E’ partita ieri per concludersi il prossimo 30 marzo l’offerta istituzionale delle azioni della catena di elettronica al consumo Unieuro, dopo il via libera alla quotazione e alla pubblicazione del prospetto da parte di Borsa Italiana e di Consob la scorsa settimana.
L’obiettivo del management, che ieri ha incontrato la stampa, è quello di sbarcare sul segmento Star di Piazza Affari entro i primi giorni di aprile e di porsi come elemento aggregatore del mercato in Italia, già forte di un track record di acquisizioni negli anni passati (l’ultima acquisizione è stata quella di Monclick per 10 milioni di euro, operazione che dovrebbe essere finalizzata entro fine maggio).
Come spiegato nel prospetto, Italian Electronics Holding (controllata da Rhone Capital al 70,5%, da Dixons Retail al 15% e dalla famiglia Silvestirni e dal management al 14,5%) venderà 8,5 milioni di azioni, pari al 42,5% del capitale di Unieuro a un prezzo tra 13 e 16,5 euro per azione, per una capitalizzazione iniziale tra i 260 e 330 milioni. Il futuro flottante potrebbe salire al 48,88% del capitale nel caso di integrale esercizio della greenshoe.
Nel corso della presentazione è stato ribadito che per l’esercizio chiuso al 28 febbraio scorso è in programma la distribuzione di un dividendo da 20 milioni e negli anni a venire l’obiettivo è distribuire ai soci non meno del 50% dell’utile netto rettificato.
Accanto alla crescita per linee esterne, la società punta alla crescita organica, che dovrebbe vedere tra le altre cose l’apertura di cinque punti vendita l’anno tra nuove aperture, relocation e rinnovi, oltre alla crescia sull’online, grazie anche al contributo di Monclick.
Il management ha anticipato che Unieuro ha chiuso l’esercizio 2015-2016 a fine febbraio 2016 con ricavi a 1,57 miliardi da 1,4 miliardi di un anno prima, un ebitda rettificato di 59,1 milioni da 50,8 milioni e un utile d’esercizio a 10,6 milioni dal rosso di 1 milione circa di un anno prima, a fronte di un debito finanziario netto di 26 milioni, di cui debiti per 25 milioni nei confronti del sistema bancario (Unicredit , Banco Bpm , Iccrea, Intesa Sanpaolo Iccrea Bancaimpresa e la Banca Popolare dell’Alto Adige, istituti che hanno in pegno il 100% della holding che controlla Unieuro). A fine novembre scorso, invece il debito finanziario netto era sceso a 25,4 milioni a fronte di un ebitda rettificato per i nove mesi di 38,1 milioni.
