JC Flowers vuole tornare a investire in Italia ed è alla ricerca di una piccola banca da capitalizzare e sviluppare in maniera alternativa rispetto al business tradizionale. Lo scrive MF Milano Finanza, precisando che uno dei possibili target potrebbe essere la Banca del Fucino, storico istituto romano, ben radicato in Centro Italia, fondato nel 1923 dalla famiglia Torlonia che ne è tutt’oggi azionista di riferimento.
Fondato dal miliardario statunitense Christopher Flowers, JC Flowers in Italia è stato un innovatore nel settore del private equity, perché è stato il primo fondo ad aver compratola maggioranza di un intermediario finanziario e il primo fondo ad aver comprato una compagnia assicurativa. Sul primo fronte, JC Flowers nel 2007 aveva acquistato dal Credemla maggioranza di Euromobiliare sim (oggi Equita sim), cedendo poi la partecipazione nel gennaio 2016, quando venne rilevata con un management buy-out capitanato da Alessandro Profumo (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto al settore assicurativo, nel 2013 JC Flowers ha invece acquistato dada Banco Popolare, Aviva e Finoa il controllo di Eurovita, per poi cederlo nel 2017 al gruppo Phlavia Investimenti (oggi Eurovita) in portafoglio a Cinven (si veda altro articolo di BeBeez).
L’ultima gara in Italia alla quale JC Flowers ha partecipato era proprio quella per una banca, cioé Banca Intermobiliare (Bim), per la quale il fondo aveva presentato un’offerta così comeWarburg, Attestor Capital e Barents Re (si veda altro articolo di BeBeez). L’asta era poi stata vinta da Attestor.
A guardare allo stesso target è come noto anche Spaxs, la Spac promossa da Corrado Passera e Andrea Clamer, che punta a comprare una piccola banca, capitalizzarla e trasformarla in un operatore dedicato al finanziamento delle pmi e all’investimento in Npl, con la raccolta che avverrà tramite un’innovativa web bank destinata al mercato retail. COme potenziale target si è fatto il nome di Banca Interprovinciale, piccolo istituto commerciale modenese con cinque filiali nelle province di Bologna e Modena di proprietà di imprenditori e privati emiliani, di cui un gruppo (con il 30% del capitale) legato allo studio Scoa di Umberto Palmieri, già presidente della stessa banca, mentre il primo azionista singolo, con il 9,22%, è la Cassa di Risparmio di Rimini, recentemente passata sotto il controllo di Cariparma e intenzionata a uscire dal capitale. Un altro nome che circola come potenziale target di Spaxs è quello del Banco delle Tre Venezie di Padova e si è parlato anche di Banca Privata Leasing, ma in totale pare che i dossier allo studio siano almeno dodici (si veda altro articolo di BeBeez).
Si tratta dello stesso modello di business, quindi, di Guber Banca, dopo che il servicer Guber, partecipato dal fondo Varde, ha ottenuto la licenza bancaria proprio allo scopo trasformarsi in una banca digitale prevalentemente dedicata al credito e ai servizi alle pmi, specializzata nella gestione e acquisto di Npl e unlikely-to-pay, anche in partnership con investitori istituzionali e in continuità con l’attuale attività della società. Anche in questo caso il processo di funding del nuovo istituto bancario, almeno nella sua fase iniziale, sarà concentrato sui depositi online (si veda altro articolo di BeBeez).
Il modello di business è molto vicino a quello di Banca Ifis, dopo l’acquisizione a fine 2016 di GE Interbanca, che da un lato fornisce credito a medio-lungo termine per le pmi che vogliono crescere, ma anche nuova finanza per le pmi in difficoltà, con possibilità di rilancio, e dall’altro acquista Npl. Il tutto a fianco delle attività di factoring e leasing (si veda altro articolo di BeBeez).