Secondo investimento nella moda e quarto nel complesso per Archive srl, società di investimenti fondata da Pietro e Romeo Ruffini, figli di Remo, e dall’ex Bain & Company, Stefano Marcovaldi (si veda altro articolo di BeBeez). Archive è controllata al 95% da Ou(r) Group, che fa capo al 100% a Remo Ruffini ed è una delle due holding della famiglia. L’altra è Ruffini Partecipazioni Holding, che controlla una quota del 15,8% di Moncler attraverso Double R.
La società ha acquisito una quota di minoranza del marchio danese di abbigliamento tecnico per ciclisti Pas Normal Studios, senza rendere noti i termini finanziari della transazione (si veda qui il post Linkedin degli advisor danesi) nè l’ammontare specifico della percentuale acquisita che varierebbe fra il 20 e il 25% dell’azienda di Copenhagen, ha scritto WWD. Lo studio d’affari danese Accura ha assistito Pas Normal e i venditori in relazione all’investimento.
Pas Normal Studios è stato fondato nel 2014 da Peter Lange e Karl-Oskar Olsen che svolgono il ruolo, rispettivamente di amministratore delegato e direttore creativo.
Negli anni, il brand si è affermato per l’offerta di abbigliamento tecnico ad elevate prestazioni per ciclisti, coniugando innovazione e stile, il che lo ha distinto e lo ha portato a varie collaborazioni con altri marchi alto di gamma. Oggi la società gestisce sette punti vendita a Copenaghen, Monaco, Maiorca, Spagna, San Francisco, Seoul, Singapore e Taipei, Taiwan.
L’obiettivo del progetto sarebbe di sostenere l’espansione internazionale e il posizionamento del marchio che vanta collaborazioni di rilievo con altre aziende specializzate italiane, fra cui per esempio Fizik, marchio progettato dal produttore di selle più grande al mondo, Selle Royal.
“Pas Normal Studios è un esempio di forte visione imprenditoriale che ha saputo evolvere con successo il marchio oltre i codici tradizionali del settore. Siamo felici di sostenere Pas Normal Studios nel suo percorso di sviluppo e soprattutto nell’ambizioso progetto di ridefinire il ciclismo moderno costruendo un marchio forte”, ha dichiarato Pietro Ruffini, amministratore delegato di Archive.
“Negli ultimi nove anni siamo cresciuti da una startup di successo a un’azienda di successo, sfidando il mercato ciclistico esistente e concentrandoci su un design creativo, una funzionalità senza compromessi e una comunità globale diversificata”, hanno dichiarato Lange e Olsen in un comunicato. “Siamo orgogliosi di aver avviato una partnership unica con Archive per sostenere ulteriormente il nostro percorso e le nostre ambizioni. Le loro conoscenze e la loro esperienza sono estremamente stimolanti e saranno preziose per l’intera organizzazione”.
L’investimento nell’azienda danese è stato effettuato circa un anno e quattro mesi dopo che Archive aveva acquisito il 47,5% della società cui fa capo la famosa pizzeria napoletana Concettina ai tre santi, un’icona della pizza partenopea conosciuta a livello internazionale (si veda qui il blog lucianopignataro.it). Le quote rimanenti erano rimaste a Ciro Oliva e Anna Zinno che controllavano il 52,5% tramite la holding C3S, di cui detenevano il 50% ciascuno. Oliva è membro della famiglia che aveva fondato lo storico locale settantuno anni fa.
I primi due investimenti effettuati da Archive, invece, erano stati realizzati nell’autunno 2018. Nel primo caso era stato rilevato il 49% dell’azienda di abbigliamento femminile The Attico, marchio fondato da Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini .
“L’operazione, da considerarsi un mero investimento finanziari, è in linea con la strategia di diversificazione di Archive, la cui missione è investire nel prêt-à-porter così come nel business del food and beverage e dell’ospitalità”, aveva dichiarato all’epoca Pietro Ruffini che aveva spiegato come la mission della società d’investimento fosse quella di “sostenere leader fantasiosi e imprenditori dirompenti nel promuovere le loro iniziative, traducendo la loro visione in una crescita significativa e sostenibile a lungo termine. Per me è una sfida imprenditoriale entusiasmante: si tratta di creare opportunità per le piccole aziende, sostenendole nel raggiungimento della loro piena capacità ed evoluzione aziendale. Abbiamo investito in The Attico perché la consideriamo un’impresa promettente, con giovani designer di grande talento e un potenziale ancora inespresso, che siamo pronti a nutrire e sostenere”.
The Attico aveva chiuso l’esercizio 2023 con un fatturato di 30 milioni di euro, in crescita dell’11% rispetto ai 27 del turnover 2022 e del 500% guardando ai dati del 2018 quando Archive era entrata nel capitale, aveva dichiarato Marcovaldi a WWD.
Alcuni giorni dopo The Attico, la società aveva acquisito una partecipazione del 40% del capitale di Langosteria Holding srl, che controlla Langosteria srl, la società a cui fanno capo i ristoranti milanesi Langosteria, Langosteria bistrot, Langosteria café Milano e lo stagionale Langosteria Paraggi, cui si sono da allora aggiunti Langosteria Cucina, sempre a Milano, i ristoranti a Parigi e a Sankt Moritz. Sono prossime le aperture a Londra e a Miami.
Langosteria srl ha chiuso il 2022 con 9,7 milioni di ricavi, 393mila euro di ebitda e 3,2 milioni di debiti netti (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il 2022 è stato il primo anno in cui la società ha raggiunto utile (65mila euro) ed ebitda positivo.