“Siamo a buon punto, siamo ottimisti e speriamo di entrare presto nel futuro insieme al gruppo ION. Per quanto riguarda i tempi, comandano gli azionisti, ma spero di chiudere entro l’estate: prevedo e faccio il tifo affinché succeda. Vediamo cosa diranno gli azionisti, ma siamo ottimisti”. Lo ha detto il presidente di Prelios, Fabrizio Palenzona, intervenendo lo scorso martedì 23 maggio al primo Bain Banking Event a Milano. E Luca Peyrano, direttore generale di ION, intervenendo a sua volta al convegno, ha confermato: “Quelli in Cedacri, Cerved e List potrebbero non essere gli ultimi investimenti in Italia del gruppo (senza contrate il 9,8% di illimity e il 2% di MPS, ndr). Guardo alla mia destra (dov’era seduto Palenzona, ndr) poi decideranno gli azionisti”.
Sembrerebbe quindi che ION Investments, fornitore tecnologico globale del settore finanziario, fondato più di 20 anni fa dall’imprenditore italiano Andrea Pignataro, abbia trovato un accordo con le banche sul finanziamento per la copertura di oltre la metà del prezzo di 1,3 miliardi di euro pattuito lo scorso dicembre, quando ha firmato l’esclusiva a trattare per l’acquisto di Prelios, gruppo attivo nelle gestioni patrimoniali alternative e nei servizi immobiliari specialistici, con 40 miliardi di euro di asset in gestione, controllato da Davidson Kempner Capital Management e sul mercato da fine 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).(si veda altro articolo di BeBeez).
L’esclusiva a trattare era scaduta a fine marzo senza un nulla di fatto, perché nel frattempo ION stava trattando con le banche il finanziamento dell’operazione. Secondo quanto riferito da Reuters, il problema era che alcuni istituti chiedevano un impegno a rifinanziare, come avviene nelle strutture bridge to bond, mentre ION preferiva un finanziamento a medio-lungo periodo. Alla fine, la soluzione è stata trovata allungando significativamente la finestra di 12-18 mesi normalmente utilizzata nei finanziamenti bridge-to-bond oltre la quale il debitore è tenuto. Secondo quanto riferito una decina di giorni fa da Repubblica, alla fine è stato trovato un accordo per un finanziamento della durata di tre anni prolungabile per altri due, per un pacchetto complessivo di 700 milioni euro, a fronte di 600 milioni di equity.
A fornire il finanziamento in pool saranno BNP Paribas, Banco BPM, JPMorgan, Santander e UniCredit. Ma non è escluso che anche altri istituti di credito possano essere coinvolti nell’operazione, in particolare con un’altra grande banca italiana interessata a entrare nel pool.
Prelios ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati a 309,4 milioni di euro (+15% rispetto al 2021), ebitda a 141,8 milioni (+14%), risultato netto a 89,9 milioni (erano 97,1 milioni nel 2021), debito netto in costante diminuzione e pari a 1,2x l’ebitda. Gli asset under management (credit management e investment management) sono passati da 39,4 a 41,6 miliardi, con significativo incremento delle masse gestite negli UTP e nell’investment management.
Ricordiamo che dal maggio 2018, Prelios è interamente controllata da Lavaredo spa, veicolo che fa capo appunto a Davidson Kempner Capital Management (DKCM), che nel luglio 2017 aveva acquisito il 44,86% del capitale sociale di Prelios da Pirelli, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Fenice srl e aveva poi lanciato un’opa a seguito della quale nel maggio 2018 il gruppo era stato delistato da Piazza Affari (si veda qui il comunicato stampa di allora). Già nel 2020, però, Davidson Kempner aveva iniziato a guardarsi intorno per vendere Prelios, puntando inizialmente a una valutazione di un miliardo di euro. Tra i potenziali acquirenti interessati allora, si vociferavano i nomi di Kryalos sgr, doValue e Dea Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Se il deal andasse in porto, l’attività di Prelios relativa alle gestioni di fondi immobiliari diverrebbe completamente nuova all’interno del gruppo ION, mentre quella di credit management e in particolare quella di servicer di crediti deteriorati ben si affiancherebbe a quella condotta da Cerved, il gruppo di business information e credit management che ION, con il supporto di GIC, ha delistato da Piazza Affari nel febbraio 2022 sulla base di una valutazione complessiva di 2,55 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tra le precedenti operazioni, a parte quelle già citate su Cedacri, List, illimity e MPS, ricordiamo che nel maggio 2019 ION ha comprato da BC Partners e da GIC il controllo di Acuris, il gruppo media a cui fanno capo i noti provider di informazioni e dati sul mondo m&a e debt capital market Mergermarket, Debtwire, Unquote e Asia Venture Capital Journal (si veda altro articolo di BeBeez). Nel novembre 2017, invece, ION, insieme a Carlyle, aveva ricapitalizzato Dealogic, noto provider di dati sul mercato m&a internazionale (si veda qui il comunicato stampa di allora). Nel dicembre 2020è sbarcata al Nasdaq la Spac ScION Tech Growth I, promossa dallo ION Investment Group. La Spac ha raggiunto il suo target di raccolta di 500 milioni di dollari, collocando 50 milioni di azioni al prezzo di 10 dollari (si veda altro articolo di BeBeez). Nel febbraio 2021 ha quotato anche la Spac ScION Tech Growth II I,che ha raccolto 300 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa di allora). Pignataro inoltre è attivo nell’immobiliare come proprietario di resort di super lusso sull’isola caraibica di Canouan ed è azionista delle magliette sportive Macron.
Quanto a DK, comunque, anche dopo la cessione di Prelios non ha intenzione di abbandonare il business dei crediti deteriorati immobiliari in Italia. Ricordiamo, infatti, che nel marzo 2022, attraverso Borromini spv, ha acquisito Focus Investments spa, una management company di special situation nel segmento dei distressed asset immobiliari nata nel dicembre 2015 proprio dallo spin off della business unit investments del Gruppo Prelios (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era arrivata dopo l’omologa da parte del Tribunale di Milano dell’accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis della Legge fallimentare siglato nel novembre 2021 dalla stessa Focus Investments con i creditori finanziari tra cui Borromini spv, AMCO, Banco BPM e Banca Monte dei Paschi di Siena. L’accordo aveva previsto il rafforzamento della struttura patrimoniale della società mediante la conversione in capitale di crediti per 34,2 milioni di euro da parte di Borromini spv, che era diventato così il nuovo socio unico di Focus Investments.