E’ stato pubblicato ieri l’annuncio in Gazzetta Ufficiale che fornisce i dettagli circa l’operazione di cartolarizzazione da 1,5 miliardi di euro di crediti commerciali di Acciaierie d’Italia spa, la società nata nell’aprile 2021 per rilevare l’ex Ilva di Taranto e controllata al 62% dal gruppo ArcelorMittal (attraverso Am InvestCo) e al 38% da Invitalia (si veda qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale)
Nel dettaglio, Acciaierie d’Italia, guidata dall’amministratore delegato Lucia Morselli, ha firmato lo scorso 24 febbraio l’accordo di cessione di un primo portafoglio di crediti commerciali, parte di un plafond complessivo da 1,5 miliardi da cedere in un periodo di 12-18 mesi, alla società veicolo di cartolarizzazione SPV Project 2104 srl, dotandosi così di capitale circolante a supporto del rilancio dell’attività, che, secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi, potrà raggiungere i 6 milioni di tonnellate di acciaio prodotte nei prossimi dodici mesi, in attesa di tornare nel 2025 agli 8 milioni di tonnellate di produzione previsti a regime dal nuovo piano industriale. Il gruppo siderurgico, che chiuderà il 2021 con circa 3,5 miliardi di euro di fatturato e un risultato positivo, ma i costi di produzione sono molto elevati e superano il miliardo di euro. Da qui la necessità di avere liquidità.
Il trasferimento dei primi crediti avverrà domani 10 marzoIl e il contratto di cessione prevede poi che SPV Project 2104 acquisti ulteriori crediti derivanti da contratti di fornitura. Master servicer della cartolarizzazione è Zenith Service spa (Gruppo Arrow Global), mentre sub-servicer è la stessa Acciaierie d’Italia.
A sottoscrivere le note di cartolarizzazione è stata in prima battuta, sempre secondo Il Sole 24 Ore, Morgan Stanley, che provvederà a sua volta a sindacare l’operazione ad altri investitori istituzionali. Advisor finanziario dell’operazione per Acciaierie d’Italia è stato Mediobanca, mentre Cleary Gottlieb ha seguito gli aspetti legali. Chiomenti infine ha assistito Morgan Stanley.
Intanto in base agli accordi iniziali, il prossimo maggio è previsto l’aumento di capitale che, diluendo ulteriormente ArcelorMitttal, dovrà portare Invitalia al 60% del capitale. Tutto questo, però, in subordine a tre condizioni sospensive: la modifica del piano ambientale esistente per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; l’assenza di misure restrittive, nell’ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata, nei confronti di Am InvestCo; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto.
I siti e le strutture di Acciaierie d’Italia occupano una superficie complessiva superiore ai 17 milioni di metri quadrati e danno lavoro a più di 10.000 persone, a cui si aggiungono i dipendenti delle aziende dell’indotto. Lo stabilimento di Taranto è l’unico a ciclo integrale presente in Italia e riceve le materie prime attraverso i 4 sporgenti in concessione presso il Porto di Taranto. La flotta, gestita da ADI Servizi Marittimi, è composta da 1 nave cargo, 4 spintori e 8 chiatte che consentono anche il trasporto verso il sito di Genova e da questo a Novi Ligure, Racconigi, Legnago e Paderno Dugnano. Il sito di Taranto è dotato di 200 km di binari per il trasporto ferroviario, 50 km di strade e 90 km di nastri trasportatori per la movimentazione delle materie prime.