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di Francesca Vercesi
Massimo Angileri è il nuovo general manager per l’Italia di Dedalus Group, produttore di software per la gestione di sistemi clinico-sanitari e la diagnostica, attivo in Italia nella digitalizzazione della sanità pubblica e privata (si veda qui il comunicato stampa).
Ligure, classe 1970, Angileri ha 25 anni di esperienza nelle tecnologie e soluzioni per l’healthcare, maturata in alcune delle più importanti aziende multinazionali. Approda in Dedalus, infatti, dopo aver ricoperto in Philips il ruolo di Connected Care Director per Italia, Israele e Grecia. In precedenza, ha ricoperto incarichi significativi in Carestream, sino a diventare vice president sales & services for Europe e Emea, portando l’organizzazione a una posizione di market leader in diversi paesi. Ancor prima è stato world wide service director in Kodak dove ha guidato una crescita costante a doppia cifra anno dopo anno. “Dedalus è riconosciuto a livello mondiale come una delle eccellenze italian, capace di passare a livello globale dai poco più di 200 milioni di fatturato del 2019 ai più di 760 del 2021”, ha dichiarato Angileri.
Sul gruppo, tra i primi operatori al mondo nei sistemi informativi clinico-sanitari, l’attuale azionista di maggioranza, che è il fondo LBO IV di Ardian sta valutando l’ipotesi di ridurre ulteriormente la propria partecipazione tanto da aver già ceduto (a maggio 2021) una quota di minoranza all’Abu Dhabi Investment Authority (Adia), uno dei fondi sovrani dell’emirato del Golfo (si veda altro articolo di BeBeez). Fondato nel 1976, Adia investe a livello globale per conto del governo, attraverso una strategia incentrata sulla creazione di valore a lungo termine. Ora, secondo i rumor di mercato, Adia potrebbe arrotondare la sua partecipazione anche se nel frattempo, dato il valore intrinseco della società, si starebbero già schierando numerosi fondi di private equity interessati al dossier.
Guidato dal ceo Andrea Fiumicelli, Dedalus è presente in oltre 40 paesi ed è leader in Germania, Italia, UK, Francia e Spagna, per un fatturato complessivo 2021 stimato di più di 750 milioni di euro (dai 700 milioni del 2020) e un ebitda superiore ai 200 milioni. Se si dovessero applicare i multipli medi attuali del settore tech che hanno raggiunto medie di 27-30 volte l’ebitda, secondo i calcoli di Bain&Co (si veda altro articolo di BeBeez), si arriverebbe a una valutazione stellare di 5,4-6 miliardi di euro.
Nel 2016 Ardian aveva acquisito il 60% di Dedalus Holding, rilevandolo da Hutton Collins Partners, The Three Hills Capital Partners, Mandarin Capital Partners e da Health Holding Company srl, quest’ultima controllata dal fondatore Giorgio Moretti, che aveva mantenuto il 40% e le sue cariche manageriali (si veda altro articolo di BeBeez). Ardian nel 2020 era salita al 75% di Dedalus per contribuire a finanziare l’acquisizione di parte del business IT nel settore sanitario di Agfa Gevaert (si veda altro articolo di BeBeez). In seguito, nel luglio 2020, il gruppo aveva poi rilevato per 525 milioni di dollari anche il business dei software per il settore healthcare dell’americana DXC Technology, quotata al NYSE (si veda altro articolo di BeBeez). Infine, nel marzo 2021 Dedalus ha acquisito il 100% della danese Amphi Systems A/S, società dedicata alla digitalizzazione dei processi di assistenza d’emergenza, dall’ambulanza al pronto soccorso (si veda altro articolo di BeBeez).