Nei primi nove mesi del 2021, i recuperi di cassa sui portafogli Npl acquistati da Banca Ifis hanno raggiunto il massimo storico attestandosi a 252 milioni di euro (+38% rispetto ai 183 milioni di euro dello stesso periodo del 2020) a conferma della insensibilità del portafoglio alla crisi. Lo riporta lo stesso istituto di credito veneziano in occasione della pubblicazione dei risultati al terzo trimestre del 2021 (si veda qui il comunicato stampa e qui la relazione sulla gestione). Segno evidente che la ripresa in atto dell’economia italiana sta facendo sentire i suoi effetti anche sul credito distressed. A questo proposito è significativo che anche dai crediti in moratoria arrivi un segnale positivo molto importante: il 74% dei clienti ha infatti ripreso regolarmente i pagamenti. E i rimanenti crediti in moratoria, pari a 211 milioni di euro, sono principalmente costituiti da crediti in leasing, con sottostante veicoli, beni strumentali e mutui principalmente garantiti dallo Stato.
Nessuna meraviglia quindi che l’utile netto di periodo del Settore Npl abbia toccato i 32,1 milioni di euro, che rappresenta, come riporta la tabella in pagina, un balzo del 151,4% rispetto ai 12,8 milioni di euro del medesimo periodo del 2020, proprio grazie alla ripresa di tutte le attività in questo business.
Dinamiche che sono oltretutto di buon auspicio anche per le sorti del superinvestimento finalizzato appena due giorni fa da Banca Ifis, cioè l’acquisto da Cerberus di 2,8 miliardi di euro di crediti deteriorati. Si tratta di 300 mila esposizioni unsecured erogate all’origine da alcune banche e finanziarie italiane, principalmente prestiti personali e al consumo e prrestiti auto. Un’operazione, per dimensioni la più rilevante vendita diretta di Npl del 2021 in Italia, sia nel mercato primario che in quello secondario, che ha consentito di raggiungere in anticipo l’obiettivo in termini di acquisti di portafogli Npl stimato per il 2021, circa 3 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). e che porterà il portafoglio di Npl in gestione a Banca Ifis a circa 22 miliardi di euro lordi (si veda qui pag. 20 della presentazione agli analisti). E commentando i risultati il ceo di Banca Ifis, Frederik Geertman, in proposito è molto fiducioso: “Questa operazione fornirà un solido contributo alla redditività della Banca nei prossimi anni”.
Più in generale, Banca Ifis nei primi tre trimestri del 2021 ha conseguito un margine di intermediazione in crescita a 449,2 milioni di euro (+39,6% rispetto ai 321,7 milioni di euro del 30.09.2020)
garzie anche alla dinamicità del Settore Commercial & Corporate Banking (il cui margine è aumentato del 202%). Anche i costi operativi crescono, ma molto più lentamente, a 267,6 milioni di euro (+16,6% rispetto ai 229,4 milioni di euro al 30.09.2020), soprattutto per le maggiori spese legali legate all’attività del Settore Npl. Dinamiche che hanno consentito all’utile netto di pertinenza della Capogruppo di crescere a doppia cifra (+53,2%) a 80,2 milioni di euro rispetto ai 52,3 milioni dello stesso periodo del 2020. Escludendo la plusvalenza straordinaria di 24,2 milioni di euro di cui beneficiava il 2020 per la cessione dell’immobile di Corso Venezia a Milano, il risultato è quintuplicato rispetto al 2020.
MIgliora anche la solidità patrimoniale. Il CET1 ratio è al 16,2% (15,5% a fine 2020), mentre il Total Capital Ratio è al 20,% (19,9% a fine 2020). senza tenere conto degli effetti del consolidamento nella holding del gruppo, La Scogliera e senza includere gli utili generati dal gruppo bancario nei primi nove mesi del 2021.
Ha aggiunto Geertman “I risultati dei primi nove mesi confermano la capacità della Banca di presidiare con efficacia specifici business e di cogliere le opportunità offerte dal mercato in sensibile ripresa. L’utile netto di periodo di pertinenza della Capogruppo va oltre le nostre aspettative”
E infatti il management ha rivisto al rialzo la guidance per il 2021, stimando un margine di
intermediazione tra 570 e 590 milioni di euro e un utile di esercizio tra 90 e 100 milioni, assumendo uno scenario in progressivo miglioramento, nessuno shock macroeconomico o pandemico e il continuativo supporto dei Governi e delle banche centrali alla ripresa economica.
Ieri a Piazza Affari il titolo ha chiuso a 16,74 euro, con un rialzo non superiore allo 0,6%, tuttavia negli ultimi sei mesi il titolo ha guadagnato il 45,4%. Evidentemente il mercato già si aspettava simili risultati.