di Alessandro Albano e Giuliano Castagneto
Nuovo restructuring dell’attività d’investimento per Exor, la holding degli Agnelli, che poco dopo aver lasciato il listino di PIazza Affari, alla fine di settembre, è ora quotata ad Amsterdam, ha nominato tre nuovi manager (si veda qui il comunicato stampa). Suzanne Heywood è stata promossa al nuovo ruolo di Chief Operating Officer (direttore geneale), dove lavorerà a stretto contatto con l’amministratore delegato John Elkann. Haywood, attuale presidente di Cnh Industrial, ha avuto un’esposizione, come mebro del cda, praticamente a tutte le partecipate del gruppo, dall’Economist alla Juventus. Contrariamente a Haywood, Guido De Boer, nuovo Direttore Finanziario, proviene da un gruppo esterno. E’ stato infatti responsabile globale dello sviluppo ed M&A del colosso olandese Heineken. De Boer va a sostituire Enrico Vellano, il quale assumerà il ruolo di Ceo di Lingotto, società che ha in gestione 2 miliardi di euro provenienti in parte uguale dall’assicurazione francese Covéa e dalla stessa Exor.
La nomina di Vellano rientra nell’ambito della cessione chiusa nella prima metà di quest’anno, della società americana di riassicurazione PartnerRe a Covéa per 8,6 miliardi di euro dai 6,54 miliardi di book value al 31 giugno 2021 (si veda qui comunicato stampa di allora). Dopo il closing, la holding degli Agnelli ha iniziato a riorganizzare, in collaborazione con la stessa Covéa, le attività di investimento precedentemente gestite per conto di PartnerRe.
Ricordiamo infatti che dopo il primo tentativo di vendita a Covéa di PartnerRe, finito in un nulla di fatto, la compagnia francese, per tentare di riprendere i rapporti con Exor, aveva accettato di investire 750 milioni di dollari in spv gestiti da PartnerRe e di condurre altri investimenti insieme a Exor per altri 750 milioni (si veda qui il comunicato stampa di allora). Ora, a seguito della’avvenuta vendita, l’accordo tra le due parti prevede che Exor riacquisti da Covéa alcune delle posizioni in spv gestiti da PartnerRe per circa 725 milioni di dollari. Gli spv in questione reinvestirebbero in contratti riassicurativi per la protezione degli immobili dai rischi di catastrofi naturali (property catastrophe) e in altri contratti cosiddetti short-tail (a rimborso veloce, come il rischio incendio) sottoscritti da PartnerRe. Covéa, Exor e PartnerRe continueranno inoltre a investire insieme nei fondi gestiti da Exor. Tutto questo complesso di rapporti e attività sarà gestito da una newco che va sotto il nome appunto di Lingotto, che comprende le due strategie di investimento alternative gestite da Matteo Scolari sui mercati quotati e da Nikhil Srinivasan sui mercati private.
La cessione di PartnerRe secondo Equita avrebbe dovuto portare alla holding un aumento del NAV del 5% a 125 euro per azione. La posizione finanziaria netta di conseguenza avrebbe dovuto passare da un debito di 3,1 miliardi di euro a una liquidità netta di oltre 4 miliardi, pari al 14% del NAV, mettendo la holding nella condizione di avere una grande potenza di fuoco disponibile per nuovi investimenti e/o per un dividendo straordinario. Sempre secondo Equita, Exor avrebbe dovuto avere così una liquidità disponibile compresa tra gli 8 e i 9 miliardi di euro, considerando la leva (si veda altro articolo di BeBeez).
Al 30 giugno scorso (ultimo dato disponibile) il quadro non è quello prospettato dalla Sim milanese, complice il fatto che il closing su PartnerRe è avvenuto all’inizio del secondo semestre e quindi non ancora consolidato in bilancio. Il net asset value complessivo della società si è ridotto a 25,5 miliardi dai 31,1 miliardi circa di fine 2021, che si traduce in un NAV per share di 109,41 euro rispetto ai 132,41 euro dell’anno scorso, mentre il debito netto è aumentato a circa 4,5 miliardi rispetto ai precedenti 3,9 miliardi.
La liquidità disponibile derivante dagli investimenti nelle partecipate, inoltre, è diminuita di oltre 1 miliardo attestandosi a 353 milioni di euro, e il calo, stando a quanto spiegato dalla società nel report semestrale, è dovuto “principalmente alla perdita netta di PartnerRe (, determinata dalle perdite non realizzate del portafoglio a reddito fisso, parzialmente compensata dalla solida performance di Stellantis”.
Il “problema PartnerRe”, che ironicamente è stata la più grande acquisizione, nel 2016, nella storia della holding, è stato evidenziato anche nella lettera agli azionisti del 2021, in cui il management di Exor ha messo nero su bianco i difetti delle assicurazioni francesi, come il ritorno sugli investimenti, la struttura del capitale e i costi operativi. Ma nonostante gli sforzi del management, si legge nella lettera, “è stato più difficile migliorare la performance del ramo danni di PartnerRe, anche perché quattro dei sei anni di proprietà di Exor sono stati caratterizzati da perdite catastrofali di mercato superiori a 60 miliardi di dollari all’anno”. Complessivamente, i miglioramenti ottenuti da PartnerRe durante gestione Agnelli dovrebbero portare, secondo i calcoli della holding, 3,5 miliardi di dollari di plusvalenze compresi i dividendi (si veda qui la lettera agli azionisti).
In generale, i circa 350 milioni di euro derivanti dagli investimenti nelle partecipate non danno molto spazio di manovra a Exor, tenendo conto che di questi solo 4 arrivano dal mondo private equity e venture capital, un contesto che ha visto la holding molto attiva negli ultimi anni. Ricordiamo in proposito l’acquisizione del 45% di Lifenet Healthcare, società attiva nel settore della salute, in particolare nella gestione degli ospedali e delle cliniche ambulatoriali (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione è avvenuta tramite aumento di capitale riservato a Exor e successivo acquisto di azioni detenute dall’imprenditore Nicola Bedin attraverso la holding Invin. L’investimento totale da parte della holding è stato di 67 milioni di euro, per un equity value del 100% che è quindi pari a 149 milioni.
Nell’ambito del venture capital Exor, tramite il braxxio operativo Exor Seeds, ha lanciato quest’anno una nuova iniziativa, con un programma di investimento con focus su startup pre-seed e seed stage per un investimento unitario di 150 mila euro basato un processo di selezione efficiente, condizioni favorevoli ai fondatori e nessun posto nel consiglio di amministrazione (si veda altro articolo di BeBeez). Tramite questa iniziativa, Exor ha partecipato al round da 1,5 milioni di euro a favore di Bridge srl, fornitore di servizi logistici su piattaforma online. La raccolta è stata guidata dal lead investor Azimut Libera Impresa SGR, per conto di Digitech Fund, veicolo gestito da Gellify e di cui Azimut Libera Impresa è coinvestitore.