A circa un mese dal delisting da Piazza Affari (si veda altro articolo di BeBeez), gli azionisti di Atlantia hanno approvato il finanziamento infragruppo che andrà a rimborsare il prestito da 8,225 miliardi di euro che ha permesso alla cordata Blackstone Infrastructure-Edizione di lanciare l’opa volontaria sulla società tramite il veicolo Schema Alfa (BidCo) (si veda qui comunicato stampa).
Ricordiamo che Schema Alfa è interamente controllata da Schemaquarantadue spa (Holdco), che a sua volta fa capo per il 65% a Sintonia spa (controllata al 100% da Edizione spa, la holding della famiglia Benetton) e per il resto da Blackstone Infrastrucuture Partners, attraverso BIP-V Hogan (LUX) SCS (5,25%) e BIP Hogan (LUX) SCSp (29,75%). Sintonia spa a sua volta già prima dell’opa possedeva il 33,1% del capitale di Atlantia.
L’offerta pubblica di acquisto, che ha quindi riguardato il 66,9% flottante sul mercato, si basava su un prezzo per azione di 23 euro al netto del dividendo e riconosceva al gruppo delle infrastrutture un equity value complessivo di poco inferiore a 19 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez).
A proposito del finanziamento, il dettaglio, la HoldCo riceverà un prestito da Atlantia per un importo massimo di 8,225 miliardi di euro e con quel denaro HoldCo andrà a rimborsare immediatamente il finanziamento bridge dello stesso importo contratto lo scorso novembre 2022 con un pool di banche per finanziare parte del corrispettivo dell’opa promossa da HoldCo attraverso la BidCo (si veda altro articolo di BeBeez).
Atlantia prevede che il finanziamento infragruppo sarà poi estinto per effetto della fusione trilaterale attesa nel primo semestre 2023, che determinerà l’incorporazione di HoldCo e BidCo in Atlantia. Atlantia, a sua volta, si trovava sul bilancio proprio x miliardi di euro a seguito della vendita della sua quota dell’88,06% di Autostrade per l’Italia finalizzata lo scorso maggio da parte di Holding Reti Autostradali spa (HRA), il veicolo di investimento controllato da CDP Equity (51%) e dai fondi Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e Macquarie Asset Management (24,5%) (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione di finanziamento infragruppo, i cui termini economici sono stati oggetto di valutazione da parte dell’advisor finanziario indipendente Equita, nell’ambito della relazione predisposta dal Consiglio di amministrazione, eseguita a condizioni di mercato, consentirà una riduzione degli oneri finanziari di gruppo.
Per chiudere il capitolo opa e dare un volto alla società post-delisting, gli shareholder hanno poi nominato il nuovo Cda fino all’approvazione del bilancio 2025, che sarà composto da 11 componenti: Alessandro Benetton (nuovo vice presidente), Ermanno Boffa, Mattia Brentari, Christian Coco, Maurizio Irrera, Jonathan Kelly, Enrico Laghi, Giampiero Massolo (confermato presidente), Andrea Pezzangora, Scott Schultz e Andrea Valeri. Le deleghe ad interim per la carica di ad resteranno a Massolo, mentre Tiziano Ceccarani resterà nel ruolo Chief Financial Officer e assumerà inoltre, il ruolo di dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari. Infine, con la medesima durata in carica del board, il nuovo Collegio Sindacale, nominato dai soci sarà composto dai sindaci Riccardo Michelutti, in qualità di presidente, Benedetta Navarra e Graziano Visentin.
Ricordiamo che per Atlantia il 2021 si era chiuso con ricavi a 6,4 miliardi di euro (+22% dal 2020), un ebitda di 4 miliardi (+31%) e un risultato netto consolidato negativo per 500 milioni, a seguito di svalutazioni per 800 milioni, ma a fronte di investimenti per un miliardo di euro (+14%) e con un debito finanziario netto di 30 miliardi di euro (-3,8 miliardi dal 2020). La capogruppo Atlantia spa da parte sua aveva registrato un utile netto di 1,2 miliardi di euro principalmente per la plusvalenza da cessione del 49% di Telepass per oltre un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez) e con un debito finanziario netto di 2,6 miliardi (-1,8 miliardi) (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti). Intanto Moody’s lo scorso aprile aveva alzato il rating di Atlantia spa a Ba1 da Ba2, per tenere conto della cessione della quota di ASPI (si veda qui il comunicato stampa).
Per l’esercizio 2022 la scorsa primavera il gruppo prevedeva ricavi consolidati per circa 6,6 miliardi di euro e un ebitda di circa 4,1 miliardi di euro con un miglioramento atteso rispetto ai risultati 2021. Più a lungo termine, il gruppo prevede di investire 5,1 miliardi di euro nel periodo 2022-2024 supportati da ricavi ed ebitda in crescita rispettivamente a 7,7 miliardi e 5,1 miliardi al 2024.