato stampa).
Gianni & Origoni ha assistito Marcegaglia Steel che ha lavorato in coordinamento e a supporto del team legal e finance del gruppo Marcegaglia. L’operazione, così come prevista nella convenzione Green New Deal è finalizzata a supportare, con finanziamenti dedicati, le aziende che intendono investire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti sostenibili. Advant NCTM ha assistito la banca e Sace per la stesura della documentazione contrattuale relativa al finanziamento.
Il gruppo Marcegaglia, leader mondiale con 6.600 dipendenti, 60 uffici commerciali, 29 acciaierie, ha chiuso il 2021 con un fatturato di 8 miliardi di euro, un ebitda di 672,6 milioni (+20% sul 2020), debito finanziario netto di 186,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il gruppo conta su circa 6 milioni di tonnellate di acciaio lavorato all’anno. La controllata Marcegaglia Steel ha chiuso invece il 2021 con 1,2 milioni di ricavi, un ebitda negativo per 105 mila euro e un debito finanziario netto di 179 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ricordiamo che a fine maggio 2022 Marcegaglia Steel aveva contratto con un pool di banche un mega prestito sindacato a 6 anni da un miliardo di euro. Si è trattato della prima operazione ESG linked nel settore siderurgico. L’importo del prestito è stato così suddiviso: 700 milioni per il rifinanziamento delle linee a medio termine in scadenza tra il 2024 e il 2026, 200 milioni per sostenere gli investimenti e 100 milioni di credito revolving (si veda altro articolo di BeBeez). La linea era stata erogata da un consorzio di banche italiane ed estere formato da Intesa Sanpaolo (nel ruolo di global coordinator & agent, bookrunner, mandated lead arranger, sustainability coordinator), BNP Paribas, Credit Agricole CIB, Santander CIB e Unicredit (nel ruolo di bookrunners, mandated lead arrangers, sustainability coordinators), Banco BPM (nel ruolo di mandated lead arranger), MPS, Banca Popolare di Sondrio, BPER Banca, Cassa Depositi e Prestiti e Credit Agricole Italia (nel ruolo di arrangers). Anche in quel caso, l’operazione è stata seguita dagli studi legali Gianni & Origoni e Advant Nctm.
In previsione di una raccolta così importante di risorse sul mercato, alla fine del 2021 a Marcegaglia Steel era stato assegnato da Cerved Rating Agency (CRA) il rating A2.2. Il giudizio ha collocato Marcegaglia nella parte alta della scala di rating, in una fascia investment grade di sicurezza, classificandola come azienda dai fondamentali molto solidi e dall’elevata capacità di far fronte agli impegni finanziari. Anche in questo caso si era trattato di una prima assoluta: mai in precedenza la holding del gruppo sideurgico italiano aveva chiesto una valutazione della sua affidabilità finanziaria.
Il gruppo Marcegaglia è molto attivo sul fronte m&a. Ricordiamo che a metà maggio 2023 il gruppo Marcegaglia ha firmato un contratto di fornitura di 7 anni, del valore di 1,79 miliardi di euro, con la scaleup svedese H2 Green Steel (si veda altro articolo di BeBeez), di cui è azionista dal 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Con quel deal l’azienda italiana è anche arrivata ad essere tra i primi clienti di H2 Green Steel per quanto concerne l’acciaio cosiddetto verde, che sarà destinato alle sue attività in Sud Europa, Gran Bretagna e Polonia. A luglio 2022 poi aveva investito per la prima volta nella produzione primaria di acciaio e aveva acquisito la divisione prodotti lunghi (bond products business) in acciaio inossidabile della multinazionale finlandese Outokumpu per un valore di 228 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Qualche giorno dopo, tramite la controllata Marcegaglia Specialties spa, aveva completato l’acquisizione della totalità del capitale di Trafital spa, una delle storiche trafilerie italiane, con sede a Gorla Minore, in provincia di Varese, dalle famiglie Vergani, Errico e Fossati.
A metà maggio 2022, invece, tramite l’omonima controllata in UK, la società aveva annunciato l’acquisizione di una parte rilevante degli asset del gruppo Liberty Steel, controllato dal magnate indiano Sanjeev Gupta, relativi allo stabilimento Liberty Precision Tubes di Oldbury nel Regno Unito. Un deal che ha consentito al gruppo mantovano di consolidarsi nella produzione di tubi in acciaio sul mercato britannico ed europeo. L’operazione era stata finanziata attingendo a parte delle risorse incassate con il prestito esg linked da un miliardo di euro a sei anni ottenuto a fine maggio da Marcegaglia Steel da un pool di banche (si veda altro articolo BeBeez).
Infine, a luglio 2020, c’era stato un doppio deal per il Supply Chain Fund, il fondo chiuso di invoice financing specializzato nell’acquisto di crediti commerciali direttamente dalle pmi, gestito da Groupama am sgr. In entrambi i casi il debitore ceduto era stato il gruppo Marcegaglia (si veda altro articolo BeBeez). Ora quel fondo è arrivato a liquidazione.