Il secondo fondo pensioni canadese, Caisse de depot et placement du Quebec (CDPQ) ha formato una JV con la società finanziaria indiana Edelweiss Group per investire fino a 700 milioni di dollari nei prossimi quattro anni in “stressed assets” o “private debt opportunities” (si veda reuters). A seguito del deal, CDPQ pianifica di rilevare una partecipazione del 20% in Edelweiss Asset Reconstruction Company (EARC), l’unità dedicata all’acquisto di bad loans e detiene circa 4.5 miliardi di dollari di asset in gestione. CDPQ siederà anche nel consiglio di EARC. Le società non hanno rilasciato i particolari del deal. Il fondo canadese è solo l’ultimo a fare deal di questo genere in India dove le banche hanno ricevuto ordine dalle autorità centrali di ripulire il bilancio da oltre 120 miliardi di dollari di NPL. Nello scorso agosto poi Apollo Global Management aveva fatto un accordo con ICICI Bank e a luglio la canadese Brookfield Asset Management aveva firmato un accordo con lo stato indiano per fondare una “asset reconstruction company” per comprare asset distressed dal sistema bancario indiano. CDPQ e EARC si propongono di investire nella ristrutturazione di debiti così come di finanziare società indiane. Il fondo canadese è anche attivo nel prendere partecipazioni in società indiane attive nelle energie rinnovabili, nel real estate, nella logistica e più in generale nell’energia.
The Sterling Group ha venduto American Bath Group a Lone Star Funds. Si stima che il deal abbia un valore di 750 milioni di dollari. American Bath progetta e produce prodotti plastici rinforzati con fibra di vetro, fogli di mescola stampata, oltre a vasche da bagno e docce in acrilico. I marchi commercializzati sono Praxis, Bathcraft, Aquatic, Bootz e Clarion. Sterling Group sta ricavando un moltiplicatore di 4 sull’investimento effettuato. (si veda pehub)
L’asset manager americano Janus Capital e la rivale londinese quotata Henderson Global Investors hanno annunciate di aver raggiunto l’accordo per una fusione del valore di 6 miliardi di dollari (si veda reuters). La fusione consentirà al gruppo risultante di tagliare i costi e di aumentare la diversificazione. L’azienda risultante dalla fusione gestirà 320 miliardi di asset in gestione. Gli azionisti di Henderson e Janus deterranno rispettivamente il 57 e il 43% di Janus Henderson Global Investors con l’operazione che sarà completata nel secondo trimestre del 2017 ed è soggetto alle approvazioni regolatorie. I termini prevedono che per ogni azione Janus si ottengano in cambio 4,719 azioni Henderson di nuova emissione. L’operazione sembra in grado di generare circa 110 milioni di dollari di sinergie sui costi, che rappresentano circa il 16% dell’Ebitda combinato. L’azionista più importante di Janus, Dai-ichi Life, ha già dichiarato di essere favorevole all’operazione. Il gruppo combinato si quoterà a New York, delistandosi da Londra ma mantenendo la quotazione australiana.