Margini in aumento nel 2023 e inizio 2024 brillante per Fedrigoni, società controllata da Bain Capital e BC Partners, che è il primo operatore a livello globale nelle carte speciali per il packaging di lusso e nelle etichette premium per i vini, oltre che il terzo attore più significativo nel mercato delle etichette autoadesive e il secondo nelle carte per l’arte e il disegno, ha spiegato ieri la società rendendo noti i risultati di bilancio relativi al 2023 e anche quelli del primo trimestre di quest’anno (si veda qui il comunicato stampa).
Il fatturato proforma 2023 è stato pari a 1,8 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto ai 2 miliardi di euro (calcolati sul medesimo perimetro) del 2022.
I risultati 2023 includono il contributo per 12 mesi apportato dalla francese Tageos, acquisita a marzo 2022 (si veda altro articolo di BeBeez) e di Arjowiggins China, rilevata a gennaio 2024 (si veda altro articolo di BeBeez), mentre escludono il business relativo agli uffici, attualmente in vendita. Di diverso tenore l’andamento dell’ebitda proforma, che è aumentato dell’8% da 314 a 338 milioni, così come la marginalità è cresciuta, dal 15,4 al 18,7%.
Per la società è la scala sempre più globale del gruppo che si sta rivelando uno dei fattori trainanti nello sviluppo, sia in termini di presenza di uffici e siti produttivi (in 28 paesi) sia in termini di diversificazione dei ricavi: 21% dal mercato italiano, 49% dal resto d’Europa e 30% dal resto del mondo.
Per quanto riguarda il 2024, invece, i ricavi stimati per il primo trimestre (470 milioni) sono aumentati del 2,4% anno su anno e del 10,9% in modo progressivo rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso. Idem l’ebitda, che è aumentato del 16,9% anno su anno e del 5,7% rispetto al periodo ottobre-dicembre 2023, arrivando a 81 milioni di euro.
Anche il risultato progressivo degli ultimi 12 mesi, quindi da aprile 2023 a marzo 2024 è stato positivo, con una stima di ricavi ed ebitda proforma pari, rispettivamente, a 1,8 miliardi e a 356 milioni, con una marginalità del 19,5%.
“Il 2023 è stato un anno di grande volatilità, determinato da instabilità geopolitica, eccesso di scorte in molte catene del valore e contesto macroeconomico sfavorevole ha detto Marco Nespolo , amministratore delegato dell’azienda. “Ciò nonostante abbiamo continuato a guadagnare quote di mercato in tutti i settori e in tutte le aree geografiche, chiudendo l’anno con risultati finanziari stabili e abbiamo dimostrato ancora una volta la resilienza del nostro modello di business”. Per quanto concnerne l’anno in corso, “il primo trimestre è partito positivamente, con una ripresa
della domanda. Tuttavia, ci troviamo ancora in un contesto di mercato fortemente volatile e di grande instabilità geopolitica a causa dei conflitti mondiali in cui agilità e adattabilità rimangono fondamentali: ci
aspettiamo che questo andamento schizofrenico dei mercati caratterizzerà i prossimi anni, con grosse oscillazioni degli ordini, per cui sarà necessaria molta più flessibilità”.
Per quanto riguarda la strategia di sviluppo dell’azienda, tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 sono state portate a termine due operazioni finanziarie che hanno ulteriormente migliorato la struttura patrimoniale e quattro operazioni di m&a in tre continenti, ha sottolineato Fedrigoni.
Nel primo caso, ricordiamo che a gennaio il gruppo ha annunciato l’emissione di un nuovo bond da 665 milioni di euro contestualmente alla quale un gruppo di finanziatori ha messo a disposizione ulteriori 30 milioni di euro, ampliando così la linea di credito revolving già esistente che ha raggiunto i 180 milioni. I proventi della nuova emissione, insieme a cassa e altri proventi forniti dal gruppo, erano finalizzati al rimborso del bond da 725 milioni di euro a scadenza 2027, a pagare gli interessi in corso e le commissioni relative all’intera operazione (si veda altro articolo di BeBeez). I bond sono stati prezzati ieri (si veda qui il comunicato stampa).
Inoltre, ricordiamo che Fedrigoni in questi mesi ha anche aumentato la propria liquidità attraverso un’operazione di sale&leaseback dei propri impianti industriali, del valore di 280 milioni. Il gruppo ha venduto nel dettaglio sedici stabilimenti produttivi, in Italia, Spagna e Germania all’operatore statunitense WP Carey, sottoscrivendo contestualmente un patto di locazione ventennale degli stessi siti, equivalenti all’incirca alla metà del patrimonio immobiliare mondiale dell’azienda (si veda altro articolo di BeBeez).
Le due operazioni hanno liberato le risorse necessaria per l’attività di m&a. A febbraio, infatti, l’azienda veronese aveva rilevato alcuni asset della statunitense Mohawk Fine Papers, di cui era partner industriale da settembre 2022 (si veda altro articolo di BeBeez). A gennaio il gruppo aveva invece annunciato l’investimento nella startup britannica SharpEnd, specializzata in consulenza e soluzioni di Internet delle cose, acquisendo con un aumento di capitale riservato una quota di minoranza, con l’obiettivo di acquisire il 100% nel lungo periodo. Un’operazione, questa, che rientra in un nuovo programma di corporate venture capital che Fedrigoni ha avviato per identificare startup con cui accelerare il processo di innovazione e acquisire nuove tecnologie (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre lo scorso gennaio il gruppo Fedrigoni ha concluso l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Arjowiggins HKK3 Limited, proprietaria del gruppo Arjowiggins China (si veda qui il comunicato stampa), a valle di un accordo siglato un anno prima con la cartiera di Quzhou, situata nella provincia di Zhejiang, che è leader mondiale nella produzione di carte traslucide e che includeva anche l’acquisizione del Centro di Ricerca e sviluppo di Voiron in Francia sempre di proprietà del gruppo Arjowiggins (si veda altro articolo di BeBeez).