La divisione credit management di Cerved ha chiuso il 2019 con un aumento del 25,4% dei ricavi a quota 187,3 milioni di euro (su un totale di 520,6 milioni dell’intero gruppo) e un balzo del 33,3% dell’ebitda rettificato a quota 53,8 milioni (su un totale di 236,6 milioni). Lo ha reso noto ieri Cerved in una nota con la quale ha presentato i conti 2019 (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti). La divisione credit information resta comunque il core business, con ricavi per 308 milioni, in aumento del 7,6%, e un ebitda rettificato di 156 milioni (+4,1%). Per la divisione credit management sono numeri molto buoni, che giustificavano le voci in base alle quali si dice che l’offerta messa sul piatto a suo tempo da Intrum fosse di ben 450 milioni di euro, pari a 8 volte l’ebitda, contro i circa 400 milioni di cui si parlava lo scorso autunno, cioé 6,5 volte l’ebitda (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma come si sa il coronavirus ha congelato l’operazione e il periodo di esclusiva concesso a Intrum si è chiuso nei giorni scorsi senza un nulla di fatto (si veda altro articolo di BeBeez).
In realtà quei numeri beneficiano di alcune entrate eccezionali e in particolare, oltre che delle cartolarizzazioni promosse da Quaestio Holdingi e delle acquisizioni di Eurobank Property Services sa. e di Euro Legal Service srl, anche del raggiungimento dei risultati a regime sulla gestione dei crediti deteriorati generati da Banca Monte Paschi di Siena.
Come noto, però, lo scorso luglio Mps ha deciso per la risoluzione del contratto decennale che assegnava alla piattaforma di gestione dei crediti Juliet, allora ancora controllata in joint venture da Cerved e Quaestio Holding, l’esclusiva del servicing di una parte dei crediti della mega-cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di Npl (si veda altro articolo di BeBeez) e contestualmente era stato previsto il pagamento di un indennizzo di 40 milioni di euro. A fine gennaio scorso, poi, Cerved Group ha acquisito per 43,25 milioni di euro, tramite Cerved Credit Management srl, il restante 50,1% di Quaestio Cerved Credit Management, la società con la quale Quaestio Holding sa e Cerved avevano acquisito Juliet nel 2017 da Mps.
La posizione finanziaria netta del gruppo si è attestata a 549,5 milioni rispetto ai 591,1 milioni al 31 dicembre 2018. Questa voce include il pagamento di 96,8 milioni tra dividendi e acquisizioni, e beneficia dei 40 milioni di indennizzo per la cessazione anticipata delle attività di special servicing sui crediti in sofferenza tra la piattaforma Juliet e Banca Mps, Il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed ebitda adjusted degli ultimi 12 mesi si è attestato a 2,3 volte al 31 dicembre 2019, in calo dalle 2,7 volte alla fine dell’esercizio precedente.
Il Cda di Cerved proporrà all’assemblea degli azionisti di destinare l’utile netto, pari a 41,53 milioni, a utili portati a nuovo, senza distribuire dividendi e di sospendere il Financial Outlook 2018-2020, dando appuntamento al prossimo Investor Day nella seconda metà dell’anno per un aggiornamento sulla strategia e i target finanziari. Due mosse dettate dall’emergenza sanitaria da Coronavirus.
L’amministratore delegato di Cerved Andrea Mignanelli ha spiegato in proposito: “L’attuale incertezza degli impatti del COVID-19 ha spinto il Consiglio di Amministrazione a non proporre una distribuzione di dividendi, anche se in presenza di un risultato netto positivo e di consistenti riserve. Riteniamo infatti strategico mantenere la liquidità all’interno del Gruppo per affrontare eventuali rischi e privilegiare il rafforzamento della struttura patrimoniale. Siamo prudenti, ma fiduciosi: già in passato il nostro business ha dimostrato di essere resiliente e, grazie alle pratiche di business continuity e ai progetti di smartworking, l’organizzazione sta reagendo bene all’emergenza”.
Intanto il titolo Cerved a Piazza Affari ha registrato un rimbalzo dai minimi dei giorni scorsi, chiudendo ieri a 5,255 euro per azione (+4,37%), per una capitalizzazione di 978 milioni di euro. Ben più bassa di quella di circa 8 euro che poco più di un anno fa aveva attratto le mire di Advent International. Il fondo, poi, aveva fatto marcia indietro, una volta che si erano diffuse le voci circa il suo interesse a delistare il gruppo e che le quotazioni erano salite sino a 9,6 euro (si veda altro articolo di BeBeez). Advent aveva messo sul piatto 1,8-1,85 miliardi di euro per l’equity di Cerved, per un enterprise value di circa 2,3 miliardi di euro, debito compreso. Cerved si era quotato a Piazza Affari nel giugno 2014 al prezzo di 5,1 euro per azione.