Biovalley Investments Partners (BIP), holding specializzata nei farmaci orfani e nell’investimento in società che sviluppano tecnologie innovative per la medicina e le scienze della vita, ha rilevato l’88% di Swiss Integrative Center for Human Health (SICHH): centro di ricerca elvetico specializzato in soluzioni e sistemi innovativi nei settori industriali delle tecnologie mediche, bioinformatiche e delle biotecnologie (si veda qui il comunicato stampa). Biovalley Investments manterrà il partenariato pubblico-privato del centro: restano con quote di minoranza l’Università di Friburgo, l’Institut et Haute Ecole de la Santé, La Source di Losanna, l’Université de Neuchâtel, lo Swiss Institute of Bioinformatics, l’HFR Fribourg – Hôpital cantonal e l’Istituto Cardiocentro Ticino.
Rimarranno in Svizzera le attività di ricerca e sviluppo e il supporto all’innovazione, anche con l’obiettivo di favorire la crescita delle imprese innovative italiane in quei territori. A seguito dell’intervento di Biovalley Investments, l’assemblea dei soci ha nominato due italiani nel nuovo Consiglio di amministrazione di SICHH: Diego Bravar, già presidente di Biovalley, e Giovanni Loser, già ceo di Biovalley. La governance del SICHH è stata rinnovata grazie anche alla nomina del nuovo direttore italiano, Lavinia Alberi Auber, già direttrice della ricerca neurologica del Centro.
Il SICHH, con sede presso l’incubatore Bluefactory di Friburgo, è attivo in particolare nella diagnostica salivare di precisione non invasiva. Attualmente occupa 14 ricercatori e tecnici, con numerose pubblicazioni scientifiche ed un brevetto attivo dal 2021, su una metodologia preanalitica che ha permesso al SICHH di commercializzare test salivari per Covid-19 per la sorveglianza della popolazione. Il centro rappresenta un’eccellenza internazionale e riconosciuta espressione di un altro territorio fertile nell’ambito della ricerca e sviluppo (il Canton Friburgo), forte di una rete di oltre 250 operatori del settore.
La mission di Biovalley Investments è promuovere la crescita di un innovativo ecosistema BioHighTech in Friuli-Venezia Giulia, in Veneto e, oltreconfine, nella macro regione Alpe Adria, tutti territori già all’avanguardia nell’ambito della ricerca scientifica. Il percorso strategico BioHighTech prevede investimenti nei settori del Biomedicale (BioMed), delle Biotecnologie (BioTech) e dell’Informatica medica e bioinformatica (BioICT). Il percorso di questo ecosistema BioHighTech si sviluppa attraverso l’accelerazione dell’incubazione e della crescita di startup e pmi innovative e ha visto già diversi importanti passaggi, come a Trieste, la gestione da parte di Biovalley Investments, e di società partecipate o controllate, dell’Urban Center; l’acquisizione del Business Innovation Center; l’erogazione di servizi alle aziende dell’Area Science Park con un Cloud HPC Data Center.
Diego Bravar, presidente di Biovalley Investments, ha dichiarato in merito all’acquisizione di SICHH: “Con questo investimento puntiamo su una regione più lontana della macro regione Alpe Adria, ma molto affine al Friuli-Venezia Giulia per l’alta densità di startup innovative, che è addirittura superiore a quella di Trieste, ovvero la più alta in Italia. Il SICHH, infatti, è un’eccellenza internazionale che si sta distinguendo in particolare per lo sviluppo e l’erogazione di test salivari all’avanguardia per il Covid-19″.
Biovalley ha già definito nuovi progetti di R&S per la crescita. “Anzitutto lo sblocco di alcuni brevetti, oltre alla creazione di importanti sinergie, come con Biovalley, in particolare per il Chemomaker, un robot in grado di dosare i farmaci per i pazienti oncologici in ambiente ospedaliero. A tal fine utilizzeremo anche le numerose tecnologie ad alto potenziale del SICHH, che hanno già permesso di sviluppare un innovativo test salivare per il Covid-19. Per i prossimi sei mesi abbiamo già pronti quattro progetti di R&S condivisi e prevediamo di potenziare anche il personale specializzato del centro. Vogliamo consolidare la posizione del SICHH come un centro di riferimento per lo sviluppo di tecnologie integrate sulla salute umana, sia in Svizzera, sia a livello internazionale”, ha concluso Bravar.
Biovalley lo scorso aprile ha deliberato un aumento di capitale per complessivi 5,1 milioni di euro. Di questi, 2 milioni in denaro riservati agli stessi azionisti di BIP e a soggetti terzi e 3,1 milioni in natura, cioè per apporto, sono riservati a Friulia spa, la finanziaria regionale di viluppo del Friuli Venezia Giulia, che ha apportato il 100% di BIC (Business Innovation Center) Incubatori FVG (si veda altro articolo di BeBeez). Friulia era già socia di BIP dal 2015, quando aveva investito 500 mila euro nell’ambito di un aumento di capitale da 1,7 milioni di euro (si veda qui Il Piccolo). A oggi Friulia ha una quota del 14,3% di BIP, che è controllata al 52,7% dal fondatore Diego Bravar, già fondatore di TBS Group spa (ora Althea spa), società che eroga servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche, quotata in Borsa con successo per poi venire delistata da Permira nell’agosto 2017 a seguito di un’opa da 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tra gli altri soci di BIP, ricordiamo con il 15,6% Venetwork (società di investimento che unisce 57 imprenditori veneti, fondata da Pierangelo Bressan, patron di Garmont International) e il crowd della campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe lanciata da BIP nel novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e chiusa nel gennaio 2020 in overfunding, con una raccolta di 1,655 milioni di euro, a cui aveva partecipato anche l’incubatore Bio4Dreams (si veda altro articolo di BeBeez). In occasione della campagna, BIP aveva annunciato anche l’intenzione di quotarsi successivamente sul mercato AIM di Borsa Italiana per supportare ulteriormente lo sviluppo. Biovalley Investments detiene la maggioranza di 7 imprese e altre partecipazioni di minoranza.