L’attesa cessione del pacchetto di 800 milioni di euro di sofferenze corporate pmi annunciata da UBI Banca nel febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e che è attesa entro fine settembre (si veda altro articolo di BeBeez), potrebbe salire di dimensione, a quota un miliardo di euro, portando l’NPE ratio al 6,4%.
Lo ha detto ieri in conference call con gli analisti il ceo di UBI Banca, Victor Massiah, commentando i risultati semestrali (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione), prima di salutare gli analisti e annunciare le sue dimissioni a valle del successo dell’opa di Intesa Sanpaolo, i cui risultati sono stati annunciati nella tarda serata di ieri (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, risultano portate in adesione all’offerta 1.031.958.027 azioni UBI Banca, pari a circa il 90,203% delle azioni UBI oggetto dell’offerta e a circa il 90,184% del capitale sociale di UBI Banca, che, sommate a quelle già detenute da Intesa Sanpaolo al momento del lancio dell’opa, portano Intesa Sanpaolo a detenere complessivamente il 91,0139% del capitale sociale di UBI Banca.
Tornando alla qualità del credito di UBI Banca, lo stock di crediti deteriorati totali lordi è sceso a 6,57 miliardi a fine giugno dai 6,7 miliardi di fine marzo (si veda altro articolo di BeBeez), con il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti che si è attestato al 7,48% dal 7,51% di marzo e a circa al 6,6% pro-forma, se si tiene conto della cessione in corso di Npl verso pmi ancora nella precedente ipotesi di 800 milioni di euro di dimensioni. A fine giugno 2020, le coperture dei crediti deteriorati complessivi risultano in crescita sia in termini di coperture contabili (40,52% dal 39,56% di fine marzo e dal 39,00% al 31 dicembre 2019) che includendo i write off (52,96% dal 52,03% di fine marzo e dal 50,92% di fine esercizio 2019). In termini netti, i crediti deteriorati sono scesi a 3,9 miliardi dai 4,03 miliardi di fine marzo, con l’NPE ratio netto che è sceso a al 4,61% dal 4,70% di marzo.