
Mentre resta aperta la porta verso BC Partners, come si è potuto intuire da una sponsorizzazione della catena dentistica DentalPro, controllata dal fondo, apparsa da qualche tempo a bordo campo nelle partite di San Siro dei nerazzurri, a fare una corte sempre più serrata all’Inter è nei giorni scorsi Mohammad bin Salman bin Abdulaziz Al Saud, principe ereditario della corona saudita, vice Primo Ministro dell’Arabia Saudita e presidente delPublic Investment Fund (PIF) of Saudi Arabia, fondo sovrano con circa 400 miliardi di dollari di asset in gestione, secondo l’SWF Institute
Un articolo apparso ieri sul quotidiano britannico Sun riferisce infatti che PIF non ha nessuna intenzione di tornare sui suoi passi a proposito dell’offerta che aveva lanciato a suo tempo per acquisire la squadra britannica Newcastle, di proprietà del finanziere Mike Ashley, che controlla anche il Fraser Group (ex Sports Direct International), cui fanno capo noti brand, tra cui House of Fraser, Lonsdale, Slazenger, Jack Wills e che ha partecipazioni in altri noti brand come Mulberry, Agent Provocateur e GAME. PIF aveva confezionato nell’aprile 2020 l’offerta per la squadra britannica insieme al PCP Capital Partners di Amanda Staveley e al gruppo Reuben Brothers, a cui sarebbe andato un 10% del club ciascuno.
L’offerta, da circa 305 milioni di sterline, non era però andata a buon fine perché la Premier League aveva chiesto di conoscere chi sarebbe stato il proprietario finale del club, se il deal fosse andato in porto, facendo capire che non avrebbe gradito che una squadra di Premier League fosse di proprietà governativa e in particolare dell’Arabia Saudita. Per questo motivo si è aperta una battaglia legale tra il Newcastle e la lega, con il Newcastle che dice che PIF e Arabia Saudita sono due entità separate e la lega che dice il contrario. E la battaglia legale non è ancora finita, anche perché pare che sul piatto ci sia ben di più che la sola squadra di calcio: Ashley userebbe la squadra come grimladello, ma l’obiettivo sarebbe quella di far entrare PIF nel gruppo Fraser (la storia è ben spiegata in questo articolo di TrueFaith e in quest’altro di TheAthletic). Nel frattempo, già a fine luglio, il PIF si è però spazientito e ora ha cambiato mira, trovando nell’Inter l’alternativa perfetta al suo investimento nel Newcastle.
Mohammad bin Salman ha lanciato nel 2016 il Saudi Vision 2030, un piano strategico di trasformazione del Paese per rinnovarne l’immagine internazionale e il modello economico, rendendolo via via meno dipendente dal petrolio e diversificando gli investimenti, forte di un’immensa liquidità accumulata con l’oro nero in questi anni, gran parte della quale è appunto stata convogliata nel PIF. E il fondo considera oggi i settori Entertainment, Leisure and Sports tra quelli più interessanti nei quali investire. Inoltre, acquistando una squadra di calcio di primo livello come l’Inter, Mohammad bin Salman lancerebbe la sfida alle proprietà di Qatar ed Emirati Arabi Uniti cui oggi fanno capo il Paris Saint Germain e il Manchester City.
Così, circa una settimana fa sono iniziati i contatti con il club neroazzuro. Nei giorni giorni scorsi si era parlato di un ingresso con il 30% di quote , quindi in sostanza un equivalente della quota oggi in mano al fondo cinese Lion Rock (che ha il 31% dal gennaio 2019, si veda altro articolo di BeBeez) e il Sun precisa che le trattative sarebbero sulla base di una valutazione di 850 milioni di sterline, quindi attorno ai 990 milioni di euro, dunque ben di più di quanrto sarebbe disposto a pagare BC Partners e in linea con la cifra che ha in mente l’azionista di riferimento cinese dell’Inter, Suning (si veda altro articolo di BeBeez), che non ha intenzione di supportare ulteriormente la squadra italiana, visto che ha già i suoi problemi a casa sua (si veda altro articolo di BeBeez).
L’Inter è come noto alla ricerca di capitali freschi per supportare il circolante e in prospettiva per rifinanziare i 375 milioni di euro bond in scadenza a fine 2022 e per questo Suning ha dato mandato a Goldman Sachs di sondare il mercato (si veda altro articolo di BeBeez). BC Partners aveva siglato un contratto di esclusiva a trattare che ormai è scaduto, mentre in lista d’attesa ci sono il fondo svedese EQT, gli americani Arctos Sports Partners e Ares Management Corporation e il fondo sovrano di Singapore, Temasek Holdings, ma si parla anche di Fortress. Quest’ultimo, peraltro, è un investitore specializzato in debito e quindi potrebbe essere il candidato migliore per affiancare nell’operazione un private equity o un fondo sovrano. Sino a quando non è spuntato il nome di PIF, come fondo sovrano potenzialmente interessato all’Inter si parlava di Mubadala, uno dei fondi sovrani dei Abu Dhabi, che a oggi ha 232 miliardi di dollari di asset in gestione e in Italia possiede una partecipazione in Unicredit e controlla il gruppo Piaggio Aeropsace. Sul tavolo, si diceva, c’è anche la necessità di rifinanziare il bond da 375 milioni di euro a scadenza 2022 quotato alla Borsa del Lussemburgo emesso da Inter Media and Communication spa in una prima tranche da 300 milioni nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) e in una seconda tranche da 75 milioni lo scorso agosto 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).