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CDP Equity, il veicolo d’investimento che fa capo a Cassa Depositi e Prestiti, ha aumentato dello 0,5%, sino quindi al 7,8%, la sua partecipazione in Euronext, l’operatore paneuropeo di Borsa nel cui capitale era entrata alla fine di aprile 2021 con il 7,3% (si veda altro articolo di BeBeez), contestualmente all’acquisizione da parte di quest’ultimo di Borsa Italiana.
CDP Equity, che fa parte del patto parasociale degli azionisti di riferimento di Euronext siglato il 29 aprile 2021, ha agito insieme ad altri due soci della medesima categoria, la francese Caisse Des Dépôts (CDC) e la belga Federal Holding and Investment Company (Sfpim), acquisendo parte della quota detenuta da Euroclear SA/NV (si veda qui il comunicato stampa) che, prima di questa transazione, era il terzo azionista di riferimento del principale mercato finanziario e borsa valori pan-europeo nell’Eurozona, con il 4% (si veda qui la struttura dei soci di riferimento).
CDP Equity e CDC hanno acquisito lo 0,5% ciascuna, arrivando così a detenere il 7,8%, rimanendo entrambi i primi azionisti, mentre Sfpim ha rilevato lo 0,2%, arrivando al 5,17%. Euroclear, di conseguenza, diminuisce la sua partecipazione all’1%, posizionandosi dietro Intesa Sanpaolo (1,50%) e davanti ad ABN Amro (0,50%), fra i soci di questa particolare categoria.
Ricordiamo che per entrare in Euronext CDP Equity aveva investito 491 milioni di euro, per il 7,3%, mentre e Intesa Sanpaolo 88 milioni per l’1,3%, per un totale di 579 milioni. L’acquisto di Borsa Italiana era stato portato a termine per 4,44 miliardi di euro, e finanziato da Euronext inizialmente attingendo per 3,7 miliardi al prestito ponte da 4,4 miliardi di euro messo a disposizione di un pool di banche (Bank of America Merrill Lynch, Crédit Agricole Corporate and Investment Bank, HSBC France e JPMorgan Securities plc), disponibilità di cassa esistente (300 milioni) e nuovo capitale proprio sotto forma di aumento di capitale riservato a CDP e Intesa.
CDP Equity investe in società italiane di interesse strategico nazionale in grado di generare valore nel lungo periodo, anche indirettamente, attraverso società di gestione del risparmio operanti in diversi settori dell’economia italiana. Fra le ultime operazioni, ha partecipato
Federal Holding and Investment Company (Sfpim) fondo sovrano belga, investe per sostenere le aziende belghe, incluse le PMI e quelle in fase di crescita, supportandole con l’obiettivo che diventino un punto di riferimento nei loro settorI. Il fondo investe in un’ampia gamma di società e fondi che abbracciano sia settori tradizionali (fra cui la sanità, la finanza e l’aeronautica) sia settori innovativi e in rapido sviluppo (come l’energia e le utilities, i trasporti e la mobilità e l’impact investing).
Caisse des Dépôts, gruppo a controllo pubblico di investitori a lungo termine, riunisce cinque aree di competenza: politica sociale (pensioni, formazione professionale, invalidità, vecchiaia, salute), asset management, monitoraggio delle società controllate e delle partecipazioni strategiche, finanziamento delle imprese (con Bpifrance) e Banque des Territoires.
Per quanto concerned il venditore delle quote, il gruppo Euroclear è un fornitore di riferimento di servizi di post trade all’industria finanziaria, fra cui soluzioni per garantire sicurezza, efficienza e connessioni ai mercati finanziari, servizi di regolamento e custodia a livello nazionale e internazionale per obbligazioni, azioni, derivati e fondi di investimento.
Segnaliamo infine che sul fronte internazionale, a proposito di riassetto dell’azionariato di borse valori quotate, sempre venerdì 8 marzo Blackstone, Thomson Reuters, CPP Investments e GIC hanno ceduto ai blocchi il 4% del capitale del London Stock Exchange (si veda qui il comunicato stampa), chiudendo un’operazione annunciata pochi giorni prima (si veda qui il comunicato stampa). I venditori sono gli ex azionisti di Refinitiv, la cui fusione con LSEG aveva fatto scattare la vendita di Borsa Italiana a Euronext, come richiesto dalla Commissione europea (si veda altro articolo di BeBeez). A comprare sono stati in parte investitori istituzionali, che hanno acquistato circa 15,9 milioni di azioni per 1,4 miliardi di sterline e in parte lo stesso LSEG, che ha annunciato un buyback fino a un miliardo di sterline quest’anno, e che ha quindi riacquistato circa 500 milioni di sterline di azioni.