Entrano in negoziazione oggi sull’ExtraMot Pro di Borsa italiana 5 milioni di euro di minibond di Molinari spa, società che gestisce distributori automatici di bevande calde e fredde e di snack nelle province di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e Modena e nei rispettivi distretti industriali. Molinari è controllata dal gruppo D.A.EM, proprietario del brand Buonristoro, che a sua volta serve complessivamente 65.000 aziende clienti dislocate su tutto il territorio nazionale, attraverso una rete di 80.000 distributori automatici installati e opera con un parco automezzi che conta circa 700 unità.
I titoli hanno scadenza ottobre 2019 e sono del tipo amortizing (cioé con rimborso periodico del capitale) e pagano una cedola del 6,1% (scarica qui l’avviso di Borsa italiana).
La società ha chiuso il 2013 con ricavi netti per 22,5 milioni (dai 23,05 milioni del 2012), con un margine operativo lordo di 5,8 milioni (da 5,7 milioni) e un debito finanziario netto di 13,4 milioni (da 16,8 milioni) (scarica qui il bilancio 2013)
Il Documento di ammissione a quotazione (scarica qui il documento di ammissione) spiega che “i fondi derivanti dall’emissione delle obbligazioni verranno utilizzati dall’emittente per proseguire l’espansione geografica e del volume d’affari mediante acquisizioni di rami d’azienda già operanti nel settore del vending in aree geografiche limitrofe a quella presidiata dall’emittente. L’emittente ha in progetto l’acquisizione di rami d’azienda operanti nel medesimo settore e nella medesima area di operatività, al fine di consolidare la propria quota di mercato. Si tratterebbe in particolare di acquisizioni mirate di rami d’azienda di dimensioni mediopiccole operanti nelle stesse province in cui opera la società (Parma, Piacenza, Modena e Reggio Emilia) con l’obiettivo strategico di aumentare il proprio volume d’affari massimizzando al contempo le economie di scala. Le attività acquisite sarebbero infatti limitate alle postazioni avviate presso i clienti oltre eventualmente ai lavoratori addetti alla manutenzione e/o al caricamento dei relativi distributori automatici. Ciò comporterebbe pertanto che i costi relativi a tali acquisizioni sarebbero solamente di natura variabile senza implicare invece aumenti ai costi di struttura”.