C’era il tutto esaurito di investitori e analisti finanziari ieri a Palazzo Mezzanotte nella sede di piazza Affari a Milano in occasione della presentazione ufficiale al mercato del progetto di quotazione in Borsa del Gruppo Fila tramite la fusione con Space spa, la Spac quotata al segmento Miv promossa da Space Holding srl (scarica qui la presentazione agli investitori).
Un’operazione, quella che tra un mese verrà sottoposta alle rispettive assemblee degli azionisti, a valle della quale Fila si troverà dotata di una potenza di fuoco di 150 milioni disponibili per nuove acquisizioni: 50-65 milioni saranno i capitali freschi che entreranno in azienda grazie all’annunciata fusione con Space spa, mentre una nuova linea di credito bancaria da un centinaio di milioni è in fase di negoziazione.
Quest’ultimo è il veicolo di investimento che fa capo ai senior parnter Sergio Erede (fondatore dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo), Gianni Mion (vicepresidente di Edizione Holding), Roberto Italia (Chairman di Cinven in Italia), Carlo Pagliani (senior advisor di Morgan Stanley), Edoardo Subert (senior advisor di Rothschild) e ai partner Alfredo Ambrosio (ex Morgan Stanley e Cdp, oggi Banca Imi) e Elisabetta De Bernardi (ex Morgan Stanley, oggi ceo Italia di ZNAP, la piattaforma di mobile business sviluppata da MPayMe) e che nel dicembre 2013 aveva raccolto 130 milioni di euro e che ora si porta in dote anche 15 milioni di euro di crediti fiscali, per un NAV valutato quindi 145 milioni.
I promotori della Spac e il top management di Fila, guidato dall’amministratore delegato Massimo Candela, attendono il via libera delle rispettive assemblee degli azionisti per procedere all’acquisizione del gruppo Fila al quale fanno capo, oltre che le omonime matite da disegno, anche marchi del calibro di Giotto, Lyra, Tratto, Das e Pongo, da parte di Space, al successivo cambio di nome della Spac quotata in Fila e al passaggio della società sul mercato principale Mta.
L’operazione, già anticipata nei dettagli da MF-Milano Finanza lo scorso 16 gennaio (si veda altro articolo di BeBeez), valuta la società 228 milioni di euro in termini di equity e 294 milioni in termini di enterprise value (o 7,4 volte l’ebitda degli ultimi 12 mesi) sulla base di un fatturato degli ultimi 12 mesi di 228 milioni, cresciuto con un tasso medio del 5% all’anno dal 2007 al 2013, ma che si è moltiplicato per oltre 11 volte dai 23 milioni del 1994, anno in cui massimo Candela ha preso le redini della società subentrando al padre Alberto, attualmente presidente e presto presidente onorario (presidente non escutivo sarà Gianni Mion).
Il tutto con una redditività a sua volta in forte crescita: negli ultimi 12 mesi l’ebidta è stato di 39,9 milioni, al netto di oltre 6 milioni di euro di costi non ricorrenti (ristrutturazione dell0impianto in Cina e costi associati a un’acquisizione non andata a buon fine, che peraltro era stata esaminata da Fila e dalla stessa Space che nel progetto iniziale dovevano coinvestire in questa terza società). Così come il fatturato, anche l’ebitda è cresciuto a ritmo veloce negli ultimi anni, con un tasso medio annuo dell’8% dal 2007 al 2013. E grazie alla cassa prodotta la società è riuscita negli anni a ridurre l’indebitamento che si stima sceso a 1,4-1,5 volte l’ebitda a fine 2014 dalle 1,7 volte (per 61,7 milioni) del 2013. La società, quindi, ha tutto l’agio di ricorrere anche al debito bancario per finanziare le prossime acquisizioni, oltre che mettere mano all’equity e strutturare operazioni miste anche carta contro carta.
A trainare la crescita e la marginalità è stata in particolare il business del colore, sul quale negli ultimi 20 anni il gruppo ha puntato sia in termini di investimenti in ricerca e sviluppo sia in termini di acquisizioni, che sono state ben 9, con l’ultima l’anno scorso relativa all’italiana Maimeri (si veda il comunicato stampa).
La prima, invece, è stata quella della statunitense Dixon nel 2005 e grazie alla quale oggi Fila è il primo player del mercato delle matite in grafite con il 45% del mercato. In Germania Fila hapoi comprato nel 2008 Lyra, per aggredire anche il mercato delle belle arti e ampliare quindi il bacino di clientela il cui zoccolo duro resta comunque quello dei bambini in età prescolare e scolare, il che permette a Fila di avere un business assolutamente aciclico: nel 2014, anno di piena crisi, l’Italia è crescita del 10%, la Spagna del 10,5% e la Francia del 10,3%.
Ma le prospettive sono soprattutto nei Paesi emergenti, dove il tasso di alfabetizzazione cresce a vista d’occhio. Così, se già in Messico, grazie all’acquisizione nel 2010 di Laimex, oggi Fila è il numero uno nel settore delle matite colorate con il 50% del mercato e il numbero due per le matte in grafite e nei pennarelli, la vera promessa è in India, dove già opera con il marchio Doms che fa capo alla partecipata Writefine Products, che è il secondo player del paese nei settori delle matite colorate con il 20% del mercato e in quello delle matite grafte con il 15%, per un fatturato di circa 30 milioni di euro e con un ebitda del 15%.
E la campagna acquisti continuerà: le nuove risorse serviranno infatti in primo luogo proprio a finanziare l’esborso di 15 milioni per salire a 50% della controllata indiana e poi per finanziare ulteriori nuove acquisizioni, che potranno avvenire anche carta contro carta e a valle delle quali la famiglia Candela potrà quindi ulteriormente diluirsi, pur mantenendo saldo il timone della governance, visto che grazie alle azioni a voto plurimo oggi possiede il 69,1% del capitale a cui corrisponde il 78.9% dei diritti di voto, percentuali che scenderanno a seguito della business combination.
Nel dettaglio, nel caso in cui gli investitori di Space siano tutti d’accordo con l’operazione e non ci sia quindi alcun recesso, allora la famiglia scenderà al 52,2% del capitale e al 64,9% dei diritti di voto (con Space, cioè il flottante, al 34,5%, e con il fondo Vei al 10,4% e gli sponsor della Spac al 2,9%) con un rapporto di cambio tra azioni Fila e azioni Space di 16,8, mentre nel caso in cui il recesso venga esercitato nella quantità massima prevista, allora la famiglia si diluirà 54,9% del capitale e al 67,5% dei diritti di voto (con Space al 30,4%, il fondo Vei al 10,9% e gli sponsor al 3,8%) con un rapporto di cambio di 13,4 azioni Fila per ogni azione Space.
Non solo. Fila continuerà a investire anche nella propria crescita organica. In media il gruppo investe 3-4 milioni all’anno tra R&S e impianti. A oggi gli stabilimenti di produzione sono 11 dislocati nel mondo a ridosso della zona di produzione delle materie prime, foreste in primo luogo. Già perché Fila, invece, di comprare le tavolette di legno semilavorato base per la produzione di matite, compra direttamente i tronchi d’albero. E non solo.
Tre anni il gruppo ha affittato un terreno nel nord della Cina al confine con il Kazakhstan dove ha piantato 250 mila alberi che raggiungeranno l’altezza necessaria alla produzione tra sei anni, destinati a coprire il 40% nel fabbisogno di legno di Fila per la produzione in Cina e a risparmiare circa un milione di euro all’anno di costi di produzione.