Amco, Banco Desio e un’altra primaria banca italiana hanno apportato crediti per altri 59 milioni di euro al fondo Back2Bonis (si veda qui il comunicato stampa), primo veicolo specializzato in Utp relativi al settore immobiliare italiano e fra i principali a livello europeo, per il quale la stessa Amco agisce come master e special servicer e Prelios come gestore, partner nell’immobiliare e special servicer per la gestione dei crediti con sottostante leasing immobiliare.
Grazie a quest’ultimo apporto, in aggiunta ad alcuni altri nel semestre di cui non è stata data comunicazione, il fondo ha superato la soglia di un miliardo di crediti in gestione. Infatti al momento del lancio MPS Capital Services, UBI e Banco BPM, insieme ad Amco, avevano conferito al fondo posizioni di 50 debitori per un totale di circa 450 milioni di euro in cambio di quote del fondo stesso. Un anno dopo, al fondo sono stati apportati ulteriori crediti Utp corporate immobiliari per un totale di altri 60 debitori e 400 milioni di euro lordi, incluse esposizioni sul leasing immobilaire. I crediti erano stati apportati da Intesa Sanpaolo, UniCredit Leasing e Banco Desio, diventati contestualmente quotisti del fondo (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio scorso Bper Banca aveva inoltre apportato 52 milioni di euro di crediti Utp (si veda altro articolo di BeBeez).
L’obiettivo di Back2Bonis è arrivare a circa 1,5 miliardi, tramite ulteriori apporti da parte dei soggetti già quotisti del fondo. Tra questi rientrano: Intesa Sanpaolo, UniCredit Leasing, Banco Desio, Banca Monte dei Paschi di Siena, MPS Capital Services, UBI Banca, Amco, Banco BPM e BPER Banca. Il fondo Back2Bonis era nato a fine dicembre 2019 sotto il nome di progetto Cuvée, con l’obiettivo di investire in Utp immobiliari oggi sui bilanci delle banche italiane medio-grandi, arrivare tramite vari apporti appunto a circa 1,5 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
Il fondo Back2Bonis consente ai partecipanti di beneficiare del potenziale recupero di valore delle posizioni tramite la valorizzazione delle quote detenute nel fondo stesso. Agevola inoltre il processo di turnaround delle imprese debitrici, anche grazie alla nuova finanza che il fondo stesso può erogare, al fine di consentire una gestione proattiva dei crediti e degli immobili sottostanti.
La società guidata da Marina Natale ha chiuso il 2020 con un portafoglio di asset deteriorati in gestione in crescita del 46%, a quota 34 miliardi di euro. Questi ultimi sono suddivisi a metà tra posizioni secured e unsecured, di cui circa 14 miliardi (42%) sono Utp e crediti scaduti e circa 20 miliardi (58%) sono Npl. Del portafoglio globale, circa 26 miliardi (77%) sono relativi a esposizioni verso aziende (si veda altro articolo di BeBeez). Amco ha archiviato il primo semestre 2021 con asset in gestione per 33,1 miliardi di euro, il 43% in più rispetto al primo semestre 2020, ma un po’ meno dei 34 miliardi di fine 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) a causa del volume di Incassi, più che raddoppiati rispetto ai primi sei mesi del 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Del saldo 2021, il 58% è relativo a sofferenze e il 42% a Utp (inadempienze probabili) . Il 55% del totale é relativo a contratti di servicing, il rimanente deriva da acquisti di portafogli.
Dallo scorso aprile Amco offre anche garanzie su cartolarizzazioni sintetiche (dove non è prevista l’emissione di titoli da parte del spv) con sottostante crediti Stage 2, ovvero sub-investment grade (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Amco lo scorso aprile ha anche collocato una nuova emissione obbligazionaria senior unsecured per un importo nominale di 750 milioni di euro a scadenza 20 aprile 2028 con cedola dello 0,75%. Il titolo è stato collocato sotto la pari al prezzo di 99,303 (si veda altro articolo di BeBeez). Con i proventi di questa emissione Amco ha completamente rimborsato i prestiti contratti con Ubs e JP Morgan che hanno finanziato l’acquisto di 8,1 miliardi di euro di npl di Banca Mps nel quadro del progetto Hydra (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a Prelios, la società ha chiuso il primo semestre 2021 con asset in gestione complessivi per 37,2 miliardi, di cui 30,4 sono costituiti da credit servicing e i restanti 6,7 miliardi facenti capo all’investment management. Anche in questo caso la cifra è leggermente inferiore a quella di fine 2020 (38 miliardi, di cui 9 diUtp, si veda qui il comunicato stampa), per via dell’andamento degli incassi, superiori al previsto (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che il grande portafoglio Utp di Prelios deriva dall’accordo chiuso con Intesa Sanpaolo nel dicembre 2019, che prevedeva da un lato la gestione di un pacchetto di Utp da 6,7 miliardi e dall’altro la cessione di 3 miliardi di euro di Utp attraverso cartolarizzazione (si veda altro articolo di BeBeez).