Il business del distressed credit si è rivelato il principale motore per ricavi e redditività di Illimity Bank nel 2022. In particolare, ha contribuito ai ricavi del gruppo con ben 113,2 milioni di euro, pari al 65% del totale dei 162,2 milioni di ricavi. Inoltre ha registrato un utile lordo di 118,8 milioni, andando a controbilanciare le perdite di altri business come quello ancora in consolidamento della divisione direct banking, che include la piattaforma di banca diretta retail illimitybank.com, la piattaforma digitale dedicata alle pmi, b–ilty e la fintech Hype, con il gruppo che chiuso con 100,9 milioni di euro di utile lordo consolidato e 75,3 milioni di euro di utile netto (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Un peso positivo, quello della divisione distressed credit sul totale del business di Illimity, che già era ben evidente nei conti dei 9 mesi (si veda altro articolo di BeBeez).
Più nel dettaglio, nel 2022 i volumi di crediti netti verso la clientela della divisione distressed credit di illimity bank sono ammontati a 1,5 miliardi di euro, in aumento del 18% da dicembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) e del 14% da settembre 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), soprattutto per effetto della robusta business origination, più che raddoppiata nel quarto trimestre rispetto ai tre mesi precedenti, a 665 milioni. L’attività di investimento in crediti deteriorati è aumentata in modo particolare durante il quarto trimestre dell’anno passato, aumentando di ulteriori 213 milioni rispetto ai circa 205 milioni dei primi nove mesi, il che ha portato il totale dei crediti acquisiti nel 2022 a circa 418 milioni (in termini di valore netto), in crescita di circa il 50% rispetto all’anno precedente. Nel corso dei trimestri precedenti illimity aveva infatti effettuato importanti acquisizioni di portafogli NPE, come gli 1,3 miliardi rilevati da UniCredit a fine giugno (si veda altro articolo d BeBeez), e l’acquisto di un portafoglio di UTP secured del valore di oltre 340 milioni al gruppo MPS come parte di un’operazione più ampia che vedeva coinvolti come servicer anche Intrum e Amco (si veda altro articolo di BeBeez).
Per quanto riguarda il senior financing, nel 2022 il totale delle operazioni si è attestato a circa 145 milioni, più che raddoppiate rispetto al 2021. 46 milioni afferiscono solamente al quarto trimestre, cui hanno fatto seguito 80 milioni di transazioni già deliberate ma non ancora contabilizzate nel mese di gennaio, anche per effetto di uno slittamento temporale nel perfezionamento delle operazioni. La pipeline dei prossimi mesi per il senior financing è di circa 40 milioni.
Quanto all’attività di servicing, le masse in gestione di neprix, società del gruppo specializzata nella gestione dei crediti deteriorati verso aziende, si sono attestate a circa 10 miliardi lordi (“gbv”), in aumento del 54% rispetto ai 6,4 miliardi riportati alla fine del 2021, sia per effetto dell’integrazione di AREC (Aurora Recovery Capital) che dell’aumento dei mandati non-captive. Il saldo incorpora peraltro il già citato acqusito del portafoglio di utp immobiliari da Mps, operazione che ha evidenziato i primi effetti della sinergia tra la stessa neprix e AREC, uno dei principali servicer di crediti distressed garantiti di origine immobiliare di grossa taglia, acquisita nello scorso mese di maggio (si veda altro articolo di BeBeez), successivamente fusa in neprix.
In riferimento a Quimmo, piattaforma creata per coprire l’intera catena del valore (dalla pubblicazione degli annunci immobiliari ai servizi di agenzia) della compravendita di immobili a garanzia di crediti distressed, sia sul mercato immobiliare giudiziale, che su quello libero, la società presenta un patrimonio in gestione pari a circa 2,2 miliardi, di cui circa il 90% proviene da attività non captive. L’esercizio 2022 è stato chiuso con un risultato prima delle imposte negativo per circa 3,2 milioni, principalmente a seguito degli investimenti effettuati per il completamento del set-up della piattaforma funzionale alla strategia di sviluppo nel mercato immobiliare libero.
Grazie a queste attività, la divisione distressed credit si è confermata come detto nel 2022 il principale contributore ai risultati economici consolidati del gruppo con volumi in crescita sia nel senior financing (+40% su base annua e +5% su base trimestrale) che negli investimenti in crediti deteriorati (+11% su base annua e +19% su base trimestrale).
Adiacente al business della divisione distressed credit c’è quella di illimity sgr, guidata da Paola Tondelli, che gestisce il fondo “illimity Credit & Corporate Turnaround”, il cui patrimonio di UTP in gestione a fine 2022 ha raggiunto circa 220 milioni di euro (in termini di valore netto dei crediti), a seguito del quarto closing di circa 30 milioni di euro portato a termine in ottobre. Il fondo era stato lanciato in piena pandemia alla fine del 2020 con un target di raccolta complessiva di 350 milioni lordi (si veda altro articolo di BeBeez) e un hard cap a quota 600 milioni. Il fondo aveva annunciato poi un primo closing ad aprile 2021 a quota 200 milioni di euro, grazie al conferimento di crediti vantati da sette banche italiane verso 33 aziende di vari settori (si veda altro articolo di BeBeez).A fine dicembre 2021 era stata raggiunta una raccolta complessiva di 280 milioni di euro grazie a una serie di closing avvenuti nei mesi precedenti per circa 80 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel settembre 2022 l’sgr ha poi lanciato il suo secondo fondo, iREC (illimity Real Estate Credit), focalizzato su crediti deteriorati con sottostante immobiliare, che vede neprix nel ruolo di special servicer. Contestualmente al lancio è stato annunciato il primo closing, che ha visto le banche conferire crediti per un ammontare lordo complessivo, quasi del tutto garantito, di oltre 170 milioni di euro verso 77 società operanti soprattutto nel settore immobiliare in un range variegato di attività (industriale, commerciale, residenziale, hospitality, energy) (si veda altro articoilo di BeBeez). A fine dicembre il patrimonio totale in gestione del fondo (in termini di valore netto dei crediti) aveva raggiunto quota 110 miloni di euro. A fine gennaio, poi, iREC ha effettuato il secondo closing grazie al quale sono stati apportati ulteriori crediti per circa 95 milioni di valore nominale, che hanno fatto salire la raccolta complessiva a circa 270 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). In arrivo, poi, si legge nella presentazione agli analisti, ci sono altri tre fondi: l’NPL Granular Fund, uno dedicato all’acquisto di portafogli NPL granulari; il Selective Credit Fund, dedicato a investimenti in strumenti finanziari corporate performing (private equity e debito subordinato); e il Capitale Rilancio Fund, dedicato alle operazioni di ristrutturazione aziendale, che investirà in equity e debito lungo tutta la struttura del capitale e che, come dice il nome, fa immaginare che punterà ad attingere alle risorse del Fondo Patrimonio Rilancio, l’iniziativa varata nel 2021 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e gestita dalla CDP per promuovere una serie di veicoli dedicati appunto al rilancio di aziende in difficoltà (si veda altro articolo di BeBeez ).
Quanto alla divisione growth credit, è proseguita la crescita anche nel quarto trimestre con un contributo crescente ai risultati del Gruppo. I crediti netti verso la clientela di questa divisione sono aumentati a circa 2 miliardi (+42% su base annua e del 13% rispetto al dato di settembre 2022), con una crescita che è stata trainata da tutti i segmenti di business.
Il segmento cross-over & acquisition finance ha registrato circa 481 milioni di nuove erogazioni (+53% da fine 2021), di cui 171 milioni nel quarto trimestre. Un importante contributo derivante dal rilascio di garanzie pubbliche, uno strumento utilizzato per oltre il 50% delle nuove erogazioni dell’intero esercizio, che ha consentito alla banca di ottenere una elevata redditività sul capitale in ragione del basso profilo di rischio e del limitato assorbimento di capitale. Le nuove erogazioni effettuate il mese scorso, insieme ai crediti non erogati ma con accordi già firmati, si sono attestate a circa 46 milioni, la pipeline per i prossimi mesi é di circa 76 milioni.
Il segmento turnaround, negli ultimi tre mesi del 2022, ha generato nuovi volumi di business per circa 76 milioni, portando così a 346 milioni il totale dei nuovi volumi di business nell’intero anno, in aumento del’29% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il percorso di crescita del turnaround è proseguito anche a gennaio 2023, con generazione di nuovo business per circa 72 milioni. La pipeline dei prossimi mesi si rivela promettente, pari a circa 173 milioni, con un particolare focus su operazioni di ristrutturazione. Complessivamente circa il 58% dei volumi originati del cross-over & acquisition finance e del turnaround nel quarto trimestre 2022 sono assistiti da garanzia pubblica.
In crescita anche l’attività di factoring, con oltre 588 milioni di turnover nel quarto trimestre 2022 e circa 1,84 miliardi di turnover cumulato nell’intero anno, in progresso di circa il 57% rispetto al turnover cumulato nell’anno precedente. I volumi di crediti al 31 dicembre scorso, invece, pari a 481 milioni, sono aumentati dell’31% rispetto a fine dicembre 2021.
La divisione growth credit ha chiuso l’anno scorso con circa 73,7 milioni di ricavi, in crescita del 49% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, risultato conseguito grazie al significativo aumento dei volumi di business realizzato nel periodo. Nello stesso intervallo di tempo, i costi operativi della divisione hanno registrato un calo dell’1,6%. Il cost/income ratio si è ridotto a circa il 24%, in miglioramento rispetto al dato del 2021 (37%), confermando l’elevata scalabilità della struttura operativa della divisione. L’utile prima delle imposte relativo ai 12 mesi ha raggiunto i 53,6 milioni, +61% rispetto al 2021. Intanto lo scorso gennaio Illimity ha già liberato capitale di vigilanza per continuare a finanziare pmi. La banca ha infatti cartolarizzato un portafoglio di crediti performing dal valore nominale di circa 530 milioni di euro, composto da 82 finanziamenti concessi dalla stessa illimity a 69 imprese del segmento SMEs e mid-cap (si veda altro articolo di BeBeez).
Inoltre, la divisione direct banking, che include la piattaforma di banca diretta retail illimitybank.com, la piattaforma digitale dedicata alle pmi, b–ilty, e la fintech Hype, ha riportato un risultato economico pre–tasse negativo per 13 milioni di euro nel 2022. Al 31 dicembre, illimitybank.com ha generato una raccolta diretta da clientela retail di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 12% circa rispetto a fine settembre 2022. I risultati della divisione includono anche 17 milioni di euro relativi all’accordo di licenza d’uso tra l’istituto di credito e il Gruppo ION della piattaforma IT sviluppata da illimity.
Nel quarto trimestre b-ilty, prima banca ad offrire una gamma completa di servizi bancari digitali al mondo delle piccole imprese italiane, ha completato l’offerta dei servizi che prevede una gamma completa di transazioni digitali, carte e pagamenti, finanziamenti di breve e medio termine e prodotti assicurativi per la protezione del credito. L’anno scorso, ha registrato un risultato pre-tasse negativo di 10,4 milioni che riflette i costi di impianto e gli investimenti effettuati e ha visto un set up dell’iniziativa prolungato per rafforzare ulteriormente il motore di credito di artificial intelligence e per rendere l’offerta ancora più distintiva. Nel corso dell’anno, inoltre, sono stati analizzati crediti per un valore complessivo di 400 milioni ed è stato dato seguito all’erogazione di 50 milioni, continuando a seguire un approccio molto selettivo. Tutti i crediti erogati sono assistiti da garanzie pubbliche o private.
Per quanto concerne Hype, joint venture con Fabrick – Gruppo Sella, ha confermato la sua posizione di leadership anche per gli ultimi tre mesi dell’anno passato, con una base clienti di 1,7 milioni (crescita a/a di oltre 162 mila clienti). In aumento anche il numero di transazioni, a 103 milioni nel quarto trimestre 2022 (+35% a/a), e i ricavi lordi, che hanno superato i 19,7 milioni nell’intero 2022 (+42% a/a). La società ha chiuso l’anno con un risultato netto negativo di 14,7 milioni, con la quota di pertinenza illimity pari a 7,3 milioni di perdita netta pro-quota (rispetto al risultato negativo di 8,2 milioni del 2021). Nei risultati sono inclusi 3,5 milioni relativi all’accordo di licenza d’uso tra illimity e il Gruppo ION della piattaforma IT sviluppata da illimity.
La atttività sopra descritte hanno fruttato un risultato di gestione di circa 131 milioni di euro, con un aumento del 18% rispetto al 2021 e un utile netto di 75,3 milioni di euro (+15% a/a).
Nel quarto trimestre 2022, il patrimonio di vigilanza primario phased–in (CET1 Capital) è aumentato a circa 683 milioni di euro, principalmente per effetto dell’utile generato. Si segnala che il CET1 Capital fully loaded, ottenuto non considerando l’effetto dei filtri prudenziali temporanei sui titoli governativi e sulle perdite attese sui crediti (c.d. Banking package), si è attestato a circa 663 milioni di euro.
Corrado Passera, ceo e fondatore di illimity, ha commentato: “Siamo particolarmente orgogliosi di questi risultati conseguiti nonostante gli investimenti dedicati al lancio di nuove iniziative tech, Bilty, Quimmo e Hype, che creeranno grande valore per il gruppo. Abbiamo completato la nostra piattaforma IT, che ci permetterà di sfruttare pienamente le nuove tecnologie dei dati e di Intelligenza Aumentata e Artificiale. Forti dei risultati fin qui conseguiti continueremo a crescere restando focalizzati sul supporto alle pmi, a cui abbiamo finora erogato crediti per più di 2,6 miliardi e nella gestione dei crediti distressed corporate con un focus crescente sul settore UTP. Confermiamo quindi le linee guida del nostro piano strategico e ci siamo dati un obiettivo per l’anno in corso di 100 milioni di utile netto”.