Merlin Entertainments ha fissato ieri la forchetta di prezzo per l’ipo al London Stock Exchange tra i 280 pence e 330 pence per azione per una valutazione complessiva del gruppo che controlla alcuni dei più noti parchi dei divertimenti europei (Gardaland compreso) che varia da 2,86 a 3,34 miliardi di sterline (da 3,30 a 3,85 miliardi di euro). L’ipo sarà da 200 milioni di sterline (si veda altro articolo di BeBeez) che saranno
utilizzati per ridurre l’indebitamento netto, con un flottante che sarà pari al 20-30% del capitale e con oltre il 10% dell’offerta che sarà rivolto agli investitori retail. I 200 milioni dell’ipo non comprenderanno azioni messe in vendita dai due fondi di private equity azionisti, Blackstone (34% del capitale) e CVC Capital Partners (28%), i quali procederanno invece a ridurre le rispettive quote in un’offerta successiva nelle prossime settimane. Il resto del capitale (36%) fa capo allla famiglia Kristiansen, proprietaria della Lego, tramite Kirkbi, che resterà azionista con una quota significativa. Nel corso degli ultimi cinque anni, Merlin è cresciuta nei ricavi del 12,9% a 1,07 miliardi di sterline. Il gruppo è proprietario di 99 attrazioni a livello globale e, nel 2012, ha attirato 54 milioni di visitatori.
Secondo Sky News, Clayton Dubilier&Rice è in trattative con il produttore di biscotti Fox per un’offerta congiunta su Burton’s Biscuits. Le due parti sono in trattative per un carve-up di Burton. Come ha già scritto BeBeez, Apollo Global Management, Canadian Imperial Bank of Commerce e Duke Street hanno messo la società in vendita l’estate scorsa per 350 milioni di sterline circa (408 milioni di euro). Duke Street acquistò Burton nel marzo 2007, ma l’aumento dei prezzi delle materie prime ha costretto una ristrutturazione della società e, nel settembre 2009, lo spinse a vendere una quota ad Apollo e Canadian Imperial mantenendo una quota di minoranza. Tra i marchi di proprietà di Burton’s Biscuits, Jammie Dodgers e Wagon Wheels.
Enterprise Ventures ha investito 1,6 milioni di sterline in ChargePoint Technology, società di Merseyside produttrice di valvole di contenimento di precisione. L’accordo, secondo Unquote, comprende sia debito sia equity, con un impegno di 725 mila sterline da parte di Coalfields Funds e il resto fornito in debito mezzanino da The North West Fund for Mezzanine. Il veicolo partito all’inizio di quest’anno investe tra le 750 mila sterline e i 2 milioni di sterline in imprese consolidate. Fondata nel 1996 e con sede a Merseyside, ChargePoint produce valvole di contenimento di precisione per i settori farmaceutico e chimico. Tra i clienti di ChargePoint figurano: GlaxoSmithKline, Pfizer e Johnson&Johnson. La società ha 45 dipendenti nel suo stabilimento di produzione a Speke, Liverpool ed esporta circa l’80% dei suoi prodotti.