La catena di profumerie tedesca Douglas, da un lato, e il fondo LBO France insieme alla conglomerata cinese Fosun, dall’altro, si contendono le profumerie Nocibé, controllate dal fondo Charterhouse. Lo ha rivelato ieri il quotidiano francese Le Figaro che precisa che le offerte vincolanti sono attese per fine giugno.
Se dovesse prevalere l’offerta di Douglas Holding, a sua volta controllata dal fondo Advent, questa diverrebbe la seconda più grande catena di profumerie in Francia dopo Sephora (controllata da LVMH) e prima di Marionnaud. Fosun è lo stesso gruppo cinese che insieme ad Axa Private Equity ha lanciato un’opa su Club Mediterranee (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gestore tlc mobile e internet francese Numericable si prepara all’ipo. Lo riferisce Reuters, che precisa che gli azionisti, cioè i fondi Cinven e Carlyle e il gruppo tlc Altice dell’imprenditore Patrick Drahi, hanno dato mandato a Rothschild per organizzare lo sbarco in borsa a Parigi entro fine anno.
Con l’ipo Cinven dovrebbe uscire completamente dall’investimento, mentre Carlyle e il Altice resterebbero ancora nel capitale. Numericable potrebbe essere valutata circa 5 miliardi di euro, sulla base di un multiplo di 8 volte l’ebitda di 456 milioni pià i 181 milioni di Completel, la divisione business to business. L’idea dell’ipo arriva dopo l’archiviazione delle trattative per fondere Numericable nella divisione mobile di Vivendi, SFR, fallite l’anno scorso.
Il prezzo di ipo di Coty è stato fissato ieri a 17,50 dollari per azione, a metà della forchetta di prezzo proposta di 16,50-18,50 dollari. Lo riferisce Reuters, che precisa che lo storico produttore di profumi e cosmetici fondato a Parigi nel 1904, che controlla marchi come Calvin Klein, Chloé, Davidoff, Marc Jacobs e Rimmel (si veda altro articolo di BeBeez), raccoglierà quindi in ipo un miliardo di euro, collocando 57,1 milioni di azioni. Di queste, 43,6 milioni saranno cedute dalla famiglia tedesca Reimann, tramite il veicolo Joh A. Benckiser, che oggi controlla l’82% del capitale, mentre i fondi Berkshire Partners e Rhone Capital, che oggi controllano circa il 7,1% ciascuno, offriranno sul mercato il resto delle azioni. L’offerta potrà però arrivare a 65 milioni, nel caso di esercizio dell’opzione di over allottment,
Dopo l’ipo JAB continuerà a controllare una quota che varrà sino a 5 miliardi di dollari, con l’84,9% dei diritti di voto, mentre Berkshire Partners e Rhone Capital, scenderanno dal 7,1% al 6,6% del capitale e avranno il 6,4% dei diritti di voto, cioè l’1% in meno per ciascuno.