Ikf ha offerto dai 2 ai 3 milioni di euro per Ittierre. Lo rivela oggi MF Fashion, precisando che l’investment company quotata all’Aim di Borsa Italiana dal 2009, specializzata in investimenti in aziende in difficoltà, ha firmato una lettera di manifestazione di interesse per Ittierre, per quel valore, al netto del magazzino, ancora da valutare.
La lettera è stata consegnata al Tribunale di Isernia dallo stesso Antonio Bianchi, patron di Ittierre e anima del gruppo Albisetti, insieme al piano industriale e finanziario a sostegno della richiesta di ammissione a concordato preventivo. Ikf, guidata da Andrea Maria Gritti, strutturerebbe l’operazione come affitto per tre anni del ramo d’azienda, che a scadenza andrebbe a riscattare, ma solo a valle di un accordo con i sindacati, in base al quale i dipendenti rinuncerebbero al passaggio automatico da Ittierre alla newco che affitterebbe il ramo d’azienda. Tutto, infatti, dipende da quali e quante licenze la nuova Ittierre sarà in grado di mantenere (oggi ha in portafoglio Galliano, l’uomo di John Galliano, Aquascutum, Fiorucci, Guy Laroche oltre al menswear di Jean Paul Gaultier e alla linea Gaultier2).
La struttura dell’operazione replicherebbe quindi esattamente quella condotta lo scorso ottobre sulla storica filatura Botto Fila di Biella (si veda altro articolo di BeBeez), il cui ramo d’azienda è stato affittato del veicolo Lanificio Botto srl, controllato da Ikf. L’acquisizione di Ittierre si inserirebbe in un progetto più ampio di Ikf che punta a rilevare più aziende nel settore del made in Italy che siano complementari tra loro. Per esempio, Lanificio Botto, potrebbe fornire i suoi tessuti alla stessa Ittierre per le sue produzioni, mentre già ora è allo studio un progetto che permetta ai telai di Botto Fila specializzati nella produzione di jacquard di produrre tessuti oltre che per abiti femminili anche per il settore dell’arredamento, nel quale opera un’altra controllata di Ikf, che è la Sintesi di Pordenone, (una società che fattura circa un milione di euro al mese, il 95% dei quali all’estero). Un’operazione che potrebbe essere replicata anche con altre società del settore arredamento con punti vendita all’estero che sono attualmente nel mirino di Ikf e che potrebbero finire nell’orbita di Sintesi
Andrea Gritti però nella partita Ittierre si è affacciato quando ormai l’affaire era giunto ai tempi supplementari: dallo scorso novembre, quando è stata chiesta l’ammissione al concordato preventivo, sino ai primi di gennaio, sempre secondo quanto riportato a suo tempo da MF Fashion, il cavaliere bianco doveva essere l’imprenditore anglo-indiano Taff Kainth, che non ha dato seguito alle originarie manifestazioni di interesse accusando in sostanza Bianchi di non aver onorato gli impegni informativi e finanziari promessi. Intanto si avvicinava il termine per presentare il piano concordatario, e il piano industriale a sostegno del primo, che Bianchi ha consegnato all’ultimo momento la scorsa settimana.
Ora tocca al Tribunale di Isernia decidere se accettare la richiesta di concordato preventivo, bocciarla e dichiarare il fallimento della società, o dare ulteriore tempo a Ikf, perché possa effettuare una vera due diligence sui conti e i contratti di licenza in capo alla società e formulare un’offerta precisa e vincolante. In ogni caso, se Ikf dovesse affittare il ramo d’azienda, Bianchi sarebbe pronto a uscire di scena.