Guala Closures, multinazionale itaiana leader nei sistemi di chiusura per bottiglie di bevande alcoliche e non e di olio d’oliva, controllata da Investindustrial, forte di 30 stabilimenti in cinque continenti, prosegue l’espansione in Cina, dove è presente dal 1998. Il gruppo piemontese ha infatti appena firmato un accordo per l’apertura di un nuovo stabilimento a Chengdu, nella provincia cinese del Sichuan. La cerimonia si è svolta alla presenza del Segretario della città di Chengdu Shi Xiaoling, del sindaco Wang Fengchao e di Giorgio Vinciguerra, ad di Guala Closures China (si veda qui il comunicato stampa).
La fabbrica e il centro di ricerca & sviluppo, situati in una regione rinomata per la produzione di baijiu (il tradizionale liquore cinese), si concentreranno sulla produzione di chiusure per liquori di fascia alta, con una produzione stimata di 130 milioni di tappi all’anno. Il nuovo stabilimento si estenderà su una superficie di 13.800 metri quadrati, prevederà l’impiego di 110 dipendenti e un piano di investimenti che potrà raggiungere 200 milioni di renminbi (29 milioni di euro). L’investimento consentirà a Guala Closures di sostenere e favorire lo sviluppo dell’economia locale, che beneficerà anche della condivisione del know-how tecnologico e delle attività di R&D del Gruppo. Il piano presentato oggi conferma l’impegno di Guala Closures nello sviluppo territoriale del settore degli alcolici e nel supporto ai clienti presenti in Cina, dove il Gruppo è presente da oltre 20 anni con lo stabilimento di Pechino.
Il mercato cinese degli alcolici con 175 miliardi di euro è oggi un quarto di quello globale. Si tratta del segmento più grande e in più rapida crescita a livello mondiale, anche considerando l’aumento del reddito dei consumatori cinesi. E’ in gran parte costituito da liquori, con il baijiu che rappresenta ben il 65% della quota complessiva.
Gabriele Del Torchio, presidente e ad di Guala Closures, ha dichiarato: “Lo sviluppo del nuovo impianto cinese è un importante traguardo che ci permette di rafforzare la nostra presenza nel Paese. Il nuovo stabilimento di Chengdu è pienamente in linea con la nostra strategia, che mira a un elevato grado di internazionalizzazione delle nostre attività e ad una forte collaborazione con le autorità locali per garantire la massima presenza sul mercato e la maggiore vicinanza possibile ai clienti. Per quanto riguarda il segmento del lusso, a livello globale il settore è caratterizzato da un lato da una grande frammentazione e dall’altro da una crescente domanda di prodotti di fascia alta e curati nei minimi dettagli”.
Il nuovo stabilimento cinese è un ulteriore passo nella strategia di Guala Closures volta a rafforzare la propria leadership nel segmento del lusso, come testimoniato anche dalla recente acquisizione, lo scorso luglio, di Labrenta, storica azienda italiana specializzata nelle chiusure per alcolici di fascia alta (si veda altro articolo di BeBeez), rafforzando ulteriormente la presenza nelle chiusure per bottiglie destinate a prodotti di fascia alta.
L’innovazione e la crescente attenzione alla sostenibilità sono tra i pilastri dell’attività di Guala Closures. Il gruppo conta attualmente oltre 4.850 dipendenti distribuiti su 30 siti produttivi in tutto il mondo, e vende i suoi prodotti in più di 100 Paesi. Il gruppo ha chiuso l’esercizio 2021 con un fatturato di circa 660 milioni di euro, con un ebitda rettificato di 115 milioni (+17,4% sul 2020) e un debito netto di 462 milioni (si veda qui il bilancio 2021). Il business tuttavia sta accelerando. Il gruppo ha infatti reso noto di avere realizzato al 31 marzo 2022 un fatturato, riferito ai precedenti 12 mesi di circa 710 milioni di euro. L’Asia pesa sul fatturato di gruppo per l’11,6%, le Americhe per il 21,9% e l’Europa per il 57,8%. Quindi il potenziale di sviluppo in Asia e Usa è ancora grande.
La storia di Guala Closures, nuovamente delistata da Piazza Affari il 21 luglio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez) ha avuto varie vicissitudini. Si trattatva infatti del secondo addio alla borsa, a seguito dell’opa lanciata da Investindustrial tramite Special Packaging Solutions Investments sarl (SPSI), che aveva assicurato al veicolo il controllo sul 94,9% del capitale di Guala (si veda altro articolo di BeBeez). Successivamente, quindi, SPSI aveva condotto la procedura di sell-out,arrivando a detenere il 98,88% del capitale (si veda qui il comunicato stampa), a cui è seguita la procedura di squeeze-out sull’1,12% del capitale residuo, che ha quindi portato SPSI al 100% (si veda qui il comunicato stampa).
Il primo delisting risaliva invece al 2008 (il gruppo era sul listino dal novembre 2005) a seguito di un’opa lanciata da un veicolo che faceva capo a Dljmb Overseas Partners IV, fondo di private equity gestito da Dlj Merchant Banking, allora indirettamente controllato da Credit Suisse Group (si veda la Reuters di allora) e che dal 2014 è una casa di investimento indipendente ribattezzata aPriori Capital Partners dopo lo spin-off delle attività di private equity da Credit Suisse. Sempre nel 2008 i manager di Guala Closures, tra cui l’ex ceo e presidente Marco Giovannini, avevano a loro volta reinvestito in Gcl Holdings sarl parte del corrispettivo incassato. Intesa Sanpaolo allora a sua volta aveva acquistato una partecipazione nel capitale della holding GCL Holdings sarl (controllante di GCL Holdings sca) pari al 20%, ma, come spiegato nella semestrale (si veda pag. 52), l’aveva poi trasferita nel 2015 al veicolo Melville srl, il quale a sua volta era stato poi acquistato per il 72% da NB Reinassance Partners Holdings sarl, fondo sponsorizzato da Intesa Sanpaolo e Neuberger Berman (si veda altro articolo di BeBeez). Guala era poi tornata a Piazza Affari nell’agosto 2018, grazie alla business combination con la Spac Space 4 (si veda altro articolo di BeBeez).
Oltre alla già citata Labrenta, Guala recentemente ha condotto una serie di operazioni straordinarie, in particolare l’acquisizione, all’inizio del 2020, delle attività in Germania e in Turchia di Closurelogic (si veda altro articolo Bebeez), e l’acquisto, due mesi dopo, del 20% della società britannica Sharpend, in parte compensate dalla cessione della società italiana GCL Pharma (si veda altro articolo di BeBeez).
Cartina di tornasole della validità delle strategie di guala è stato il bond da 500 milioni di euro collocato a luglio del 2021, lil cui importo in origine era previsto in 475 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), ma le richieste degli investitori sono state così alte da rendere necessario un aumento dell’importo. Il titolo obbligazionario, in scadenza nel 2028, offre una cedola fissa del 3,25%. Le obbligazioni sono quotate su uno o più mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione nell’Unione Europea.