La holding della ceramica Italcer, costituita da Mandarin Capital Partners sgr, tramite il suo fondo MCP II, per realizzare un cluster ceramico alto di gamma, ha comprato il 100% di Cedir-Ceramiche di Romagna di Castel Bolognese dalla famiglia Andalò (si vedano qui il post su Linkedin di Alberto Forchielli e qui il comunicato stampa). Le attività di Cedir saranno fuse con quelle di La Fabbrica, altra azienda di Castel Bolognese controllata del gruppo Italcer e il cui stabilimento si trova a pochi metri da quello di Cedir.
“L’acquisizione dell’azienda storica Cedir rappresenta un tassello importante per la crescita del Gruppo, potendo contare su una creatività e qualità made in Italy al 100% e una grande attenzione alle esigenze dei diversi mercati. Il nostro modello di business integrato ha come obiettivo primario quello di creare un cluster nell’alto di gamma nel settore dei pavimenti e rivestimenti in ceramica e ogni nostro sforzo sta andando in questa direzione”, ha commentato Graziano Verdi, ad di Italcer Group.
Italcer è stata costituita nella primavera 2017 da Mandarin Capital insieme al manager Graziano Verdi (ex amministratore delegato di Graniti Fiandre, di Technogym e di Koramic), che ha a sua volta investito nel capitale della società insieme ad altri investitori privati (si veda altro articolo di BeBeez). L’acquisizione di Cedir segue quella di Rondine nell’ottobre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), quella di Devon & Devon nel settembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez), quella di Elios Ceramica nell’agosto dello stesso anno (si veda altro articolo di BeBeez) e appunto quella de La Fabbrica nell’aprile 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). Il Gruppo Italcer, oggi sesto in Italia nel settore ceramico, conta 530 dipendenti, una produzione che nel 2021 supererà i 15.000.000 di mq sui 400.000.000 prodotti in totale dal comparto italiano, ricavi aggregati nel 2019 per circa 200 milioni di euro e oltre 32 milioni di euro di Ebitda. Inoltre, vanta oltre 3.000 distributori nel mondo e punta ad arrivare a 300 milioni di ricavi con oltre 70 milioni di ebitda nel 2024. Solo negli ultimi anni il Gruppo ha investito oltre 25 milioni in Industria 4.0. Nel prossimo triennio, sono previsti investimenti per ulteriori 10 milioni l’anno.
Fondata nel 1968, Cedir ha avviato l’attività partendo da una linea di bicottura in grado di produrre 750 metri quadri di piastrelle al giorno ed è stata tra le prime aziende a introdurre la monocottura rapida con forno a rulli, impiegando tecnologie Sacmi. Oggi l’azienda è specializzata nella produzione di piastrelle in grès porcellanato di formato medio e medio-piccolo, più tradizionale rispetto alle grandi lastre delle aziende del gruppo Italcer, con un volume d’affari 2019 di circa 15 milioni di euro.
Tutti i lavoratori di La Fabbrica sono stati trasferiti nello stabilimento di Cedir. Forchielli ha spiegato: “Cedir permetterà di consolidare tutte le attività che fanno capo a La Fabbrica, per la quale gli spazi erano ormai troppo limitati. Lo stabilimento Cedir, invece, è più grande e consentirà notevoli sviluppi. L’idea è fare di Cedir il centro della produzione di tutti i materiali con 2 centimetri di spessore, particolarmente adatti a tutti gli usi per esterni, residenziali e non”.
E l’amministratore delegato del gruppo Italcer, Graziano Verdi, ha aggiunto: “Questa acquisizione ci consente di unire due aziende in una e di rafforzare il polo romagnolo. Il gruppo Italcer era già il primo cliente di Cedir e si tratta quindi di una integrazione molto naturale e che procederà in modo spedito, perché di fatto c’era già una complementarità tra le due realtà. Nell’arco dei prossimi tre o quattro anni faremo investimenti sia sulla capacità produttiva sia sull’innovazione. All’interno dello stabilimento Cedir, dove saremo in affitto abbiamo già fatto lavori di ammodernamento degli uffici e per lo spazio espositivo. Per il momento, tra acquisizione e lavori, abbiamo investito 5 milioni e mezzo di euro, ma nei prossimi 5-6 anni, con il rinnovamento degli impianti tecnologici, saliremo a 10-15 milioni”.
L’operazione fa seguito alla procedura di ristrutturazione del debito ex articolo 182-bis della Legge Fallimentare, aperta da Cedir sei anni fa, come spiegato al giornale locale Sabatosera da Stefano Andalò, amministratore e socio di maggioranza di Cedir assieme alla sorella Alessandra: “Circa sei anni fa, a fronte della difficoltà a restare sul mercato, era diventato evidente che l’azienda aveva bisogno di forze esterne. Dopo una ricapitalizzazione fatta dalla mia famiglia nel 2017, abbiamo iniziato a trasformare il business: da azienda votata a produrre e commercializzare materiale a marchio proprio, abbiamo cominciato a produrre per conto terzi. Nel 2017 siamo così entrati in contatto anche con la ceramica Rondine di Rubiera (Reggio Emilia), che in seguito è stata acquisita dal gruppo Italcer. Loro cercavano un fornitore affidabile e noi ci siamo proposti come fornitori di qualità; nel tempo abbiamo intensificato la collaborazione, per poi arrivare a concretizzare questa operazione”.
E ha aggiunto Andalò: “Il nostro è stato un percorso lungo e difficile e il Covid ha contribuito a prolungare l’iter di diversi mesi. A metà ottobre è arrivato il via libera del tribunale di Ravenna, poi ratificato la settimana scorsa. In un settore altamente competitivo come quello delle piastrelle in ceramica, che richiede un alto livello di investimenti ricorrenti, la dimensione conta. Occorre raggiungere e consolidare una dimensione obiettivo: da qui l’ingresso in un progetto più grande, con un gruppo industriale solido in grado di portare valore alle famiglie coinvolte e a tutto il territorio”.
(Articolo aggiornato lunedì 30 novembre 2020 alle ore 16.08. Si aggiungono il comunicato stampa e alcuni dettagli dell’operazione)