Acea, società basata a Roma leader nel settore idrico e tra i primi operatori nel settore della distribuzione elettrica, dell’energia e dell’ambiente, sta pensando a un riassetto del settore fotovoltaico. Quest’ultimo ha una capacità di 100 MW, di cui metà posseduti e metà in costruzione, per un valore complessivo di 200 milioni di euro circa. Lo riferisce la testata britannica Mergermarket, secondo cui un incarico esplorativo sarebbe stato affidato a Banca Imi e l’asta potrebbe partire a maggio. Acea sta valutando se cedere gli asset del settore fotovoltaico oppure far salire a bordo un partner finanziario.
L’attuale portafoglio nel fotovoltaico di Acea deriva da una serie di transazioni in anni recenti, tra le quali quella effettuata nel 2019, quando l’utility ha rilevato un pacchetto di impianti per complessivi 25 megawatt, alcuni di proprietà del gruppo Belenergia. Secondo il piano industriale 2020-2024, approvato lo scorso ottobre (si veda qui il comunicato stampa), il management di Acea intende aumentare la potenza installata da impianti fotovoltaici a 747 megawatt entro fine 2024, anche attraverso partnership con operatori finanziari. Il piano prevede anche una crescita dell’ebitda media annua del 7% e a realizzare investimenti per 4,7 miliardi al 2024, di cui 2 miliardi legati a specifici obiettivi di sostenibilità.
Nel 2020, Acea ha perfezionato accordi per acquisire: il 60% di Ferrocart srl e Cavallari srl (che detiene il 100% di Multigreen srl), attive nello stoccaggio, trattamento e selezione di rifiuti nelle province di Terni e Ancona; il 70% del capitale di Simam (Servizi Industriali Manageriali Ambientali), società leader nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti per il trattamento delle acque e dei rifiuti, negli interventi ambientali e nelle bonifiche, con soluzioni integrate ad alto contenuto tecnologico (si veda qui il comunicato stampa).
Sul fronte obbligazionario, Acea nel gennaio 2020 ha collocato con successo un prestito obbligazionario da 500 milioni emesso ai sensi del Programma EMTN della durata di 9 anni; nel gennaio scorso la società ha collocato il suo primo green bond, del valore di 900 milioni di euro.
Acea ha chiuso il 2020 con ricavi per 3,3 miliardi di euro (+6% dal 2019); un ebitda di 1,15 miliardi (+11%); un utile di 285 milioni (+0,4%); una posizione finanziaria netta in sala da 3,06 a 3,5 miliardi. La società ha proposto un dividendo per gli azionisti di 0,80 euro per azione, in aumento del 2,6% rispetto al 2019. Per il 2021, Acea si aspetta un aumento dell’ebitda del 6-8% rispetto al 2020; investimenti per circa 900 milioni; un indebitamento finanziario netto compreso tra 3,85 e 3,95 miliardi (si veda qui il comunicato stampa).
L’ad Giuseppe Gola ha commentato così i risultati di Acea: “Nel 2020, in un contesto caratterizzato dalla grave pandemia, abbiamo saputo gestire la crisi continuando a garantire i servizi essenziali per i cittadini, mantenendo un elevato livello di efficienza e qualità anche nei mesi più difficili, grazie all’impegno di tutte le nostre persone e agli investimenti realizzati in innovazione e digitalizzazione. I risultati, nonostante un contesto sfidante, sono in crescita rispetto allo scorso anno e superiori alla guidance comunicata al mercato e testimoniano un’elevata capacità di resilienza e di reazione a situazioni complesse. I risultati raggiunti hanno anche permesso di proporre all’assemblea degli azionisti un dividendo in crescita rispetto all’anno precedente, confermando quanto previsto nel piano industriale per il 2020. Per il 2021, pur in uno scenario ancora difficile, prevediamo risultati in ulteriore crescita”.