UniCredit rafforza la divisione wealth management e private banking in Italia con l’incorporazione nel gruppo bancario di Cordusio sim, nata nel novembre del 2016, i cui clienti così come i prodotti e i servizi posseduti confluiranno quindi nella divisione wm e pb del gruppo guidato da Andrea Orcel (si veda qui il comunicato stampa). La fusione si inquadra nel più “ampio processo di riorganizzazione del gruppo, volto a semplificarne la struttura e a meglio valorizzarne le sinergie operative, amministrative e societarie”, recita la nota di UniCredit. La rete che gestisce i patrimoni della clientela più facoltosa dunque dovrebbe rafforzarsi. Oggi conta su 140mila clienti, per un totale di oltre 100 miliardi di euro gestiti. Resta confermata la rete operativa composta da ucirca 1.400 banker, di cui 700 relationship manager dislocati in 132 città in tutta Italia. Il portafoglio di ciascun banker, quindi, in media è di circa 70 milioni di euro.
“Questa operazione è funzionale al nostro posizionamento come punto di riferimento sul mercato italiano per tutti i clienti di wealth management e private banking”, afferma Stefano Vecchi, responsabile per l’Italia di wealth management e private banking. In altre parole, questa operazione è da leggersi come gfinalizzata a razionalizzare e ottimizzare i costi di struttura, la gestione delle risorse, eliminando le duplicazioni societarie, contabili, fiscali e amministrative, al tempo stesso riducendo i rischi operativi. In ottica di semplificazione, infatti, la fusione prevede la creazione di un processo di gestione del business all’interno di una società unica e l’utilizzo della sola piattaforma digitale di UniCredit.
Nel passato Cordusio sim ha collocato vari Eltif di private capital. Per esempio, ancora lo scorso novembre con Equita Capital sgr, l’asset manager dell’omonimo gruppo, specializzato nella gestione di asset alternativi, ha annunciato il primo closing a 50 milioni di euro della raccolta di Equita Smart Capital Eltif, fondo di private equity focalizzato su piccole e medie imprese italiane e classificato come PIR alternativo (si veda altro articolo di BeBeez). Cordusio sim, che ha supportato la sgr nella strutturazione del prodotto, ha agito in qualità di primo collocatore. Equita intanto prosegue ora le attività di fundraising anche con altri selezionati collocatori. In particolare, tra questi c’è Allfunds Bank per la distribuzione agli investitori al dettaglio. Ricordiamo che l’obiettivo massimo di raccolta (hard cap) di Equita Smart Capital è di 140 milioni di euro. Il fondo avrà una durata complessiva di 8 anni a partire dalla data del primo closing e un periodo di investimento di 4 anni. Il ritorno obiettivo in termini di IRR è stimato tra il 12 e il 14% lordo annuo, ovvero un multiplo sul capitale investito di circa 1,8 volte, calcolato sulla durata complessiva del fondo. Il nuovo Eltif investirà soprattutto in piccole e medie imprese non quotate, nonché in quotande o quotate, quest’ultime con una capitalizzazione di mercato inferiore a 500 milioni di euro e comunque nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa dei Pir alternativi.
Ricordiamo che Cordusio sim aveva collaborato anche con Muzinich nel marzo 2019, quando l’asset manager Usa aveva ha strutturato il suo primo Eltif di private debt con focus europeo, cioè Firstlight Middle Market Eltif (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione Cordusio sim aveva assicurato a Muzinch la massa critica minima necessaria a strutturare in maniera efficiente il fondo, che era stato quindi distribuito dalle strutture di Unicredit in Italia e in Germania. Successivamente sono poi stati stabiliti accordi con altri distributori in altri Paesi europei e il fondo ha poi chiuso la raccolta nel dicembre 2019 a 450 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).