Ferretti scalda i motori per arrivare in Borsa a ottobre. Lo ha scritto ieri Reuters, ribadendo che il flottante dovrebbe collocarsi tra il 35% e il 40%, così come già si diceva lo scorso aprile, quando sono iniziate a circolare le prime voci a proposito di un imminente ritorno in Borsa del noto gruppo produttore di yatch di lusso (si veda altro articolo di BeBeez).
E’ ancora da stabilire la struttura dell’offerta, cioé se sarà soltanto un’offerta pubblica di vendita oppure se prevederà anche una quota di aumento di capitale, se sarà un’offerta rivolta solo a investitori istituzionali oppure anche a retail.
Ferretti Group viene valutata attorno a 750 milioni di euro sulla base di un multiplo di 14 volte l’ebitda 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Il multiplo è quello del settore fashion & luxury, poi si può discutere se possa essere più opportuno scendere o salire di un giro di ebitda, per un range che va da 690 a 795 milioni. Ma è questo l’ordine di grandezza.
I dati di bilancio 2018 indicano un importante aumento dell’utile netto a 31 milioni, che ha fatto un balzo del 29% rispetto ai 24 milioni del 2017. In aumento anche i ricavi netti, arrivati a 669 milioni (dai 623 milioni del 2017), mentre è in leggera contrazione l’ebitda, sceso a 53 milioni dai 59 milioni dell’anno prima. Sui conti di Ferretti pesa però il finanziamento soci da 211,7 milioni di euro, erogato dall’azionista di controllo cinese Weichai (Shandong Heavy Industry). In caso di ipo quel finanziamento andrebbe preventivamente rimborsato e l’ipotesi che circolava a maggio era quella dell’emissione di un bond da 250 milioni (si veda altro articolo di BeBeez),
Weichai, che oggi possiede l’86,2% del capitale di Ferretti, ha investito nel gruppo di yacht a inizio 2012, nell’ambito di un complesso processo di ristrutturazione del debito. Weichai aveva investito allora 178 milioni di euro di equity e aveva contestualmente acquistato debito di Ferretti dal fondo Oaktree, da Rbs e da Strategic Value Partners, che aveva convertito in equity, arrivando al 75%. Contestualmente allora Rbs e SVP avevano convertito in equity il resto del debito, arrivando al 25%. Successivamente Weichai ha arrotondato al rialzo la sua quota e nel 2016 Pietro Ferrari, figlio di Enzo, ha comprato il 13,6%.
Ai tempi d’oro, nel 2006, Permira aveva ceduto il 52% di Ferretti a Candover (mantenendo una partecipazione dell’8%, mentre il fondatore Norberto Ferretti e i manager erano saliti al 40%), sulla base di una valorizzazione di ben 1,7 miliardi di euro, a fronte di ricavi per 770,4 milioni a fine dell’anno fiscale 2006 (agosto) e un ebitda di 118,4 milioni.
Ferretti è una delle società monitorate da BeBeez Private Data.
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