
di Alessandro Albano
DeA Capital, piattaforma indipendente di alternative asset management leader in Italia con asset in gestione aggregati di 26,4 miliardi di euro a fine settembre (si veda altro articolo di BeBeez), ha visto il titolo chiudere la sessione di borsa venerdì scorso con un balzo del 28,85% a 1,474 euro sull’Euronext Star Milan. Una super-performance dovuta all’annuncio da parte della controllante gruppo De Agostini, che intende lanciare un’opa volontaria con obiettivo delisting sul 32,156% del capitale non ancora in suo possesso, visto che De Agostini ne detiene già direttamente il 67,062% a cui si aggiungono le azioni proprie in mano alla società d’investimento. L’opa sarà lanciata attraverso il veicolo Nova srl, che pagherà un prezzo per azione di 1,5 euro, incluso il dividendo, per un corrispettivo complessivo, quindi, in caso di adesione da parte dei titolari delle azioni oggetto dell’opa, di circa 128,6 milioni, con durata prevista dell’offerta compresa tra i 15 e i 40 giorni (si veda qui comunicato stampa), le cui date non sono ancora state stabilite.
L’offerente Nova ha dichiarato, nel caso le adesioni consentano di superare una quota del capitale in possesso del gruppo De Agostini superiore al 90% ma inferiore al 95%, la propria indisponibilità a ricostituire un flottante adeguato al corretto svoglimento degli scambi sul mercato, e di esercitare il diritto all’Acquisto delle azioni Dea Capital ancora sul mercato.
L’operazione, che se si concluderà con successo porterà la società d’investimento fuori da Borsa Italiana, nasce dal cambiamento della struttura del modello di business che DeA Capital ha apportato negli ultimi anni, progressivamente abbandonando la strategia di operatore diretto – come investitore – in rilevanti operazioni di private equity e divenendo un Alternative Asset Manager, e quindi un gestore di fondi di terzi, con ampio spettro di prodotti gestiti.
Come spiegato nella nota diffusa venerdì, il modello di business attuale è “molto meno capital intensive”, come implicitamente dimostrato dalle rilevanti distribuzioni di dividendi straordinari attuate negli ultimi anni tra cui l’ultimo stacco a maggio di 0,1 euro pari a un pay-out del 10% e quindi legato agli andamenti inflazionistici. Per questo, la società sente meno l’esigenza di ricorrere anche al capitale di terzi per lo sviluppo del business stesso, esigenza che, in passato, aveva rappresentato una delle ragioni fondamentali alla base della quotazione.
Secondo la holding, uscire da Piazza Affari assicurerà “una maggiore flessibilità gestionale, oltreché un indubbio risparmio di costi”, in quanto, come società privata caratterizzata da una maggiore flessibilità operativa e organizzativa, DeA Capital sarà in grado “di accelerare la sua strategia di investimento e di creazione di valore”.
Una volta fuori dal listino, spiega ancora il colosso dell’editoria e comunicazione, DeA Capital potrà perseguire meglio le potenziali opportunità di crescita, beneficiando di: una maggiore rapidità nell’assunzione e nella messa in atto di decisioni di investimento; una più significativa possibilità di focalizzazione su progetti di sviluppo che per natura dell’attività presentano orizzonti di medio e lungo periodo e possibili investimenti con impatti negativi sui risultati economici di breve, il cui perseguimento è meno agevole con le limitazioni derivanti dalla necessità di ottenere risultati soggetti a verifiche di breve periodo tipiche di una società quotata; un accesso diretto a una fonte flessibile di capitale, con il supporto di De Agostini; e infine una semplificazione degli assetti proprietari con conseguente allineamento degli interessi della compagine azionaria.
La quotazione non ha impedito alla società d’investimento di aumentare le masse gestite e il proprio net asset value negli ultimi anni anche se, come si evince dall’utlimo bilancio sui nove mesi del 2022, alcuni indicatori hanno inviato segnali di rallentamento, anche a seguito del contesto macroeconomico non proprio favorevole. Al 30 settembre scorso, DeA Capital aveva come detto 26,4 miliardi di euro di asset in gestione, in crescita del 2% rispetto ai 25,9 miliardi del 30 settembre 2021 (integrando quanto riconducibile a Quaestio Capital sgr), ma in lieve calo dai 26,7 miliardi di euro a fine giugno 2022 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, la quota più importante degli asset è rappresentata dal real estate, con 12,7 miliardi di euro, in incremento dell’8% a rispetto ai 9 mesi 2021, tuttavia a fine giugno scorso il dato era di 12,9 miliardi.
Sempre sul fronte del real estate, ricordiamo che l’instabilità economico-finanziaria ha di fatto ritardato i piani di aumento di capitale dell’ex Nova Re, ora Next Re Siiq spa, con la quale DeA Capital si era impegnata a sottoscrivere parte del nuovo capitale in cambio di una partecipazione del 4,99% della nuova società, che ha cambiato nome proprio in seguito all’intesa con DeA Capital. L’aumento, rimandato al 2023, prevede nuova liquidità per 2 miliardi di euro da attuarsi in due tranche da 1 miliardo ciascuna entro la data di approvazione assembleare del bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai risultati dei 9 mesi, il conto economico ha evidenziato 77,6 milioni di euro di ricavi (da 75 milioni nei 9 mesi 2021), anche in questo caso il principale contributo viene dal real estate, con ricavi per 31,5 milioni (da 20,8 milioni), seguono poi il segmento multi-manager con 22,4 milioni, quello del private equity con 12,7 milioni e quello credito con 11 milioni.
Quanto al risultato netto gestionale, ovvero il risultato netto delle tre sgr partecipate dal gruppo, prima degli elementi non caratteristici e degli effetti delle purchase price allocations, è positivo per 12,1 milioni, sostanzialmente in linea con i 9 mesi del 2021 (12,2 milioni). Il risultato netto di gruppo è invece negativo per 2,2 milioni rispetto al valore positivo di 21,1 milioni dei 9 mesi 2021, come conseguenza del mark-to-market dei fondi in portafoglio, legato all’andamento dei mercati finanziari. Infine, la posizione finanziaria netta consolidata è positiva per 94 milioni da 135,9 milioni a fine 2021, come conseguenza degli investimenti di portafoglio e della distribuzione del dividendo straordinario effettuata a maggio 2022 (per circa 26,5 milioni).