Punta a 500 milioni di euro Italy Export Credit , il fondo chiuso lanciato da Comoi Group, che investirà in lettere di credito che verranno cedute al fondo da piccole e medie imprese italiane a fronte di crediti commerciali all’export. Il progetto, che MF-Milano Finanza aveva anticipato nel giugno 2013 (si veda altro articolo di BeBeez), è finalmente una realtà che ha preso vita anche grazie al supporto di Ref ricerche, il cui presidente è Giacomo Vaciago, docente di Economia Monetaria all’Università Cattolica di Milano, che oggi non a caso siede nell’advisory board del fondo (scarica qui il comunicato stampa).
Si tratta del primo fondo in Europa di questo tipo ed è tecnicamente un comparto della lussemburghese Comoi Fund Sca Sif Sicav gestito formalmente da Comoi Fund Management sa di cui è advisor Comoi sim spa, controllate da Comoi Group, un gruppo privato indipendente attivo in Italia, Svizzera e Lussemburgo nei servizi finanziari e nella consulenza alle imprese (scarica qui la scheda tecnica del fondo).
Nel dettaglio, hanno spiegato ieri alla stampa Sergio Zoncada e Gerardo Stigliani, rispettivamente amministratore delegato di Comoi Group e direttore generale di Comoi sim, il fondo investirà in obbligazioni di pagamento (lettere di credito o promissory notes) rilasciate dalle banche dei Paesi importatori, che intervengono nelle transazioni commerciali verso aziende italiane esportatrici, garantendo il pagamento, con il credito che a sua volta è garantito da Sace, con la quale il fondo ha stipulato un accordo.
In sostanza le pmi esportatrici, invece di cedere alla loro banca italiana il loro credito, per incassarlo subito, potranno decidere di cederlo al fondo di Comoi a un prezzo che i manager di Comoi assicurano che sarà più interessante, con il fondo che, a differenza delle banche, sarà disposto ad acquistare crediti con dilazioni di pagamento a lungo termine.
ll fondo acquisterà le obbligazioni di pagamento (per un valore di ciascun credito compreso tra gli 800 mila euro e i 3-4 milioni) calcolando all’atto dell’acquisto un ricavo netto in base agli elementi caratteristici dell’operazione di esportazione, tra i quali: durata, importo, rischio Paese, rischio di credito e garanzie (in particolare è stato messo a punto uno strumento di calcolo e gestione del rischio che lavora utilizzando i contratti Cds di mercato o sintetici relativi al debito delle banche estere che hanno fornito le garanzia). L’esportatore smobilizzerà il proprio intero credito liberandosi dal rischio, mentre i flussi di pagamento delle obbligazioni acquistate dal fondo genereranno nel tempo il rendimento del fondo stesso.
Per assicurarsi un adeguato dealflow il fondo ha già stretto accordi con le principali associazioni di categoria da Confindustria a Ucimu, tenendo conto che il principale settore esportatore in Italia è quello della meccanica e degli utensili.
Una simile struttura è in grado di assicurare un rendimento netto per gli investitori nell’ordine del 6.7% hanno spiegato i manager di Comoi, che si sono impegnati a investire l’intero patrimonio entro due anni dalla raccolta degli impegni e che hanno fissato al 2033 la data di fine del fondo, prevedendo però delle finestre di uscita per gli investitori che intendano disinvestire prima. Il fondo, infatti, è di tipo revolving, visto che le obbligazioni di pagamento avranno una vita media di 4,25 anni e i capitali rimborsati torneranno così in circolo per nuovi investimenti.
Il fondo si rivolge solo a investitori istituzionali e in primo luogo ad assicurazioni e fondi pensione. Su quest’ultimo fronte Comoi può contare sul sostegno di Assoprevidenza, con il presidente Sergio Corbello che ieri è intervenuto in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo veicolo di investimento e che ha sottolineato che “il profilo di rischio contenuto e di rendimento più ricco di quello ormai offerto dai titoli di Stato è certo di interesse dei fondi pensione, che peraltro in prospettiva, se passerà la nuova normativa allo studio, a fronte di investimenti di questo tipo di lungo termine con ricadute sull’economia reale dovrebbero poter godere dello stesso credito fiscale allo studio per gli investimenti in infrastrutture”.
La stessa tipologia di investitori sarà poi in futuro ricontattata da Comoi non appena saranno pronti al lancio altri due comparti della Sicav, volti a finanziare l’uno gli investimenti da parte delle società di trasporto pubblico locale e l’altro gli investimenti delle utility specializzate nel settore idrico integrato. Entrambi i progetti sono in preparazione da oltre un anno e mezzo, sempre con la collaborazione di Ref ricerche e ieri a margine della conferenza stampa Stigliani ha confermato che i progetti sono ancora in piedi e che con tempi certo non brevissimo anche questi due fondi saranno lanciati.