Unicredit ha lanciato nei giorni scorsi il programma Social Impact Banking, con l’obiettivo di promuovere attività con un impatto sociale positivo, sostenendo privati, microimprese e imprese sociali (scarica qui il comunicato stampa).
A fine novembre, invece, Cassa Depositi e Prestiti aveva lanciato Social Impact Italia, una piattaforma di investimento dedicata allo sviluppo del mercato italiano della finanza inclusiva a sostegno dell’imprenditoria sociale, che può contare su una dotazione complessiva di 100 milioni di euro, cofinanziati in parti uguali da Cdp e Fondo Europeo per gli Investimenti (scarica qui il comunicato stampa). Cdp è stata assistita nell’operazione sul piano legale da Dla Piper.
Le due iniziative si inseriscono in un trend che sta acquistando forza crescente a livello mondiale tra gli investitori. Nel mondo a fine 2016 c’erano infatti 113,7 miliardi di dollari investiti in impact investments, secondo l’indagine annuale del Global Impact Investing Network (scarica qui il report) condotta su 209 istituzioni, che hanno anche dichiarato che nel 2016 hanno investito 22,1 miliardi e che quest’anno avrebbero aumentato del 17% i capitali investiti su queste asset class a 25,9 miliardi di dollari. Tra gli intervistati del 2016 che erano stati intervistati anche nel 2015, l’aumento dei capitali investiti tra il 2015 e il 2016 era già stato del 15%.
Tornando all’iniziativa di Unicredit, il programma Social Impact Banking si concentra sull’attivazione di nuove linee di credito, sulla condivisione del know-how finanziario e aziendale della banca con le comunità e sulla creazione di reti tra organizzazioni accomunate da obiettivi a positivo impatto sociale, come le associazioni di promozione sociale, quelle di categoria, le fondazioni e le istituzioni pubbliche. Social Impact Banking si svilupperà attraverso tre filoni di intervento: microcredito, cioé tutte le filiali Unicredit in Italia offriranno credito, know-how e sostegno a quelle microimprese che sono spesso escluse dall’accesso ai prodotti e ai servizi bancari tradizionali; consulenza, cioé grazie anche a una rete di volontari, dipendenti ed ex dipendenti di Unicredit , il gruppo offrirà consulenza per supportare queste aziende nel loro percorso di crescita e sviluppo; impact financing, cioé Unicredit offrirà prodotti e servizi a prezzi competitivi sia per le imprese profit sia per quelle non profit che operano, non solo per mantenere la sostenibilità economica della loro iniziativa, ma anche per soddisfare bisogni sociali, come il rafforzamento e la promozione dell’inclusione, misurando l’impatto ottenuto. In particolare, UniCredit mira a sviluppare il mercato dell’impact financing con l’obiettivo di erogare 100 milioni di nuovi prestiti nei prossimi due anni.
Quanto all’iniziativa di Cdp, invece, tramite la piattaforma Social Impact Italia, si propone di coinvolgere attivamente capitali privati nel sociale, settore tradizionalmente riservato alla finanza pubblica e agli enti no-profit, investendo capitale di rischio in operatori finanziari a vario titolo attivi in questo ambito. In particolare, Social Impact Italia opererà principalmente investendo in quote di fondi e veicoli di investimento specializzati in impact investing, con focus sull’imprenditoria sociale e in capitale di istituzioni finanziarie attive in social lending e microfinanza.
In tale ottica, gli schemi di intervento di Social Impact Italia sono concepiti secondo una logica di investimento “paziente”, che coniuga la sostenibilità economica nel lungo periodo con la produzione di un impatto positivo e misurabile sulla società e sui territori da parte degli investimenti, individuati grazie a un processo di valutazione strutturato e selettivo.
Inoltre, la Piattaforma SII rappresenta uno dei capisaldi della più ampia strategia di Cdp come National Promotional Institution nella finanza sostenibile, con interventi diversificati che includono emissione di social bond e gli investimenti nel settore del social housing.