Simone Strocchi intende replicare il successo di Ipo Challenger, il veicolo di investimento da lui promosso insieme ad altri soci, che nella primavera 2014 aveva raccolto 52 milioni di euro, collocando un’obbligazione convertibile tra gli investitori e che a fine anno aveva poi dato vita a Italian Wine Brands (Iwb ), il gruppo vinicolo nato dall’aggregazione di Giordano Vini e Provinco Italia, poi quotato all’Aim Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scrive MF-Milano Finanza in edicola da sabato 25 luglio a cui Strocchi, che è anche presidente di Aispac, l’associazione delle Spac italiane, ha anticipato che «non è allo studio solo una Ipo Challenger 2, ma anche una terza, una quarta e auspicabilmente tanti altri veicoli. Che intendiamo lanciare grazie al supporto di un investitore istituzionale di peso che ci seguirà in tutte le nostre prossime iniziative. Diciamo che per Ipo Challenger 2 penso a un target di raccolta di 50-60 milioni, ma non escludo poco dopo il lancio di un altro veicolo con target di raccolta di 100 milioni, e questo perché abbiamo già sul tavolo una serie di possibili investimenti di varie dimensioni».
Il nuovo veicolo sarà pronto a settembre. Spiega il manager: «Sinora abbiamo lavorato per singolo progetto e abbiamo raccolto i capitali degli investitori volta per volta. D’ora in poi, invece, la mia idea è avere l’appoggio continuo di un grande investitore, il quale sia d’accordo a seguirci con una quota in tutte le nostre prossime iniziative. Stiamo parlando con alcuni investitori istituzionali di peso, di cui al momento non posso ancora rivelare l’identità».
Ma è noto che in Ipo Challenger abbia investito Azimut Holding con alcuni dei propri fondi, e che l’asset manager abbia collocato il bond a propri clienti con le sue reti di wealth manager, nell’ambito dello sviluppo del progetto Azimut Libera Impresa. Inoltre è noto che abbiano sottoscritto il titolo altri investitori istituzionali, come IntesaSanpaolo e Kairos Partners.
Ipo Challanger spa era un veicolo di investimento considerato un’evoluzione della Spac (Special purpose acquisition veichle, si veda altro articolo di BeBeez). Si trattava infatti di un veicolo di investimento non quotato, che aveva emesso bond strutturati in modo da essere convertiti (entro 12 mesi dall’emissione) in azioni ordinarie e in warrant di una società target che sarebbe poi stata contestualmente quotata in Borsa.
Ha aggiunto Strocchi: «Con Ipo Challenger abbiamo introdotto l’obbligazione scambiabile, che ha semplificato l’investimento nelle Spac rendendolo quasi un impiego sul mercato monetario, ma che consente al sottoscrittore di accedere a strumenti finanziari (azioni e warrant) emessi da una società target che viene selezionata dai promotori sulla base di un approccio di private equity». Ma non solo. Prosegue Strocchi: «A seconda del target specifico oggetto dell’operazione siamo poi in grado di coinvolgere i migliori manager e amministratori esecutivi». Non a caso Mario Resca, l’ex ad di Mc Donald’s Italia, è ora presidente operativo di Iwb .
Ipo Challenger era stato promosso da Strocchi insieme ad Angela Oggionni (come Strocchi, partner nella società di advisory Electa), dalla stessa Electa e da Luca Giacometti (consigliere di Digital Magics e partner del fondo Capital Dynamics). Tutti quanti sono parte dello stesso team che a suo tempo aveva promosso Made in Italy 1, la prima Spac di diritto italiano a sbarcare sul mercato e che nel febbraio 2013 aveva portato all’integrazione con Sesa spa, gruppo specializzato nella distribuzione di hardware e software per le imprese, oggi quotato sull’Mta (si veda altro articolo di BeBeez).
Per contro, l’altro socio di Made in Italy1, Matteo Carlotti (ex partner di Argos Soditic), non aveva partecipato a Ipo Challenger, ma aveva lanciato insieme a Idea Capital Funds sgr e a Vedogreen una Spac tematica, GreenItaly1, specializzata nel settore dell’economia ecosostenibile (si veda altro articolo di BeBeez), che a fine giugno ha annunciato il progetto di fusione con Prima Vera spa, operatore di riferimento nel settore dell’efficienza energetica e nella fornitura di soluzioni di energy management. Le assemblee che dovranno deliberare la fusione si terranno in settembre, con lo sbarco in borsa di Prima Vera atteso per novembre (scarica qui il comunicato stampa).
Strocchi da parte sua stavolta andrà avanti con Ipo Challenger 2 e seguenti solo insieme ai colleghi di Electa, perché l’altro socio, Giacometti, sta invece lavorando a una nuova Spac, battezzata Glenalta, con Gino Lugli (ex amministratore delegato di Ferrero e consigliere indipendente di Iwb ), Stefano Malagoli (ex manager Ferrero) e Silvio Marenco (ex Bain&co). L’obiettivo è raccogliere 70 milioni da investire nell’alimentare.