Banca Ifis e Credito Fondiario hanno allo studio la creazione di una joint venture per il servicng e l’investimento in crediti deteriorati. Lo hanno comunicato venerdì 2 agosto, precisando di aver sottoscritto una lettera di intenti non vincolante per approfondire la realizzazione della partnership (si veda qui il comunicato stampa).
In particolare, le due società stanno studiando la creazione di una nuova piattaforma in grado di operare lungo tutta la catena del valore della gestione dei portafogli di crediti deteriorati e presente in tutte le asset class (secured, unsecured, Npl, Utp, leasing, real estate e credito al consumo). La piattaforma dovrà essere in grado di competere, per dimensione, qualità dei servizi ed efficienza, con i principali operatori del mercato. Nell’ambito della partnership, si legge nella nota, “il gruppo Credito Fondiario consoliderebbe le attività combinate svolte dalla nuova piattaforma”; il che significa che Credito Fondiario avrebbe almeno il 51% della jv. Le parti si sono impegnate a trattare in esclusiva per 60 giorni, al fine di giungere alla sottoscrizione di accordi vincolanti.
L’attività di investimento in crediti deteriorati rappresenta da tempo una voce importante nel bilancio di Banca Ifis. I dati della semestrale, pubblicati scorso venerdì 2 agosto, hanno mostrato che sul margine di intermediazione consolidato dei primi sei mesi 2019, pari a 279,2 milioni di euro, il settore Npl ha pesato per 127,7 milioni di euro (119,3 milioni di euro al 30 giugno 2018, +7,0%) mentre il margine del settore imprese si attesta a 152,5 milioni di euro (165,1 milioni al 30 giugno 2018, -7,6%) (si veda il comunicato stampa).
Al 30 giugno il portafoglio di Npl di proprietà del Gruppo Banca Ifis era pari a 16,4 miliardi di valore nominale, a cui si aggiungono 6,4 miliardi in gestione conto terzi, tramite la controllata Fbs, per un ammontare complessivo di euro 22,8 miliardi (in valore nominale). La banca, tramite le sue controllate Ifis Npl (specializzata in crediti unsecured small ticket) e Fbs spa (quarto operatore nazionale nella gestione di gestione di Npl ipotecari e corporate), nel luglio scorso ha acquisito Npl per 1,4 miliardi di euro, di cui 700 milioni unsecured retail e 690 milioni relativi a nuove gestioni acquisite da Fbs spa sempre nel corso del primo semestre del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel secondo trimestre dell’anno Banca Ifis ha visto uno storico cambio della guardia al vertice, dopo 25 anni di guida da parte dell’ex amministratore delegato Giovanni Bossi, che a inizio marzo non è stato confermato dalla proprietà (si veda altro articolo di BeBeez). A guidare la banca a valle dell’assemblea di bilancio dello scorso 19 aprile è stato infatti nominato come nuovo ad Luciano Colombini, sinora ad di Banca Finint. Vice presidente, invece, è stato nominato ErnestoVon Furstenberg, figlio di Sebastien Egon Von Furstenberg, che è anche ceo de La Scogliera, la holding che controlla Banca Ifis al 50,177% (si veda altro articolo di BeBeez).
Le due note di Banca Ifis e di Credito Fondiario, identiche, non fanno parola di possibili operazioni sul capitale azionario di Credito Fondiario, sebbene nel frattempo il gruppo abbia dato mandato a Deutsche Bank e Goldman Sachs per valutare le opzioni strategiche per il futuro, con il dossier che è attualmente allo studio dei fondi Bain Capital Credit e Cerberus Capital Management, oltre che dei concorrenti Cerved Group e Prelios Credit Servicing (si veda altro articolo di BeBeez).
Credito Fondiario, guidato dal direttore generale Iacopo De Francisco, è controllato dal fondo Elliott dal 2016, che detiene circa l’82% del capitale, dopo l’aumento di capitale da 65 milioni di euro annunciato nell’ottobre 2018 e l’esercizio dell’opzione per arrivare appunto a poco meno dell’82%. Le restanti quote sono in mano al management e a Tages holding (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel luglio scorso, la società ha rilevato 740 milioni di crediti leasing di Ubi Banca (si veda altro articolo di BeBeez), mentre a febbraio Banco Bpm ha cartolarizzato il portafoglio da 7,4 miliardi di euro di NPL del Progetto ACE (si veda altro articolo di BeBeez), primo step previsto dall’accordo siglato lo scorso dicembre con Credito Fondiario e il fondo Elliot (si veda altro articolo di BeBeez) per portare Elliot a sottoscrivere il 95% dei titoli junior della cartolarizzazione, con Credito Fondiario che successivamente ha comprato il 70% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati di Banco Bpm (si veda qui il comunicato stampa) e che gestirà come servicer il portafoglio acquisito da Elliott, lo stock residuo degli NPL di Banco Bpm e, nei prossimi 10 anni, l’80% dei nuovi flussi di crediti deteriorati. Al 31 dicembre 2018 Credito Fondiario aveva oltre 50 miliardi di euro lordi di asset in gestione, tenuto conto della partnership con Banco Bpm (il dato non rettificato si attesta a 43,3 miliardi), in crescita rispetto ai 40,6 miliardi di fine dicembre 2017.