di Paola Stringa
Via libera del Governo alla cessione dell’impianto di raffinazione, gassificazione e cogenerazione di energia elettrica di Priolo, in Sicilia, che fa capo a ISAB srl, a sua volta controllata al 100% dalla svizzera Litasco sa, indirettamente controllata dal colosso russo Lukoil. L’impianto passa di mano alla cipriota GOI Energy, che ne diventa così proprietaria, dopo il via libera espresso l’altro ieri sera dal Consiglio dei Ministri, con alcuni paletti. Il closing era previsto entro la fine di marzo dagli accordi stipulati a gennaio, ma l’operazione restava sotto la sospensiva delle autorizzazioni previste dalle autorità competenti (si veda altro articolo di BeBeez).
L’esecutivo italiano, che sull’operazione esercitava il golden power (lo strumento normativo per tutelare l’interesse nazionale in settori e filiere strategiche), prima di dare il via libera, secondo quanto riferisce Il Sole 24 ore, vorrebbe infatti assicurarsi che le forniture di petrolio che dovranno essere pluriennali, siano tracciate per avere certezza che non arrivino direttamente o attraverso complicate triangolazioni da Paesi sottoposti a provvedimenti restrittivi, come la stessa Russia.
GOI Energy Limited è una società energetica controllata da Argus, fondo di private equity e asset management di Cipro, guidata dall’amministratore delegato Michael Bobrov, che è anche ad e azionista di maggioranza di Green Oil Energy, a sua volta azionista di maggioranza di Bazan Group, uno dei più grandi e complessi gruppi energetici in Israele, che gestisce il più grande impianto integrato di raffinazione e petrolchimico del Paese. GOI Energy ha concordato accordi che garantiranno una fornitura sicura di petrolio alla raffineria e un’offerta garantita di prodotti raffinati, oltre a sostenere il fabbisogno di capitale circolante della raffineria, con Trafigura, uno dei maggiori commercianti indipendenti di petrolio e prodotti petroliferi al mondo.
Lukoil aveva acquisito il 49% di ISAB da ERG nel 2008, sulla base di un accordo che valutava l’intero asset 2,75 miliardi di euro e che prevedeva la possibilità per ERG cedere il resto del capitale in tranche successive e, negli anni, aveva poi raggiunto il 100%. Lo scorso novembre 2022 Lukoil aveva invece respinto l’offerta per ISAB, avanzata dal fondo di private equity Usa Crossbridge Energy Partners (si veda altro articolo di BeBeez).
ISAB, uno dei più grandi siti industriali europei, costituito da tre siti produttivi “Impianti SUD”, “Impianti NORD” e “IGCC” (Integrated Gasification Combined Cycle), interconnessi tra di loro mediante un sistema di oleodotti, non è mai stato soggetto a sanzioni da parte dell’Unione europea e ha mantenuto la piena attività (si veda qui il comunicato stampa). La società ha chiuso il bilancio 2021 con 2,6 miliardi di euro di ricavi netti, un ebitda di 614,6 milioni e un debito finanziario netto di 704 milioni (si veda qui il report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).