Se i minibond quotati su ExtraMot Pro sono in generale molto poco liquidi, non importa. Quello che conta è il fatto che siano liquidabili e che i valori di riferimento siano significativi.
Lo ha sottolineato a MF Milano Finanza, in edicola da sabato 16 aprile, Pietro Poletto, responsabile dei mercati obbligazionari del London Stock Exchange, precisando che “la dimensione dell’emissione ovviamente influenza la liquidità, ma il mercato è in grado di rendere l’investimento liquidabile. La liquidabilità aumenta di pari passo con l’ammontare emesso del bond. Così per i titoli quotati su ExtraMot Pro con un outstanding sino a 30 milioni, oggi (venerdì 15 aprile, ndr) a metà sessione c’era solo un 15% con un book attivo, ma per i titoli con ammontare superiore ai 30 milioni ben il 65% aveva un book attivo, percentuale che sale al 75% per le emissioni oltre i 100 milioni”.
Il prezzo di riferimento può rappresentare: la media ponderata dei contratti conclusi nella fase di negoziazione continua; oppure, in assenza di transazione, la media delle migliori proposte in acquisto e in vendita presenti sui book; oppure, in assenza di prezzi in vendita, la sola media dei bid; oppure ancora, in assenza di bid e ask, il prezzo di riferimento del giorno prima.
La tabella in pagina mostra i prezzi di riferimento del 14 aprile. Ovviamente sono molti i bond a mostrare un prezzo alla pari, visto che, secondo il Barometro di Epic sim e minibonditaly.it, il 52% dei minibond quotati ha un taglio di emissione inferiore o uguale ai 5 milioni e che c’è un altro 21% di minibond di dimensioni comprese tra i 5 e i 10 milioni. Ciò detto, è anche evidente che non sono pochi i casi in cui il prezzo mostrato e sopra o sotto la pari, a indicare che sul book c’è stato movimento.
E nei casi in cui il book non sia attivo o nel caso in cui un investitore voglia avere un’idea concreta di un prezzo per una determinata quantità, potrà presto evitare di ricorrere alla classica telefonata al broker, che a quel punto quasi sempre porta poi a un ordine otc. Poletto, infatti, pochi giorni fa aveva annunciato che “nei prossimi mesi verrà introdotta anche sulle varie piattaforme obbligazionarie di Borsa, e quindi anche su ExtraMot Pro, la possibilità per un investitore professionale di richiedere un prezzo al market maker per una certa quantità, evitando così che questo tipo di transazioni avvenga otc. Il tutto quindi per far passare il maggior numero di transazioni sui sistemi di Borsa Italiana e rendere più trasparente il mercato”.
Quanto alla trasparenza relativa agli emittenti, invece, c’è ancora parecchio da fare. Soltanto il 20% delle emissioni è dotato di un rating, sempre secondo il Barometro di Epic sim e minibonditaly.it, e si tratta di giudizi emessi da agenzie italiane, cioè Cerved o Crif, che a livello internazionale sono poco conosciute, tanto che molti investitori internazionali non le contemplano all’interno dei regolamenti dei loro fondi, che quindi, anche volendo, non potrebbero acquistare quei bond.
Per questo motivo si innesca una sorta di circolo vizioso, perché a quel punto le aziende che potenzialmente potrebbero emettere bond da 20, 30 o 50 milioni, alla fine spesso scelgono la strada del private placement. Così quel 30% di emissioni di minibond su un totale di 140 quotate sull’ExtraMot Pro a fine marzo che si collocano nella fascia 10-50 milioni potrebbe aumentare.
Difficile però che le grandi agenzie entrino su questo mercato, perché nel loro caso il procedimento di rating presenta costi molto alti rispetto al valore delle emissioni, rendendo il tutto diseconomico. “È proprio per venire incontro alle esigenze degli investitori internazionali e rendere il mercato più trasparente che nei giorni scorsi abbiano siglato l’accordo con Classis sim, che ci porterà a pubblicare entro fine mese sul sito di ExtraMot Pro Link i rating equivalenti di tutti gli emittenti di minibond calcolati utilizzando il Classis Pmi ZI-Score“, ha detto ancora Poletto. Si tratta di un nuovo modello di analisi del rischio specifico per il mercato italiano delle pmi, sviluppato da Edward I. Altman (docente della Stern School of Business della New York University e socio di Classis sim) che è anche l’inventore del più noto Z-Score, che misura la probabilità di fallimento delle aziende (quotate e non) e che attualmente è utilizzato da tutti gli operatori del settore per l’analisi del rischio dei bond high yield.
Poletto ha anticipato che «il Classis Pmi ZI-Score sarà pubblicato nella sezione del sito riservata ai partner di ExtraMot Pro che avranno a disposizione l’accesso alla documentazione completa relativa a ogni minibond, oltre che agli advisor e agli studi legali che li hanno strutturati. L’idea è creare una community internazionale di attori interessati a questo mercato e farla crescere grazie allo scambio di informazioni e alla maggiore trasparenza”. Lo score di Altman sarà pubblicato a breve in relazione ai dati 2014, dopodiché, via via che saranno pubblicati i dati 2015, verrà aggiornato. In ogni caso, a livello aggregato, già si sa che la maggior parte degli emittenti di minibond quotati sull’ExtraMot Pro di Borsa Italiana ha una probabilità di default che corrisponde a quella di un rating BB (19%) e B (32%), ma è ben rappresentata anche la classe dei rating BBB (25%).