In vista della deadline del 30 giugno per la presentazione delle offerte per Telepass, gruppo specializzato nei sistemi di pagamento automatico del pedaggio autostradale, si delineano le cordate dei potenziali investitori. Secondo quanto riferisce Reuters, infatti, da un lato Warburg Pincus si è unito a Neuberger Berman, mentre Bain Capital farà un’offerta congiunta con Advent International. In corsa ci sono inoltre Apax e Partners Group. Tutti nomi che già circolavano da un anno, cioé da quando Atlantia ha messo sul mercato una quota della controllata.
Atlantia aveva infatti messo in vendita il 30% di Telepass nel giugno 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). L’asta era partita a metà luglio e allora si parlava dell’interesse di fondi sovrani, come Adia, GIC e QIA, di grandi fondi pensione canadesi e di grandi operatori del private equity come General Atlantic, KKR, TPG e appunto anche di Warburg Pincus, Partners Group, Advent e Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
All’epoca la valutazione di Telepass era attorno ai 2 miliardi di euro, sulla base di un multiplo di 12-13 volte l’ebitda previsto per il 2019, visto allora attorno ai 150 milioni di euro dai 111 milioni del 2018, a fronte di ricavi operativi per 188 milioni di euro, prevalentemente costituiti dai canoni Telepass per 116 milioni di euro, dalle quote associative Viacard per 21 milioni di euro e dalle Opzioni Premium per 27 milioni di euro (si veda qui il bilancio 2018 di Atlantia). Telepass ha poi chiuso il 2019 con 228 milioni di euro di ricavi operativi e un ebitda di 125 milioni di euro (si veda qui il bilancio 2019 di Atlantia).
Dopo uno stop dell’asta a ottobre, il processo era ripreso a novembre, questa volta con l’ipotesi di vendere anche oltre il 50% del capitale di Telepass (si veda altro articolo di BeBeez). Si era parlato anche di un interesse da parte di una cordata formata dal fondo FSI, Sia e Generali e si sono diffuse le cifre relative ad alcune delle offerte arrivate nel frattempo sul tavolo degli advisor Goldman Sachs, Mediobanca e Banca Imi: Partners Group aveva offerto 2,1 miliardi di dollari, Apax 1,95 miliardi di dollari, la cordata composta già allora da Warburg Pincus e Neuberger Berman 2,3 miliardi di dollari. Poi però il lockdown da coronavirus aveva di nuovo bloccato il deal sino a inizio maggio, quando la macchina si è rimessa in moto (si veda altro articolo di BeBeez). Ora la quota sul mercato si dice possa essere del 49%.
Il nuovo socio dovrà comunque essere in grado non soltanto di aiutare Telepass a crescere, ma anche di portare know-how e capacità tecnologiche per lo sviluppo: dovrà quindi avere esperienza nei pagamenti digitali, a partire dai servizi di mobilità e nel settore assicurativo. Un settore che i private equity in questione conoscono tutti bene.
Nell’ambito di una riorganizzazione societaria, Atlantia aveva acquisito nel dicembre 2016 il 100% di Telepass da Autostrade per l’Italia (il 96,15%) e Autostrade Tech (il 3,85%) con una valutazione di 1,148 miliardi di euro (si veda qui il bilancio 2016 di Atlantia). Quell’anno la società aveva generato 158 milioni di ricavi e 91,3 milioni di ebitda.