Apax Partners ha raggiunto un accordo per la cessione del gruppo TEXA a NAXICAP Partners. Il gruppo Texa è leader sul mercato francese per i servizi alle compagnie di assicurazione incluso quallo di “loss adjustment”. Inizialmente specializzato nei grandi rischi tecnici, TEXA si è poi via via espanso in tutti gli altri segmenti operativi “non life” (Danni) con l’eccezione dell’auto, oltre che nella liquidazione sinistri includendo il risarcimento del danno in forme altrenative al denaro. Dall’acquisizione di AlloDiagnostic nel 2009, TEXA è attiva anche in tutti i servizi di certificazione che stanno alla base della stipula di una polizza assicurativa. Il gruppo vanta ricavi annui nel 2015 pari a 181,6 milioni di euro (si veda DailyBourse). Il gruppo ha aumentato il suo fatturato del 60% dal 2012 grazie all’effetto combinato di due fattori: la trasformazione digitale e le acquisizioni. Per quanto riguarda il primo fattore TEXA sta sviluppando attraverso la sua partecipata AlloDiagnostic un marketplace per i servizi di diagnostica di tutto il settore “property” oltre ad un servizio denominato “Visiotex” per il “loss adjustment” che vede l’assicurato come parte centrale del processo. Relativamente al secondo fattore di crescita, ovvero le acquisizioni, TEXA nel 2015 ha ottenuto il controllo di GEOP (15 milioni di euro di fatturato) specialista nel risarcimento danni con metodi alternativi al denaro, seguito dall’acquisto di Eurisk, rete di 170 liquidatori danni con un fatturato di circa 40 milioni di euro. E da quello di CLE Group terzo tra i liquidatori Danni nel settore delle costruzioni.
L’imprenditore del Dubai Mohamed Alabbar ha guidato due gruppi di investitori nell’acquisto di una partecipazione totale del 16,45% nel corriere Aramex, anch’esso con base nel Dubai. L’operazione sarebbe parte di un piano ambizioso volto alla creazione di una piattaforma per l’e-commerce dedicata al mondo arabo (si veda Reuters). Alabbar ha acquistato il 9,9% dal fondatore di Aramex Fadi Ghandour, attraverso la sua partecipata Boson Ventures Corporation. L’altro 6,55% è stato acquisito attraverso un’altra partecipata di Alabbar: la Jaona Investment. Gli altri gruppi che hanno partecipato al deal sono comunque basati nel golfo. Val la pena menzionare che Mohamed Alabbar è il chairman di Emaar Properties, l’operatore nel mondo del real estate legato al governo del Dubai che ha costruito alcuni tra gli edifici più alti del mondo.
Un consorzio cinese, che include lo sviluppatore di giochi Shanghai Giant Network Technology e Jack Ma, fondatore della società di e-commerce Alibaba, ha raggiunto un accordo per l’acquisto dell’unità on-line di Caesars Interactive Entertainment per 4,4 miliardi di dollari in cash (si veda Reuters). Caesars Interactive Entertainment è attualmente posseduta da Caesars Acquisition Co e da Caesars Entertainment Corp. e la vendita rappresenterà un notevole vantaggio per le due società citate in cerca di cash essendo impegnate attualmente in una complessa operazione di fusione. Il deal arriva al termine di un periodo di esclusiva che era stato riportato da Reuters il 21 ultimo scorso. La principale società operativa di Caesars Entertainment ovvero Caesars Entertainment Operating è attualmente coinvolta in una procedura vicina alla bancarotta e sta discutendo con i creditori per un piano di ristrutturazione del debito. Le società cinesi sono affamate di espansione al di fuori del loro paese che già rappresenta il mercato dei giochi on-line più grande del mondo. Nello scorso giugno, infatti, Tencent Holdings Ltd, il più grande gruppo cinese operativo nel settore dei giochi, acquistò la maggioranza di Supercell, creatore di “Clash of Clans” da SoftBank Group in un deal da 8,6 miliardi di dollari. Il business on-line di Caesar, noto come Playtika, vede i suoi giochi Bingo Blitz e Slotomania disponibili sulla piattaforma di Apple. A valle del deal Playtika continuerà ad operare come società indipendente, ad essere gestita dal suo team, mantenendo la sede a Herzliya in Israele. I giocatori di Playtika usano per il gioco moneta virtuale e anche le vincite lo sono senza possibilità per il giocatore di convertire in moneta reale, anche se durante il gioco gli utilizzatori possono comprare gadgets ed altro usando però denaro reale. Va precisato che non fanno parte del deal né World Series of Poker né gli altri giochi nei quali è necessario utilizzare denaro reale. Il consorzio che ha proceduto all’acquisto vede coinvolti anche il fondo di Private Equity di Mr. Ma (Yunfeng Capital), China Oceanwide Holdings Group, China Minsheng Trust, CDH China HF Holdings Company e Hony Capital Fund.