Ieri il Consiglio di amministrazione di Cdp ha dato il via libera all’offerta di Cdp Equity, insieme a Blackstone e Macquarie, per rilevare l’88,06% di Autostrade per l’Italia (ASPI). L’offerta prevede che Cdp Equity avrà la maggioranza (40%) del veicolo BidCo con cui sarà realizzato l’investimento in Aspi, e sarà affiancata dai due fondi internazionali, con il 30% ciascuno del veicolo (si veda qui il comunicato stampa). Cdp Equity inoltre nominerà il presidente e l’ad di BidCo.
L’offerta, però, non ha convinto Atlantia, che in un comunicato diffuso ieri ha precisato: “Il Consiglio di amministrazione di Atlantia, pur apprezzando alcuni miglioramenti risultanti dalla nuova elaborazione dell’offerta, ha valutato i relativi termini economici e le condizioni ancora non conformi e non idonei ad assicurare una adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione. Nell’offerta dunque mancano gli elementi necessari per concedere un periodo di esclusiva agli offerenti. Il Consiglio di amministrazione odierno ha comunque deliberato, con il consueto spirito propositivo, di proseguire il dialogo con CDP e altri coinvestitori di suo gradimento per agevolare la presentazione di una nuova offerta vincolante e satisfattiva al più tardi entro il 30 novembre 2020, affinché i soci possano eventualmente tenerla in dovuta considerazione in sede di esame del progetto di scissione nella assemblea di prossima convocazione (si veda qui il comunicato stampa)”.
La scorsa settimana Atlantia, attuale proprietaria di ASPI, aveva già rispedito al mittente l’offerta preliminare del consorzio per Aspi avanzata il 19 ottobre scorso (si veda altro articolo di BeBeez) ritenendola troppo bassa. Tuttavia, pur essendo scaduto il periodo di esclusiva, il Cda di Atlantia aveva deciso di proseguire la trattativa con Cdp e i sui coinvestitori fino al 27 ottobre, al fine di valutare una nuova offerta vincolante (si veda altro articolo di BeBeez). Atlantia inizialmente aveva concesso a Cdp lo scorso martedì 13 ottobre l’esclusiva a trattare sino al 18 ottobre perché questa, insieme ad altri investitori nazionali e internazionali, presentasse una proposta per un possibile accordo, relativo all’acquisto dell’integrale pacchetto azionario della controllata Aspi (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel caso in cui questa volta la proposta di Cdp e dei suoi coinvestitori fosse accolta da Atlantia, sarà effettuata una due diligence di 10 settimane su quest’ultima, che porterà all’individuazione delle condizioni e del prezzo definitivo dell’operazione. Qualora nell’ambito dell’operazione i soci di minoranza di ASPI preferiscano esercitare il diritto di co-vendita delle azioni di Aspi, è previsto che il consorzio (Cdp Equity-Macquarie-Blackstone) possa acquistare fino al 100% di ASPI.
“L’offerta si colloca nel solco di quanto prospettato da Atlantia e ASPI nella lettera al Governo del 14 luglio scorso ed è coerente con la mission di Cdp di sostenere stabilmente e nel lungo termine le infrastrutture strategiche. La presenza di Cdp è anche funzionale al presidio di un consistente piano di investimenti per l’ammodernamento della rete autostradale, l’accelerazione dei programmi di manutenzione e la promozione della logistica integrata e delle soluzioni a favore della mobilità sostenibile”, scrive Cdp nella sua nota.
Cdp aveva anche reso noto la scorsa settimana che la struttura dell’operazione consentiva l’ingresso di altri investitori istituzionali, in particolare italiani. Nei mesi scorsi si era ipotizzato nell’operazione un coinvolgimento dei grandi fondi pensione internazionali e dei fondi sovrani esteri, specialmente quelli che hanno sottoscritto il terzo fondo di F2i e cioé GIC, il fondo sovrano di Singapore, e PSP, il fondo pensione dei dipendenti pubblici e delle forze dell’ordine canadesi (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto agli investitori italiani, si era parlato in primo luogo delle fondazioni bancarie, visto anche che socie di Cdp sono un gruppo di fondazioni a cui fa capo il 15,93% del capitale della Cassa. Alcune delle fondazioni più grandi, tra cui tra cui Cariplo e Compagnia San Paolo e CRT, ma non Cariverona, avrebbero espresso in passato una generale disponibilità (si veda altro articolo di BeBeez). Fondazioni a parte, interessate ad affiancare Cdp nel capitale di ASPI, si diceva anche attraverso un fondo strutturato ad hoc da F2i sgr (si veda altro articolo di BeBeez), potrebbero essere anche Poste Vita e alcune casse di previdenza, come Cassa Forense (avvocati), Enpam (medici), Inarcassa (architetti) e Cassa Geometri (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto per domani 30 ottobre è fissata l’assemblea di Atlantia, ma all’ordine del giorno non ci sarà più il voto sullo spinoff di ASPI in vista della quotazione, cioé della strada alternativa alla vendita diretta della quota. E questo perché, come spiegato nello stesso comunicato stampa diffuso ieri, si è creato un nuovo stallo con il Ministero dei Trasporti in relazione al rinnovo della concessione autostradale. Il Cda di Atlantia ha quindi deciso di concedere più tempo agli azionisti e riconvocare l’assemblea entro il 15 gennaio 2021. Intanto la scorsa settimana i principali proxy advisor internazionali, Glass Lewis, Institutional Shareholder Services e Pirc e l’italiano Frontis Governance, che supportano gli azionisti istituzionali come asset manager, fondi pensione, fondi comuni e fondazioni nell’analisi e nella gestione del voto nelle assemblee, avevano raccomandato agli azionisti di votare a favore dello spin-off.
Il bilancio 2019 di ASPI si è chiuso ricavi per 4,1 miliardi, un ebitda di 710 milioni (che riflette un accantonamento a fondo oneri da 1,5 miliardi di euro, correlato all’impegno previsto nelle negoziazioni in corso con il governo e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto alla chiusura delle contestazioni avanzate per la vicenda del Ponte Morandi) e un debito finanziario netto di 8,4 miliardi.
(Articolo modificato il 29 ottobre 2020 alle ore 10.00 – si aggiungono i contenuti del comunicato di Atlantia)