Il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) ha investito 30 milioni di euro in Magellano, il nuovo fondo destinato al finanziamento delle pmi italiane, gestito dalla scaleup fintech italiana Opyn (l’ex Borsa del Credito, si veda altro articolo di BeBeez) attraverso ART sgr, gestore di fondi alternativi di investimento, riservati a investitori professionali, che sottoscrivono i prestiti offerti in piattaforma (si veda qui il comunicato stampa).
La sgr è controllata dalla stessa holding, Business Innovation Lab spa, a cui fa capo il marchio Opyn. Fino a oggi, e con il contributo del FEI, Magellano ha raccolto 75 milioni, su un obiettivo complessivo di 200. Nell’operazione, Opyn è stata assistita dalla divisione mercati di Mediobanca per l’attività di collocamento delle quote del fondo e dallo Studio Legale Alpeggiani & Associati per gli aspetti legali e regolamentari. CACEIS Bank agirà nel ruolo di banca depositaria del nuovo fondo.
Alain Godard, chief executive del FEI ha commentato: “Si tratta di una grande opportunità per facilitare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese italiane, duramente colpite dalla crisi economica generata dalla pandemia. L’impegno del FEI è stato determinante per diversificare e ampliare la base di investitori del Fondo, attirare nuovi investitori e attivare ulteriori risorse di terzi”.
Il commissario UE per l’economia Paolo Gentiloni ha dichiarato: “Il nuovo fondo Magellano fornirà una fonte alternativa di finanziamento per le piccole e medie imprese italiane, che beneficeranno di questo accordo per rilanciare le proprie attività dopo la crisi.”
Cesare Santacroce, direttore generale di ART sgr e credit risk manager di Opyn, ha aggiunto: “Lo scopo del fondo è la generazione di reddito e l’apprezzamento del capitale investito in un’ottica di medio-lungo periodo, che è l’unica coerente con le esigenze delle pmi. Questo va a vantaggio degli investitori ma soprattutto a supporto delle imprese italiane, in particolare quelle di dimensioni micro e piccole, che necessitano di liquidità quanto mai elevata nel post Covid. Si tratta di un’operazione pioneristica per il fatto di essere condotta da una fintech, e il fatto che sia sostenuta dal Fei ci accredita nell’arena finanziaria europea. Si tratta inoltre di un segnale importante che arriva da un attore istituzionale a supporto del fintech, considerato ormai un canale attraverso cui si può finanziare l’economia reale in maniera efficace.”
Oltre a Magellano, ART sgr gestisce anche: il primo fondo Colombo, lanciato nell’ottobre 2017 con il supporto degli stessi azionisti di Business Innovation Lab, cioè P101 (30%), GC Holding (15%), Banca Valsabbina (8,3%), il management (meno del 10%), Azimut e altri soci di minoranza (meno del 5% ciascuno) (si veda altro articolo di BeBeez). A Colombo si aggiungono il Systema Credit Fund, lanciato nell’aprile 2019 da Confidi Systema! e Prader Bank (si veda altro articolo di BeBeez) e infine il fondo Colombo II.
Fondata nell’ottobre 2013 da Antonio Lafiosca, Alessandro Andreozzi e Ivan Pellegrini come piattaforma digitale di brokeraggio per il credito alle aziende, nel 2015 l’allora Borsa del Credito aveva aperto il canale di P2P lending (si veda altro articolo di BeBeez). Il cambio di nome in Opyn lo scorso settembre ha coinciso con l’annuncio di un’espansione a livello europeo (in particolare in Germania, Olanda e Paesi Scandinavi) e l’affiancamento dell’attività di puro marketplace a quella di lending as a service (Laas) (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Banca Valsabbina lo scorso luglio ha acquistato circa l’8,3% di Business Innovation Lab, in un’operazione che ha previsto in una prima fase l’acquisto delle quote sul mercato secondario e l’assegnazione a Valsabbina anche di warrant convertibili in ulteriori azioni fino al raggiungimento di una partecipazione complessiva al massimo pari al 9,9% (si veda altro articolo di BeBeez). Un’operazione, questa, che suggella una collaborazione già in atto da tempo. La banca, infatti, lo scorso aprile ha sottoscritto insieme ad Azimut i titoli abs della cartolarizzazione da 200 milioni di euro di crediti alle pmi erogati da Borsa del Credito emessi dal veicolo Kripton spv (si veda altro articolo di BeBeez). Si era trattato della seconda operazione di questo tipo che coinvolgeva Banca Valsabbina. Nel settembre 2020, infatti, la banca aveva sottoscritto titoli abs di una cartolarizzazione di 100 milioni di euro di crediti offerti sulla piattaforma (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto ad Azimut, è socio di Opyn/Borsa del Credito dal 2016, cioè da quando ha partecipato al round di investimento da 1,6 milioni di euro raccolto dalla startup e guidato dal fondo P101, affiancato anche da GC Holding, la controllante dello spedizioniere Italmondo (si veda altro articolo di BeBeez). P101 era invece azionita di Opyn sin da 2015, quando aveva guidato un primo round da un milione di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Tornando ad Azimut, quest’ultima ha lanciato, in collaborazione con Opyn, l’Azimut Token (Azim), il primo token destinato allinvestimento nell’economia reale, rappresentazione digitale di un portafoglio di 5 milioni di euro di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, originati sulla piattaforma di Opyn (si veda altro articolo di BeBeez).
I due soci finanziari più avanti usciranno dal capitale e la quotazione in Borsa “potrebbe essere una strada verso la exit”, aveva affermato Pellegrini lo scorso settembre (si veda altro articolo di BeBeez). La società è in una fase di grande crescita: il primo semestre del 2021 si è chiuso con circa 6 milioni di euro di ricavi (contro i 4 dell’intero 2020) e circa 2 milioni di ebitda positivo. Numeri che proiettano per la fine del 2021 una crescita anno su anno dei ricavi di circa 4 volte e di 10 volte per l’ebitda. Borsa del Credito aveva chiuso invece il 2020 con un utile lordo di oltre 613 mila euro e un utile netto di quasi mezzo milione di euro, grazie a un aumento esponenziale dei ricavi, che a fine 2020 hanno superato i 4 milioni, in crescita del 460% dai circa 743 mila euro del 2019. Il tutto a fronte di una posizione finanziaria netta di circa 3 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Numeri ottenuti grazie all’aumento importante dell’erogato, arrivato da inizio operatività nel 2015 a fine 2020 a quota 150 milioni di euro, di cui 75 soltanto nel 2020 (si veda anche il Report BeBeez Piattaforme Fintech 2020, disponibile agli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data).
Ricordiamo infine che oltre ad ART sgr, Business Innovation Lab spa controlla al 100% anche Mo.Net spa, autorizzata a svolgere i servizi di peer-to-peer lending.