Cerved si è aggiudicata la gara per Juliet, la piattaforma di gestione degli Npl del gruppo Mps. Lo ha comunicato ieri in tarda serata Mps (scarica qui il comunicato stampa), precisando che il corrispettivo della cessione è stato fissato in 105 milioni, a cui potrebbe aggiungersi un earn out sino a un massimo di 66 milioni, basato sul raggiungimento di risultati economici conseguiti nell’arco temporale sino al 2024.
Il closing dell’operazione, previsto entro il primo trimestre 2017, è soggetto oltre che all’approvazione dell’autorità di vigilanza anche al positivo completamento dell’operazione da parte della banca, di aumento di capitale e contestuale deconsolidamento dei crediti in sofferenza. Mediobanca ha agito in qualità di advisor finanziario della banca mentre lo studio legale Bonelli Erede ha agito come advisor legale.
Secondo quanto riferisce oggi MF Milano Finanza, l’altro pretendente, cioé doBank, il gruppo bancario nato dall’ex-Uccmb e che insieme a Italfondiario fa capo a Fortress, avrebbe fatto un passo indietro nel corso del weekend (si veda altro articolo di BeBeez). Così ieri il Consiglio di amministrazione di Mps avrebbe analizzato soltanto l’offerta vincolante presentata da Cerved.
Le offerte non vincolanti erano state presentate lo scorso 30 settembre. Tra gli altri interessati c’era una cordata formata da Christofferson Robb & Co (Crc) e Prelios; un’altra cordata formata da Lone Star e dal servicer italiano Caf, controllato al 100% dalla stessa Lone Star; e Kkr e Vaerde Partners.
La nota di Mps spiega che “l’operazione prevede la cessione a Cerved Group spa del veicolo che avrà in gestione le sofferenze non cartolarizzate e una percentuale significativa di quelle che si genereranno nei prossimi dieci anni. Nel veicolo confluirà il personale, su base volontaria, che intenderà far parte della nuova entità. Il veicolo avrà altresì il diritto di aggiudicarsi la gestione di 1/3 delle sofferenze oggetto di cartolarizzazione, nel contesto della più ampia operazione di aumento di capitale e contestuale deconsolidamento dei crediti in sofferenza, comunicata al mercato lo scorso 25 ottobre”.
L’esame dell’offerta per Juliet ieri era parte di un ordine del giorno molto denso per il Cda di Mps, che ha anche varato l’attesa offerta di conversione dei bond subordinati in equity (scarica qui il comunicato stampa), come parte del piano di ricapitalizzazione della banca da affiancarsi alla ricerca degli anchor investor (ora si parla sopratutto della Qatar Investment Authority e di Temasek) e al progetto di cartolarizzazione degli Npl.
Nel dettaglio Mps ha annunciato “l’intenzione di promuovere un’offerta pubblica di acquisto volontaria con obbligo di reinvestimento del corrispettivo in azioni ordinarie Bmps di nuova emissione” su 4 bond subordinati Tier 1 (3 al prezzo di 85 centesimi del nominale e uno al prezzo di 20 centesimi) e su 7 bond Tier 2 (tutti da acquistarsi alla pari). L’offerta è promossa sull’intero valore nominale attualmente in circolazione dei titoli per un totale nominale di poco meno di 4,3 miliardi di euro.
Non è però possibile ragionare su un rapporto di concambio tra bond e azioni, visto che non è stato ancora comunicato quale sarà il prezzo di sottoscrizione delle azioni di nuova emissioneal servizio di questa operazione, ma che è stato specificato che quel prezzo sarà “il medesimo di quelle riservate all’aumento di capitale”.
Qui sotto l’offerta esatta di Mps prevista per ciascun bond subordinato