
Banche, advisor e consulenti vicini a Palazzo Chigi stanno lavorando a ritmi serrati su una soluzione di sistema del problema dei crediti deteriorati. Lo ha scritto venerdì 9 gennaio milanofinanza.it e la notizia è stata rilanciata nei giorni scorsi da diversi mezzi di informazione.
Al momento le ipotesi operative sarebbero diverse, ma l’aspetto comune sarebbe comunque la possibilità di apporre una garanzia statale alle cartolarizzazioni di crediti problematici (non è chiaro se anche di sofferenze o no) compiute dalle banche. Questa procedura ridurrebbe la forbice tra il valore di bilancio e il prezzo di cessione, attenuando così in maniera significativa le minusvalenze.
Lo scorso ottobre Stefano Firpo a capo della segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico aveva anticipato a MF-Milano FInanza che “nel momento in cui la Bce sarà pronta per acquistare le tranche mezzanine degli abs che abbiano una garanzia statale, l’Italia sarà a sua volta pronta in prima linea a fornire la garanzia tramite il Fondo di Garanzia delle pmi. Sarà un modo per creare un volano ulteriore al credito alle imprese, perché così le banche potranno erogare più credito senza che questo possa pesare sui loro libri” (si veda altro articolo di BeBeez).
Ebbene, appunto, questa garanzia potrebbe essere ampliata anche alle tranche di abs di crediti deteriorati. E gli acquirenti di questi abs, peraltro, non mancherebbero, visto che c’è sostanzialmente la fila di investitori istituzionali alla ricerca di asset che offrano rendimenti più interessanti di quelli ormai miseri dei titoli di Stato in euro. Peraltro, grazie alla garanzia pubblica, la stessa Banca Centrale Europea sarebbe il primo interlocutore.
L’intenzione sarebbe quella di inserire la norma nel cosiddetto “Investment compact”, il decreto legge a sostegno di piccole e medie imprese annunciato per fine gennaio dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Nel pacchetto di provvedimenti saranno incluse misure fiscali a sostegno delle piccole e medie imprese, misure di finanza per la crescita, per l’attrazione di investimenti dall’estero e a sostegno delle attività culturali per favorire gli investimenti privati nel settore.