Golden Goose andrà al fondo Carlyle Europe Partners IV, che ha annunciato ieri la firma dell’accordo per l’acquisto dell’intero capitale della società italiana produttrice di abbigliamento e accessori casual di lusso, noto soprattutto per il brand omonimo di sneaker (scarica qui il comunicato stampa).
Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del prossimo marzo. L’asta, condotta dall’advisor Lazard, era aperta da fine estate e aveva visto la partecipazione di parecchi fondi: si sono fatti i nomi BC Partners, Lion Capital, Charme, Chequers, General Atlantic, Permira e Riverside, oltre che di Mayhoola, la holding di investimento dei reali del Qatar, che in Italia già possiede Valentino e Pal Zileri (si veda altro articolo di BeBeez).
La società sarebbe stata valorizzata a un equity value di oltre 400 milioni (si veda Reuters). Fondata nel 2000 e con sede a Venezia, Golden Goose negli ultimi anni la società ha registrato un consolidato track record di continua crescita elevata, con oltre 100 milioni di euro di ricavi nel 2016, di cui circa il 60% generati sui mercati internazionali. Il 2015 si era invece chiuso con ricavi consolidati per 77,9 milioni, un ebitda di 19,1 milioni, un utile netto di 3,9 milioni e un debito finanziario netto di 18,2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). E l’obiettivo per quest’anno è di 130-140 milioni di fatturato, aveva anticipato il presidente e amministratore delegato Roberta Benaglia a MF Fashion tre settimane fa in occasione dei festeggiamenti per il decimo compleanno della sneaker con la stella (l’iconica Superstar).
Sinora la società era controllata dal fondo Ergon Capital Partners III che aveva acquisito la maggioranza di Golden Goose nel maggio 2015 dai fondi dell’allora Dgpa sgr (oggi Syle Capital sgr, con la partner Roberta Benaglia che era appunto rimasta alla guida della società) e Riello Investimenti e dai fondatori della società, Alessandro Gallo e Francesca Rinaldo. Nell’ambito dell’operazione, Zignago Holding spa aveva rilevato una quota di minoranza in qualità di coinvestitori, con fondatori della società che avevano mantenuto il 13% e il management il 3%. L’operazione era stata condotta allora sulla base di una valorizzazione della società di 100 milioni di euro, dopo che la società aveva chiuso il 2014 con 48 milioni di euro di ricavi (+60% dal 2013) e con un ebitda superiore ai 10 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Golden Goose Deluxe Brand rappresenta la quarta significativa acquisizione di Carlyle nel settore dell’abbigliamento e del fashion a livello europeo, dopo le precedenti operazioni di Moncler, TwinSet Simona Barbieri e Hunkemoller.
Golden Goose Deluxe Brand è distribuito in tutto il mondo attraverso un network di oltre 700 negozi multibrand esclusivi e franchising, unitamente a otto flagship store a gestione diretta.
Marco De Benedetti, Managing Director e Co-Head, Carlyle Europe Partners, ha commentato: “Ammiriamo l’unicità dello stile e della brand identity di Golden Goose, l’efficace modello di business, oltre all’indiscussa capacità di aver creato e continuamento innovato la categoria delle fashion sneakers di lusso. Intendiamo supportare Golden Goose Deluxe Brand con la nostra conoscenza strategica del settore e con investimenti mirati a supportare il potenziale di sviluppo del brand, in particolare negli Stati Uniti e in Asia, puntando soprattutto ad un’accelerazione della presenza retail a livello mondiale e on-line”.
Emanuele Lembo, Managing Partner di Ergon Capital Advisors, ha aggiunto: “Questa operazione è perfettamente in linea con la filosofia e l’approccio di investimento di Ergon e siamo molto soddisfatti della partnership di successo stabilita con un management team eccellente e i suo co-investitori. Nel ciclo di vita di questo investimento, Ergon ha supportato lo straordinario sviluppo della società accelerandone la crescita, anche attraverso l’ampliamento della rete retail e con una costante attenzione all’eccellenza operativa”.
Nell’operazione Carlyle è stata assistita da DVR Capital, Bain & Company, Kpmg e dallo studio legale Latham & Watkins. I venditori sono stati invece assistiti da Lazard, The Boston Consulting Group, PWC e sul piano legale dallo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners.