Eco Eridania spa, società di Arenzano (Genova) specializzata in raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali, parte della community Elite di Borsa Italiana, ha concluso una complessa operazione di finanziamento con un pool di banche formato da Banco Bpm (nel ruolo anche di banca agente), Natixis e UBI Banca. Il finanziamento è destinato in parte al rimborso di linee di credito esistenti e in parte al finanziamento di investimenti e del capitale circolante netto.
La società è controllata dallo scorso giugno dal fondo Icon Infrastructure Partners IV e al suo terzo giro di private equity, con la famiglia del fondatore e amministratore delegato di Eco Eridania, Andrea Giustini, che ha reinvestito per una minoranza con la sua holding Roccaforte srl.
Nell’operazione Eco Eridania è stata affiancata da Orrick sul piano legale e da Arcus come advisor finanziario, mentre le banche finanziatrici sono state supportate da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners.
Eco Eridania negli ultimi anni è stata particolarmente sul fronte delle emissioni obbligazionarie. Nel dicembre 2014 la società ha infatti emesso un minibond da 10 milioni di euro che è stato interamente sottoscritto dal fondo Muzinich Italian Private Debt per consentire di sostenere il piano di sviluppo dell’azienda genovese, che prevedeva sia investimenti funzionali alla crescita organica, sia acquisizioni di aziende del settore.
Nel novembre 2015 la società aveva poi comprato Eco Mistral srl, a sua volta specializzata nella raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti di origine sanitaria e industriali. Anche in quel caso l’operazione era stata supportata con un’emissione di bond, per un controvalore non precisato, che era stata tutta sottoscritta dal fondo di Muzinich.
Infine, nel novembre 2016, Eco Eridania, ha collocato in private placement le prime due tranche di un bond da 82,5 milioni di euro che sono state interamente sottoscritte dai fondi Muzinich European Private Debt e Pemberton Emmdf I Holdings e Pemberton Debt Holdings I, mentre contestualmente gli azionisti avevano sottoscritto un aumento di capitale da 20 milioni. Il tutto per supportare l’acquisizione di Mengozzi, società di Forlì specializzata nello smaltimento dei rifiuti sanitari.