“L’eventuale cessione della piattaforma di gestione del portafoglio crediti deteriorati è un’ipotesi allo studio che stiamo valutando”. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato di BPER, Piero Luigi Montani, nel corso della conference call con gli analisti finanziari sui conti dei primi tre mesi del 2022, che hanno visto lo stock di NPE lordi sui libri della banca scendere a 4 miliardi di euro, con un calo dello 0,4% da fine 2021, con un NPE ratio lordo invariato al 4,9% (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Montani ha aggiunto: “Nel passato c’è sempre stata una punta di criticità su quello che era il nostro costo del credito e sul fatto che avevamo fatto molti accantonamenti, ma proprio gli accantonamenti fatti ci consentono di arrivare alle coperture attuali, grazie alle quali oggi sono aperte tutte le strade per qualsiasi ipotesi”. In ogni caso, ha concluso il manager, “la politica del derisking continuerà e sarà una politica accelerata” per arrivare sul fronte dei crediti deteriorati “a volumi considerevolmente molto più ridotti di quelli che abbiamo”.
Più nel dettaglio, le sofferenze lorde a fine trimestre erano pari a 2 miliardi di euro (-0,4% da fine 2021), gli UTP erano 1,9 miliardi (+0,5%) e i crediti scaduti 109,6 milioni (-14,2% da fine 2021). Quanto ai valori netti, l’NPE ratio netto è rimasto a sua volta invariato rispetto a fine 2021 a quota 2%, a fronte di un coverage ratio del totale dei crediti deteriorati in leggero aumento al 60,6% dal 60,4% di fine 2021. Le sofferenze nette sono scese a 500 milioni di euro (-5,2%) con un livello di copertura in aumento al 73,2% (71,8%); le inadempienze probabili nette sono salite a un miliardo (+3,4%) con un livello di copertura del 49% in linea con il livello di fine 2021 (50,4%); e i crediti scaduti netti sono scesi a 76,7 milioni (-18,9%) con una copertura del 30% in aumento dal 25,9% di fine 2021. La copertura dei crediti performing si attesta a 0,64% in aumento rispetto al 0,57% di fine 2021, in particolare la copertura delle esposizioni classificate a Stage 2 è salita al 4,0% dal 3,5% di fine 2021.
Ricordiamo che BPER a fine 2021 aveva cartolarizzato un portafoglio da un miliardo di euro lordi di NPL che era stato acquisito dall’spv Grogu spv srl, in un’operazione che contestualmente aveva visto anche Intesa Sanpaolo cedere un portafoglio da 2 miliardi di euro allo stesso spv (si veda altro articolo di BeBeez). La cartolarizzazione ha previsto la richiesta della GACS per le note senior e Intrum Italy e Prelios Credit Solutions sono stati designati special servicer.
In precedenza, a fine dicembre 2020, BPER insieme alla controllata Banco di Sardegna, aveva concluso una cartolarizzazione su un portafoglio di sofferenze da 322 milioni di valore lordo esigibile complessivo, composto da crediti secured per il 49% e da crediti unsecured per il 51% (si veda altro articolo di BeBeez). Per i titoli senior era stata richiesta la GACS. L’operazione seguiva quella del giugno 2020, cioé la cartolarizzazione da parte di Banco di Sardegna e Cassa di Risparmio di Bra, entrambe facenti capo a BPER, di un portafoglio di sofferenze da 1,4 miliardi di euro di valore lordo esigibile attraverso il veicolo Spring spv srl, che aveva emesso tre classi di titoli per un ammontare di 343,4 milioni di euro, di cui 320 milioni di tranche senior, corrispondente al 26,2% del valore lordo contabile di 1,2 miliardi, e per la quale era stata chiesta la Gacs (si veda altro articolo di BeBeez).
BPER aveva condotto anche una cartolarizzazione con GACS da 900 milioni di euro tramite la spv 4Mori Sardegna nel giugno 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e un’altra da 1,9 miliardi tramite la spv Aqui srl nel novembre successivo (si veda altro articolo di BeBeez). A queste operazioni va poi aggiunta la cessione di un portafoglio a UnipolRec per 1,3 miliardi, realizzata nel febbraio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).