Si è chiuso con un ulteriore salto di erogato il 2020 e con rendimenti in crescita per il fondo Supply Chain di Groupama am sgr dedicato all’invoice financing, ma l’anno del Covid-19 è stato comunque complicato e ha richiesto un notevole lavoro di aggiustamento del portafoglio e di riorganizzazione delle scadenze nei confronti di cedenti e ceduti.
Un lavoro che appunto non è stato indifferente se si pensa che, per chiudere il 2020 con 464 milioni di euro di erogato (dai 412 milioni del 2019) e ben 14.160 fatture processate sulla piattaforma fintech Fifty (dalle 6992 fatture del 2019), il fondo si è confrontato con 355 controparti, con 125 società cedenti fatture commerciali e con ben 230 società debitrici cedute.
In totale da inizio attività nel 2016 il fondo ha così erogato 1,45 miliardi di euro ad aziende italiane, processando ben 29.887 fatture, tutte lavorate utilizzando la piattaforma Fifty, confrontandosi con 383 controparti, 142 aziende cedenti e 241 aziende cedute.
Ricordiamo che il fondo finanzia operazioni di factoring, di confirming e di reverse factoring. In particolare, queste ultime operazioni a oggi rappresentano il 53% del valore del portafoglio. Sulla base di questi accordi vengono previsti acquisti, su base revolving, da parte del fondo di fatture emesse dai fornitori di una media-grande impresa capo-filiera, che vengono quindi pagate dal fondo alla loro rispettiva scadenza, mentre all’impresa capo-filiera viene concessa una dilazione finanziaria rispetto alla scadenza originaria delle fatture.
“La forza del nostro fondo è il fatto che le posizioni che prendiamo sono per definizione a breve termine, perché le fatture hanno in media scadenza 60-90 giorni, per cui è facile modificare l’allocazione del portafoglio in tempi sufficientemente brevi. Così dal momento dello scoppio della pandemia abbiamo iniziato a ruotare il portafoglio e a puntare sui settori che hanno subito meno l’impatto dell’emergenza sanitaria. In particolare, ci siamo spostati sui settori farmaceutico, alimentare, tlc e infrastrutture, mentre abbiamo ridotto l’esposizione all’automotive”, ha spiegato Alberico Potenza, direttore generale di Groupama am sgr e responsabile della gestione del fondo.
Ricordiamo, per esempio, che nel corso dell’anno il fondo ha lavorato Unico La farmacia dei farmacisti spa, il maggiore distributore farmaceutico interamente italiano di proprietà dei farmacisti (si veda altro articolo di BeBeez) e con il gruppo PSC, specializzato nel settore dell’impiantistica elettromeccanica, ferroviaria, antincendio, navale e della gestione delle reti per la trasmissione di energia, e con la controllata Alpitel (si veda altro articolo di BeBeez).
Ha spiegato ancora Potenza: “Abbiamo diversificato ulteriormente il portafoglio e ci siamo anche spostati verso ceduti con più alto merito di credito“. Per esempio, il fondo ha chiuso due operazioni con importanti fornitori esteri del gruppo Marcegaglia (si veda altro articolo di BeBeez).
Detto, questo, tra maggio e settembre il NAV del fondo, che viene valorizzato mensilmente, ha risentito del lockdown, perché, ha detto Potenza, “nel momento più difficile siamo andati incontro ai nostri clienti ceduti, concedendo delle dilazioni di pagamento di 2-3 mesi in più rispetto a quelle inizialmente pattuite, sebbene non fossimo obbligati a farlo, perché le linee di factoring non rientravano nella moratoria sui crediti imposta a livello governativo. D’altra parte le aziende erano tutte in grande difficoltà e hanno iniziato a respirare soltanto a cavallo dell’estate, quando le banche hanno iniziato a erogare i prestiti con la garanzia statale”.
A quel punto, ha ricordato il manager, “tutti i debitori a cui avevamo concesso dilazioni extra sono rientrati e quindi anche il NAV del fondo da settembre in poi è tornato a risalire, per poi chiudere con un incremento dell’1,48%, quindi poco sotto il target fissato al tasso euribor 3 mesi più 200 punti base e quindi a fine 2020 pari all’1,55%. Diciamo che abbiamo fatto un vero e proprio stress test della struttura del fondo e abbiamo dimostrato che funziona molto bene”.
Gli investitori da parte loro hanno dimostrato di apprezzare, con alcuni che negli ultimi mesi hanno aumentato il loro investimento, come ha fatto HDI Assicurazioni e con la delibera quasi all’unanimità di allungare di altri tre anni la vita del fondo al dicembre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), la cui dotazione può essere per definizione reinvestita anche oltre 5 volte nel corso dell’anno, visto che le fatture hanno scadenza media inferiore ai tre mesi. Per questo motivo la potenza di fuoco del fondo è molto più elevata sia del valore degli impegni di investimento raccolti (a oggi in totale 129 milioni di euro) sia degli impegni effettivamente richiamati (circa 90 milioni di asset in gestione).
Nell’autunno 2019 il fondo aveva raccolto 60 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Di quel totale, circa 20 milioni erano stati sottoscritti da Cattolica Assicurazioni, HDI Assicurazioni (Gruppo Talanx), ITAS Mutua e dal fondo pensione Previbank, a cui si era aggiunto il rinnovo dell’impegno del gruppo assicurativo Groupama per 40 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Negli anni precedenti il fondo aveva ottenuto la fiducia, oltre che della casa madre, anche da altri due diversi fondi pensione, e cioé Alifond, fondo pensione negoziale del settore alimentare (all’interno di un mandato di gestione preesistente) e Byblos, fondo pensione dei lavoratori dipendenti delle aziende grafiche, editoriali, della carta e del cartone, cartotecniche e trasformatrici.
Quanto al futuro, ha concluso Potenza, “la necessità di liquidità delle imprese continuerà, perché chi ha preso a prestito con garanzia dello stato ha certo un periodo di pre-ammortamento, ma quando questo finirà, in sostanza tra un anno, queste aziende si troveranno a dover rimborsare i loro debiti nel quadro di una situazione economica in cui la ripresa sarà molto lenta. Contemporaneamente le banche hanno i loro problemi di gestione dei crediti deteriorati in portafoglio e quindi non sarà automatica l’erogazione di nuovo credito. Per questo ritengo che lo spazio per soggetti finanziatori alternativi come il Supply Chain aumenterà ancora”.
E infatti Groupama am sgr ha in serbo una serie di nuovi progetti. Come già anticipato a BeBeez da Potenza lo scorso novembre (si veda altro articolo di BeBeez), tra fine 2021 e inizio 2022 sarà lanciato il secondo fondo della serie Supply Chain. Nel frattempo, però, si sta preparando il lancio del primo fondo di direct lending che investirà in prestiti a medio-lungo termine. I prestiti in questione saranno tutti garantiti da Mediocredito centrale e Sace. Il target di raccolta del fondo è di almeno 200 milioni di euro e anche in questo caso, come per le fatture, le operazioni di acquisto e gestione dei crediti passeranno attraverso la piattaforma fintech Fifty.
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