Il Ministero del Tesoro punta ad aggiornare ulteriormente la legge 130 sulle cartolarizzazioni entro la fine della legislatura. Lo ha assicurato ieri Alessandro Rivera, responsabile Policy e Regulation del MEF e presidente di Sga, in occasione del suo intervento a Milano alla Inm Investor’s Conference on Italian & European Npls.
Non è chiaro però se il provvedimento è sarà approvato entro l’anno oppure all’inizio del 2018. In ogni caso l’idea è aggiustare ulteriormente la disciplina delle cartolarizzazioni, andando oltre le novità introdotte dalla manovrina dello scorso giugno (si veda altro articolo di BeBeez e qui il testo del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017, n. 96, art. 60-sexies).
Come ricordato qualche giorno fa anche dal vice capo della vigilanza di Banca d’Italia, Andrea Pilati, in occasione del suo intervento al convegno AIAF (scarica qui il testo dell’intervento), per la presentazione del quaderno sulle cartolarizzazioni, la manovrina ha introdotto una serie di novità importati, ma restano alcuni punti sui quali lavorare (si veda altro articolo di BeBeez).
In particolare all’attenzione del Tesoro ci sono aggiustamenti sul fronte delle cartolarizzazioni di crediti derivanti da canoni leasing a cui sono associati immobili e il tema degli immobili residenziali. Su quest’ultimo fronte lo scorso ottobre è stata presentata una proposta di legge di cui è primo firmatario Fabrizio di Stefano, deputato Pdl e membro della Commissione finanze della Camera, grazie al supporto tecnico di Ubaldo Palmidoro, fondatore di Centaurus Credit Management, noto servicer romano (si veda altro articolo di BeBeez). E in Parlamento c’è un interesse bipartisan allo sviluppo del progetto proposto, cioé quello di chiedere al governo di capitalizzare una grande Reoco Italia a partecipazione pubblica, che abbia il compito di acquistare a prezzo di mercato da asta giudiziaria gli immobili a garanzia degli Npl in portafoglio alle varie banche. In questo modo, da un lato le banche rientrerebbero di tutto o parte di loro crediti, mentre dall’altra il governo avrebbe utilizzato soldi pubblici per avere in cambio asset in grado di produrre reddito. La stragrande maggioranza degli immobili che sono in asta oggi, infatti, è composta da immobili residenziali di piccolo taglio. In molti casi si tratta di prime case e quindi di famiglie che hanno tutto l’interesse a restare nell’immobile e con le quali potrebbe essere trovato un accordo sul pagamento di un affitto più basso di quella che era la rata del loro mutuo, magari con un’ipotesi di riscatto nel lungo periodo.
Rivera ha inoltre ricordato anche il recente rinnovo della garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni che attende solo il decreto e ha detto che il governo “valuterà ulteriori estensioni dello schema di garanzia pubblica sulle sofferenze oltre la scadenza di settembre 2018. Abbiamo concordato e chiarito con la Commissione la possibilità di estendere lo schema di 12 mesi in 12 mesi finché permarrà un interesse da parte dell’Italia”,
Rivera ha sottolineato che nei primi 18 mesi delle Gacs sono state applicate garanzie sulle tranche senior di tre operazioni per un valore complessivo di 860 milioi e ha aggiunto: “Riteniamo che l’interesse permanga. Ci sono ulteriori richieste di garanzia che ci aspettiamo di ricevere nei prossimi mesi, compresa quella di Mps”.
Infine, sulle nuove regole della Bce per i crediti deteriorati, oggi in fase di consultazione, Rivera ha detto che “c’è spazio per fare migliore chiarezza” e “sicuramente un quadro regolamentare più chiaro facilita anche le stesse quotazioni in Borsa”, compresa quella di Monte dei Paschi, che da quando lo scorso 25 ottobre è tornata in quotazione a Piazza Affari è in continuo calo rispetto al prezzo di debutto di 4,55 euro ad azione. Ieri il titolo ha chiuso ax euro.
Secondo il manager del Tesoro, i prezzi di Mps in borsa, di gran lunga inferiori a quelli con cui il MEF ha comprato la sua quota, che potrebbe arrivare fino al 70% con l’offerta agli obbligazionisti, “sono tali perché in questo momento sono i multipli di mercato a essere così: il Monte è allineato alle altre banche. È una situazione che può cambiare con la progressiva soluzione del problema degli Npl. E’ chiaro che l’aspettativa è che le cose sul mercato migliorino e che ci siano opportunità per il Tesoro in quanto azionista”.